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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2543 del 3 dicembre 1970
«La prova per testimoni della simulazione è ammissibile senza alcun limite, anche tra le parti, qualora sia diretta a far valere l'illiceità del contratto dissimulato o anche di una sola clausola dissimulata del contratto.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3247 del 4 ottobre 1976
«La volontà di risoluzione di un contratto non deve necessariamente risultare da una domanda espressamente proposta in giudizio, ben potendo essere implicitamente contenuta in altre domande, deduzioni e richieste, sia pure di diverso contenuto,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4081 del 26 settembre 1977
«La circostanza che un contraente chieda solo la risoluzione di un contratto collegato non preclude al giudice di pronunciare la risoluzione di un più ampio rapporto, se ritiene che quello da risolvere secondo la domanda di parte costituisca...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6492 del 22 marzo 2011
«La circostanza che una delle parti del contratto, nell'esecuzione degli obblighi assunti, abbia violato norme imperative, se può: comportarne la nullità, tuttavia non ne giustifica, di per sé, la risoluzione ai sensi dell'art. 1453 c.c., la quale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15290 del 12 luglio 2011
«In materia contrattuale, il diritto di scelta tra domanda di adempimento e domanda di risoluzione attribuito, dal primo comma dell'art. 1453 cod. civ., alla parte adempiente non si consuma all'esito della pronunzia di condanna del debitore...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13003 del 27 maggio 2010
«La facoltà, di cui all'art. 1453, secondo comma, c.c., di poter mutare nel corso del giudizio di primo grado, nonché in appello, e persino in sede di rinvio la domanda di adempimento in quella di risoluzione in deroga al divieto di "mutatio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9941 del 28 aprile 2006
«La regola posta dall'art. 1453, secondo comma, c.c., in forza della quale la parte può sostituire la domanda di adempimento del contratto con quella di risoluzione, trova applicazione anche nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9926 del 11 maggio 2005
«La stipulazione di un contratto a prestazioni corrispettive e l'inadempimento di uno dei contraenti sono, ai sensi dell'art. 1453 c.c., i fatti costitutivi del diritto dell'altro contraente ad ottenere la risoluzione del contratto, ovvero...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6161 del 27 marzo 2004
«Il secondo comma dell'art. 1453 c.c. deroga alle norme processuali che vietano la mutatio libelli nel corso del processo nel senso di consentire la sostituzione della domanda di adempimento del contratto con quella di risoluzione per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4123 del 22 marzo 2001
«Il principio dettato dall'art. 1453 c.c. che riconosce al creditore il diritto di domandare la risoluzione del contratto per inadempimento del debitore anche quando sia stato domandato l'adempimento, non soffre eccezioni neppure nel caso in cui il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4164 del 26 aprile 1999
«La previsione del secondo comma dell'art. 1453 c.c., in forza della quale è possibile, in deroga alle norme processuali che dispongono il divieto della mutatio libelli nel corso del processo, la sostituzione — anche in appello ed eventualmente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4361 del 29 aprile 1998
«L'esercizio dello jus variandi di cui all'art. 1453 è consentito quando la domanda di risoluzione e quella d'adempimento sono proposte nello stesso giudizio in via subordinata. Non altrettanto può dirsi quando la manifestazione di volontà del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4830 del 18 maggio 1994
«La disposizione dell'art. 1453 comma secondo c.c. la quale in deroga agli artt. 183, 184, 345 c.p.c. consente di sostituire all'originaria domanda di esecuzione del contratto quella di risoluzione per inadempimento, trova applicazione anche nel...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1698 del 11 febbraio 1993
«Il mutamento della domanda di adempimento in quella di risoluzione, costituendo esercizio di una facoltà riconosciuta dalla legge (art. 1453 comma secondo c.c.), non richiede l'accettazione del contraddittorio della controparte né, per altro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26152 del 27 dicembre 2010
«Il divieto, posto dall'articolo 1453 c.c., di chiedere l'adempimento, una volta domandata la risoluzione del contratto, viene meno e non ha più ragion d'essere quando la domanda di risoluzione venga rigettata, rimanendo in vita in tal caso il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1077 del 19 gennaio 2005
«Il principio dell'inammissibilità della domanda di adempimento proposta successivamente a quella di risoluzione (art. 1453 c.c.) deve ritenersi applicabile alla duplice condizione: 1) che la domanda di risoluzione sia stata proposta senza riserve,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1457 del 9 febbraio 1995
«Il divieto posto dall'art. 1453 c.c. di chiedere l'adempimento una volta domandata la risoluzione del contratto, non può essere inteso in senso assoluto, ma è operante soltanto nei limiti in cui esiste l'interesse attuale del contraente, che ha...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5838 del 24 maggio 1993
«Posto che il secondo comma dell'art. 1453 c.c., per cui non può più chiedersi l'adempimento quando è stata domandata la risoluzione, è posto nell'interesse della parte convenuta inadempiente, cui vuole evitare di dover programmare insieme la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7078 del 25 novembre 1983
«Al fine della proponibilità della domanda di adempimento del contratto a prestazioni corrispettive, l'ostacolo costituito del precedente esperimento di azione per la risoluzione del contratto medesimo (art. 1453 secondo comma c.c.) viene meno a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18515 del 20 agosto 2009
«L'azione di risoluzione del contratto per inadempimento e la relativa azione risarcitoria hanno differenti presupposti applicativi, perché la prima esige che l'inadempimento di una delle parti non sia di scarsa importanza, avuto riguardo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5100 del 9 marzo 2006
«Ai sensi dell'art. 2935 c.c., il termine di prescrizione, in relazione al risarcimento di ogni danno da inadempimento, inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere, indipendentemente dalla data della pronuncia risolutiva.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7829 del 19 maggio 2003
«In tema di risoluzione del contratto per inadempimento, qualora la parte adempiente abbia proposto domanda di risoluzione e di risarcimento dei danni da inadempimento, non limitandosi a chiedere la condanna generica, il danno può essere liquidato...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 940 del 22 gennaio 2003
«Il divieto di premi in danaro in concorsi banditi da privati, posto dall'art. 51 del R.D.L. 19 ottobre 1938, n. 1933, convertito in legge 5 giugno 1939, n. 973, opera soltanto sul piano della necessaria autorizzazione amministrativa e non svolge...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2382 del 17 marzo 1999
«Lo scioglimento del contratto conseguente al legittimo esercizio della relativa facoltà da parte di uno dei contraenti ha efficacia soltanto "ex nunc", e produce, pertanto, la caducazione delle obbligazioni scaturenti dal contratto ormai non più...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3678 del 16 dicembre 1971
«Se è vero che ogni richiesta di risarcimento di danni per inadempimento contrattuale ha il suo logico presupposto, ai sensi dell'art. 1453 c.c., in via alternativa o nella risoluzione del rapporto contrattuale o nella richiesta di adempimento,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13248 del 31 maggio 2010
«Nelle locazioni di immobili ad uso diverso dall'abitazione, alle quali non si applica la disciplina di cui all'art. 55 della legge 27 luglio 1978, n. 392, l'offerta o il pagamento del canone (che, se effettuati dopo l'intimazione di sfratto, non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11967 del 28 giugno 2004
«In un contratto a prestazioni corrispettive, qualora la rinunzia all'azione di risoluzione venga ravvisata in un comportamento di effettiva esecuzione del contratto, posto in essere dal rinunziante ed accettato dall'altra parte, non assume rilievo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1595 del 9 febbraio 1993
«Nei contratti a prestazioni corrispettive (nella specie, vendita) l'adempimento tardivo di una parte può essere legittimamente rifiutato dall'altra parte adempiente anche nel caso in cui quest'ultima non abbia ancora proposto la domanda per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6247 del 24 novembre 1981
«Nei contratti a prestazioni corrispettive, dal principio fissato dal terzo comma dell'art. 1453 c.c., secondo il quale dalla data della domanda di risoluzione l'inadempiente non può più adempiere la propria obbligazione, si evince che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6880 del 18 giugno 1991
«L'art. 1453 comma terzo non introduce per il convenuto un divieto assoluto di adempimento dopo la proposizione della domanda di risoluzione ma si limita a sancire l'inefficacia di un adempimento tardivo a sanare o a lenire le conseguenze del...»