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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8932 del 8 agosto 2000
«In tema di bancarotta semplice documentale, la mancanza di specifica ed esplicita indicazione, nel capo di imputazione, delle scritture, non tenute o non regolarmente tenute, non comporta alcuna genericità dello stesso, dal momento che le...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4727 del 17 aprile 2000
«In tema di bancarotta semplice documentale, è punito il comportamento omissivo del fallito che non ha tenuto le scritture contabili. Trattasi di reato di pericolo presunto che, mirando ad evitare che sussistano ostacoli alla attività di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31885 del 4 agosto 2009
«Integra il reato di bancarotta semplice (art. 217 L. fall.) l'amministratore che, ancorché estraneo alla gestione dell'azienda - esclusivamente riconducibile all'amministratore di fatto - abbia omesso, anche per colpa, di esercitare il controllo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21081 del 5 maggio 2004
«Integra gli estremi del delitto di cui all'art. 232, comma terzo, n. 1, legge fallimentare (ricettazione post-fallimentare), la condotta consistita in distrazione di merci e danaro, di una società dichiarata fallita, dei quali si abbia la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4736 del 23 marzo 2012
«Non è ravvisabile soccombenza virtuale e non può, quindi, essere condannato alle spese del giudizio di opposizione allo stato passivo, il lavoratore subordinato, che abbia adempiuto all'onere d'insinuazione del suo credito maturato per TFR al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9460 del 19 luglio 2000
«Nell'ipotesi in cui beni immobili vengano concessi in comodato ad una società poi fallita, al fine di stabilire se la domanda di restituzione dei beni stessi debba essere proposta dal comodante, nei confronti del fallimento, con la procedura...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23215 del 17 dicembre 2012
«In tema di rivendicazione di beni mobili rinvenuti nella casa o nell'azienda del fallito ed acquisiti dal curatore, incombe sul ricorrente, ex art. 103 legge fall., l'onere di dare dimostrazione del proprio diritto sui medesimi beni, trovando...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12684 del 9 luglio 2004
«Poiché la dichiarazione di fallimento attua un pignoramento generale dei beni del fallito, le rivendiche dei beni inventariati proposte nei confronti del fallimento hanno la stessa natura e soggiacciono alla stessa disciplina delle opposizioni di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22918 del 9 ottobre 2013
«Il trasferimento di azienda attribuisce al cessionario autonoma legittimazione all'impugnazione della sentenza sfavorevole al cedente, stante l'opponibilità del giudicato nei suoi confronti, quale successore a titolo particolare; a ciò si aggiunge...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17470 del 17 luglio 2013
«Il successore a titolo particolare nel diritto controverso è legittimato ad impugnare la sentenza resa nei confronti del proprio dante causa provando il titolo che gli consenta di sostituire quest'ultimo, essendo a tal fine sufficiente la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9298 del 8 giugno 2012
«Il principio secondo cui l'interventore "ad adiuvandum", ex art. 105 c.p.c., è privo di un'autonoma legittimazione ad impugnare in assenza di impugnazione della parte principale, non trova applicazione quando l'intervento in questione sia stato...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 12253 del 19 maggio 2010
«In tema di servizi pubblici locali, la scissione di un'azienda speciale con la destinazione di un ramo aziendale ad una società di capitali di nuova costituzione, disposta da un consorzio nell'esercizio della facoltà prevista dall'art. 115 del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5086 del 29 marzo 2012
«L'impugnazione incidentale tardiva è sempre ammissibile, a tutela della reale utilità della parte, tutte le volte che l'impugnazione principale metta in discussione l'assetto giuridico derivante dalla sentenza cui la parte non impugnante aveva...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 17551 del 10 dicembre 2002
«Proposta dall'utente del servizio idrico domanda di restituzione, dinanzi al giudice ordinario, delle somme indebitamente versate a titolo di canone di depurazione delle acque reflue, allorché il giudice abbia condannato in solido tanto l'ente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19340 del 21 agosto 2013
«In materia di contributi alle imprese danneggiate a seguito degli eventi sismici del novembre 1980 e del febbraio 1981, tanto l'art. 22 della legge statale 14 maggio 1981, n. 219, (sostanzialmente trasfuso nell'art. 28 del d.l.vo 30 marzo 1990, n....»
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Cassazione civile, Sez. VI-5, ordinanza n. 6391 del 13 marzo 2013
«Il divieto di nuove eccezioni in appello, introdotto per il giudizio contenzioso ordinario con la legge 26 novembre 1990, n. 353, tramite la riforma dell'art. 345 c.p.c., e successivamente esteso al giudizio tributario dall'art. 57 del d.l.vo 31...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14710 del 26 giugno 2006
«Nel giudizio civile di legittimità, con le memorie di cui all'art. 378 c.p.c., possono essere sollevate questioni nuove rilevabili d'ufficio a condizione che il rilievo ex officio sia già possibile sulla base degli atti interni del processo, quali...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5098 del 21 maggio 1998
«Il luogo ove la prestazione lavorativa ha avuto inizio è un criterio di collegamento, per individuare il giudice del lavoro territorialmente competente, utilizzabile soltanto quando non è possibile, mancando un'autonoma e distinta fonte del...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 21506 del 19 settembre 2013
«Con riguardo alla controversia relativa ad un rapporto di lavoro ancora da costituire fra le parti, non possono operare - al fine della determinazione della competenza territoriale - né il foro del luogo in cui è sorto il rapporto (che presuppone...»
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Cassazione civile, Sez. VI-lav., ordinanza n. 768 del 15 gennaio 2013
«Il lavoratore che, essendo stato alle dipendenze di un datore di lavoro per contratti a termine seguiti da contratto a tempo indeterminato, agisca nei confronti del datore stesso e del cessionario del contratto di lavoro per sentirli condannare...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 21690 del 19 ottobre 2011
«Nel rito del lavoro il criterio della competenza territoriale del giudice del luogo dove si trova la dipendenza aziendale cui il lavoratore è addetto, in base a quanto previsto dall'art. 413, comma secondo, c.p.c., va riferito non all'atto con cui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9256 del 17 aprile 2009
«In tema di competenza territoriale nelle controversie di lavoro, il foro speciale costituito dal luogo in cui si trova l'azienda ex art. 413, secondo comma, c.p.c., va determinato, per le imprese gestite in forma societaria, in riferimento al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7489 del 5 giugno 2000
«Ai fini della competenza territoriale nelle controversie di lavoro la nozione di «dipendenza» alla quale è stato o è addetto il lavoratore ricorrente — richiamata dal secondo comma dell'art. 413 c.p.c. per l'ipotesi del rapporto di lavoro...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3974 del 1 aprile 2000
«In tema di competenza territoriale nel rito del lavoro, la previsione da parte dell'art. 413 c.p.c. del foro della dipendenza aziendale fa riferimento ad una nozione che non coincide con quella di unità produttiva rilevante ai fini di altre norme...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1887 del 18 febbraio 2000
«Ai fini della competenza territoriale nelle cause di lavoro le caratteristiche della dipendenza dell'azienda — costituita, ai sensi dell'art. 413 secondo comma c.p.c., da ogni complesso di beni decentrati e munito di propria individualità...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8686 del 22 ottobre 1994
«Costituisce dipendenza dell'azienda, ai sensi dell'art. 413, comma 2, c.p.c., ogni complesso di beni decentrati munito di propria individualità tecnico-economica, pur se di modesta entità, a condizione che lo stesso, per un verso, risulti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2723 del 22 marzo 1994
«Per dipendenza dell'azienda, ai fini dell'applicazione del relativo foro, ai sensi dell'art. 413, secondo comma, c.p.c., con riguardo a controversia concernente un rapporto di lavoro subordinato, deve intendersi una struttura organizzativa di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2884 del 6 aprile 1990
«In tema di competenza territoriale nelle cause di lavoro, il foro dell'azienda, intesa come complesso di beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa, il quale costituisce uno dei fori alternativamente concorrenti e prevalenti...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 13530 del 27 luglio 2012
«Nel rito del lavoro, si applica anche alle controversie introdotte dal datore di lavoro il principio secondo il quale i fori speciali esclusivi, alternativamente concorrenti tra loro, indicati dall'art. 413, secondo e terzo comma, c.p.c., per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5356 del 29 maggio 1998
«In tema di competenza territoriale in ordine alle controversie soggette al nuovo rito del lavoro, il secondo comma dell'art. 413 (nuovo testo) c.p.c. — di cui è manifestamente infondato il sospetto di incostituzionalità in riferimento agli artt....»