-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26112 del 18 giugno 2003
«Il giudicato interno formatosi a seguito dell'annullamento parziale della Corte di cassazione non prevale sull'abolitio criminis, la quale fa venir meno, prima ancora che la validità e l'efficacia della norma penale discriminartice, la sua stessa...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 22334 del 21 maggio 2003
«Quando intervenga abolitio criminis dopo una sentenza assolutoria di primo grado, con la formula “perché il fatto non sussiste”, il giudice di appello, di fronte alla non evidenza dell'innocenza dell'imputato, legittimamente pronuncia...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22539 del 21 maggio 2003
«Quando l'abolitio criminis viene dedotta in sede esecutiva, al giudice è richiesta la valutazione in astratto della fattispecie oggetto della sentenza rispetto al nuovo assetto del sistema penale, ciò anche se la norma incrimintrice non sia stata...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 45562 del 21 dicembre 2001
«In caso di abolitio criminis intervenuta dopo la sentenza assolutoria di primo grado o per insussistenza del fatto, il giudice di appello prima di riformare la decisione e dichiarare non doversi procedere a carico dell'imputato perché il fatto non...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 46653 del 25 novembre 2015
«Il diritto dell'imputato, desumibile dall'art. 2, comma quarto, cod. pen., di essere giudicato in base al trattamento più favorevole tra quelli succedutisi nel tempo, comporta per il giudice della cognizione il dovere di applicare la "lex mitior"...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 25035 del 22 giugno 2011
«...era stata avviata dall'imputato previa comunicazione di inizio attività inviata alla competente Provincia ma in difetto del nulla osta comunale, necessario all'epoca dei fatti, e non più richiesto a seguito dell'entrata in vigore della Legge Reg.»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 33397 del 12 agosto 2008
«In tema di successione di leggi penali nel tempo, la norma posteriore che abbia sostituito l'originaria comminatoria di pena detentiva congiunta a pena pecuniaria con quella della sola pena pecuniaria, deve essere sempre considerata più favorevole...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 38548 del 18 ottobre 2007
«In tema di successione di leggi penali, deve applicarsi quella che prevede il trattamento sanzionatorio ritenuto più favorevole al reo, anche quando la legge posteriore, che l'ha modificata, abbia ripristinato le pene più severe previste da altra...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 35257 del 21 settembre 2007
«L'art. 6, comma secondo, del Trattato istitutivo dell'Unione Europea assicura il rispetto, in quanto principio generale del diritto comunitario, dei diritti fondamentali dell'uomo garantiti dalle tradizioni costituzionali comuni degli Stati...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 34040 del 11 ottobre 2006
«È legittimo il provvedimento con cui il Tribunale di sorveglianza rigetta l'istanza di affidamento in prova al servizio sociale - proposta da un condannato al quale sia stata applicata la recidiva reiterata di cui all'art. 99, comma quarto, c.p.,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 47291 del 29 dicembre 2005
«In tema di sospensione condizionale della pena nei confronti di persona che ne abbia già usufruito, la disposizione dell'art. 165, comma secondo, c.p.p., introdotta dall'art. 2, comma primo lett. a) L. 11 giugno 2004 n. 145, può, nonostante la sua...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24652 del 4 luglio 2005
«Poiché le sanzioni sostitutive di pene detentive brevi previste dall'art. 53 legge 24 novembre 1981 n. 689 hanno natura di vere e proprie pene, le norme che le disciplinano hanno natura sostanziale e, in caso di successione di leggi nel tempo,...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8045 del 2 marzo 2005
«Nel novero delle norme integratrici della legge penale, cui è applicabile il principio di retroattività della legge più favorevole, ai sensi dell'art. 2, comma terzo, c.p., debbono ricomprendersi tutte quelle che intervengano nell'area di...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36757 del 17 settembre 2004
«In materia di successione nel tempo di leggi penali, è incontroverso che, una volta individuata la disposizione complessivamente più favorevole, il giudice deve applicare questa nella sua integralità, senza poter combinare un frammento normativo...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32354 del 23 luglio 2004
«In tema di diffamazione addebitata al parlamentare, la previsione di cui all'art. 3, comma quarto, della legge n. 140 del 2003 (Disposizioni per l'attuazione dell'art. 68 Cost.) — attribuendo alle Camere la competenza a valutare se i comportamenti...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 23613 del 20 maggio 2004
«...e giudicato dal tribunale dopo le modifiche apportate dal D.L. 27 giugno 2003, n. 151, convertito nella Legge 1 agosto 2003, n. 214, con cui è stata ripristinata la competenza del giudice ordinario, con la previsione della pena dell'arresto).»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 20156 del 29 aprile 2004
«Per i reati attribuiti alla cognizione del giudice di pace, commessi prima della data di entrata in vigore del D.L.vo 28 agosto 2000, n. 274 e giudicati dal giudice togato, devono applicarsi, in base alla disciplina transitoria prevista dal...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3881 del 10 ottobre 2000
«La disciplina della revoca della patente prevista dal nuovo codice della strada è più favorevole all'imputato di quella precedente in quanto, mentre nella vigenza del codice della strada abrogato spettava alla discrezionalità del giudicante...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 518 del 11 febbraio 2000
«Non ricorre l'ipotesi di cui all'art. 2, terzo comma, c.p. quando lo stesso fatto sia punito in base a due leggi coeve, allorché una di esse identifichi come reato, sanzionandola in modo meno grave, una delle condotte integranti gli estremi di un...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6789 del 28 gennaio 1998
«Allorché la modifica della competenza per materia sia posta in maniera autonoma dalla nuova legge — e non indirettamente come nel caso di diversa determinazione della sanzione edittale — la relativa norma è di carattere processuale e non...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4266 del 2 dicembre 1997
«In tema di reati concernenti le sostanze stupefacenti, il concetto di “modica quantità” di cui all'art. 72 della L. 22 dicembre 1975, n. 685, è diverso da quello di “fatto di lieve entità” di cui all'art. 73, quinto comma, D.P.R. 9 ottobre 1990 n....»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1058 del 6 febbraio 1997
«Nel caso di successione di norme incriminatrici nel tempo, tra due disposizioni, delle quali la prima prevede la pena detentiva e la seconda la pena alternativa, è sempre più favorevole quest'ultima, consentendo l'inflizione della sola pena...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2143 del 28 febbraio 1996
«In tema di successione di leggi penali nel tempo, ai fini dell'applicazione della legge più favorevole al reo il giudice deve valutare in concreto, caso per caso, quale sia la soluzione di maggior favore tenendo presente che la pena detentiva è...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 11397 del 22 novembre 1995
«Le sanzioni sostitutive delle pene detentive brevi, previste dall'art. 53 della L. 24 novembre 1981, n. 689, per il loro carattere afflittivo, per la loro convertibilità, in caso di revoca, nella pena sostituita residua, per lo stretto...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9927 del 28 settembre 1995
«In tema di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, l'art. 319 bis (introdotto dall'art. 8, L. 26 aprile 1990, n. 86) ha definito diversamente l'ambito di applicazione dell'aggravante già prevista nel precedente testo dell'art. 319...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7394 del 27 giugno 1994
«Il principio della retroattività della norma più favorevole posto dall'art. 2, terzo comma, c.p., che assicura al cittadino il trattamento penale più mite tra quello previsto dalla legge penale vigente al momento del fatto e quello previsto dalle...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2336 del 22 giugno 1994
«Ai fini dell'applicazione delle disposizioni di legge sopravvenute, ai sensi dell'art. 2 c.p., non è sufficiente che queste siano più favorevoli all'imputato in astratto, ma occorre che lo siano altresì in concreto, ossia non soltanto sulla base...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3802 del 26 aprile 1983
«Il principio della retroattività degli effetti extrapenali, in conseguenza d'una legge che abbia trasformato in illeciti amministrativi le condotte punibili, non può operare allorquando il reato siasi già estinto, posto che diversamente si...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26316 del 1 luglio 2008
«La normativa penalistica concernente la partecipazione italiana alle missioni internazionali all'estero prevista, nella specie, dal D.L. 10 luglio 2003 n. 165, conv., con modif., nella L. 1 agosto 2003 n. 219 e dalla L. 2 agosto 2006 n. 247 ha...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 595 del 9 giugno 1998
«Le norme che disciplinano l'applicazione di misure cautelari hanno carattere processuale, ma, per la loro influenza immediata sullo status libertatis, hanno rilevanza sostanziale, con la conseguenza che, in tale materia, si applicano le norme...»