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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9986 del 16 maggio 2016
«Qualora, nell'atto di appello, la società appellante risulti diversa da quella costituita in primo grado, il giudice del merito, al fine di decidere in ordine alla validità dell'impugnazione, non può omettere di valutare gli elementi che rendano...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 2 aprile 1977
«A seguito della dichiarazione di illegittimità costituzionale delle norme che attribuivano al Ministero della difesa il potere di provvedere in ordine alla liberazione condizionale dei militari condannati, la competenza a decidere appartiene, in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7866 del 4 settembre 1985
«L'attenuante della «dissociazione» non si configura allorché l'imputato riveli in udienza alcuni nomi di complici e meglio precisi la sua posizione di correo, in quanto si tratta di elementi che, se non sono seguiti da oggettiva attività di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10238 del 19 ottobre 1988
«La concessione o il diniego di circostanze attenuanti generiche rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il quale è tenuto a giustificare il corretto uso di tale potere, al fine di dimostrare che non sia trasmodato in arbitrio....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11791 del 24 agosto 1990
«In materia di impugnazioni, l'istanza con la quale le parti richiedono concordemente l'accoglimento, in tutto o in parte, dei motivi d'appello e indicano al giudice la pena, a norma dell'art. 599, comma secondo, nuovo c.p.p., è ammissibile anche...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11911 del 29 agosto 1990
«La censura con la quale il pubblico ministero impugni il riconoscimento in appello delle circostanze attenuanti generiche sotto il profilo della violazione dell'art. 515 c.p.p., non essendovi stato sul punto alcun specifico gravame, incontra un...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3860 del 17 marzo 1990
«Ai fini della concessione della circostanza attenuante della riparazione del danno, di cui all'art. 62, n. 6, c.p., è correttamente negato dal giudice d'appello qualsiasi valore probatorio alla esibita copia informale di un atto di transazione e...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6183 del 28 aprile 1990
«In tema di risarcimento del danno da fatto illecito, trattandosi di debito di valore che si trasforma in debito di valuta, il giudice di appello deve adeguare il quantum alla svalutazione monetaria verificatasi, anche se il danno sia stato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1133 del 30 gennaio 1991
«In tema di applicazione e comparazione delle circostanze attenuanti, l'art. 597, quinto comma, nuovo c.p.p. conferisce al giudice di appello la relativa facoltà, l'esercizio della quale non comporta, di regola, una specifica motivazione, a meno...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11941 del 22 novembre 1991
«In tema di appello, non sussiste l'obbligo per il giudice di motivare sulla mancata concessione della sospensione condizionale della pena non richiesta dall'imputato con i motivi di gravame o in sede di trattazione dell'impugnazione. L'art. 597,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11973 del 22 novembre 1991
«È inammissibile il ricorso dell'imputato che lamenta il mancato giudizio di prevalenza delle riconosciute attenuanti generiche sulla contestata recidiva se tale punto ha formato legittimamente oggetto dell'accordo intervenuto nel giudizio di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12200 del 29 novembre 1991
«Quando l'appellante, nel dibattimento di appello, concorda con il procuratore generale la misura della pena, rinunciando a tutti gli altri motivi del gravame, la richiesta e la rinuncia ai motivi non hanno effetto soltanto se il giudice decida in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5097 del 7 maggio 1991
«La rinuncia a uno o più motivi di appello produce l'effetto di limitare la cognizione del gravame ai capi o ai punti della decisione ai quali si riferiscono i rimanenti motivi; con la conseguenza che l'imputato non può dolersi con il ricorso per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5161 del 9 maggio 1991
«Le attenuanti generiche, negate dal primo giudice, non impongono al giudice d'appello, che le concede, di diminuire la pena precedentemente inflitta quando, nel procedere al giudizio di comparazione imposto dal concorso di circostanze di segno...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6580 del 13 giugno 1991
«L'esito della procedura camerale prevista dall'art. 599 comma quarto, nuovo c.p.p. — e, cioè, la conclusione del concordato intervenuto fra le parti sui motivi di appello — quale espressione dell'ampio potere dispositivo concesso alle parti dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6939 del 28 giugno 1991
«In tema di impugnazione, il giudice di appello — come espressamente impone l'art. 605 nuovo c.p.p., fuori dell'ipotesi dell'art. 604 stesso codice (sentenze di annullamento) — emette sentenze che confermano o riformano in tutto o in parte quelle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9842 del 20 settembre 1991
«Il cosiddetto patteggiamento in appello — che non comporta alcuna riduzione premiale né vantaggi di altro genere per l'imputato — non vincola il giudice, il quale, quando le parti concordano sull'accoglimento di tutti o di alcuni motivi con...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11076 del 17 novembre 1992
«La sentenza di proscioglimento emessa dal Gip in sede di valutazione della richiesta di decreto penale di condanna, formulata dal P.M., è soggetta, in difetto di specifica e diversa normativa, alle ordinarie impugnazioni previste dagli artt. 568 e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11078 del 17 novembre 1992
«La sent. n. 443/90 con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 444, secondo comma, secondo periodo, per violazione dell'art. 24, primo comma Cost., nella parte in cui non prevede che il giudice penale possa...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1119 del 25 giugno 1992
«L'ordinanza emessa de plano, su istanza di parte di revoca di sequestro adottato in relazione al reato di cui all'art. 416 bis c.p., dal giudice che, avendo in sede di appello definito assolutoriamente il procedimento, aveva omesso di provvedervi,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1164 del 7 febbraio 1992
«Per il combinato disposto degli artt. 585 comma quarto c.p.p. 1988 e 167 att., i «motivi nuovi» devono riguardare i capi e i punti della decisione enunciati a norma dell'art. 581 comma primo lett. a), ai quali si riferisce l'impugnazione....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11642 del 4 dicembre 1992
«Il mancato esercizio di un potere discrezionale, quale quello attribuito dall'art. 597, quinto comma c.p.p. al giudice d'appello, che può applicare d'ufficio la sospensione condizionale della pena, la non menzione della condanna ed una o più...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11734 del 5 dicembre 1992
«Nello stabilire i limiti della cognizione attribuita al giudice di appello, l'art. 597, quarto comma, c.p.p., dispone che, in caso di accoglimento dell'appello dell'imputato relativo a circostanze e a reati concorrenti, anche se unificati dalla...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11741 del 5 dicembre 1992
«L'annullamento per nuovo esame della sentenza, per erronea applicazione dell'art. 468, primo comma, c.p.p., e dell'ordinanza dibattimentale con la quale il pretore abbia ritenuto non ammissibile — sulla base di una errata interpretazione di detta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11945 del 15 dicembre 1992
«A seguito della sent. 10 ottobre 1990, n. 435 della Corte costituzionale, la corte d'appello provvede in camera di consiglio solo nei casi previsti dall'art. 599, primo comma c.p.p. Di conseguenza, non può in appello applicarsi il rito camerale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11946 del 15 dicembre 1992
«Correttamente esprime il proprio dissenso il P.M., ove la parte privata abbia fondato la richiesta di patteggiamento ex art. 599 c.p.p. sull'applicazione della continuazione tra i reati ascritti. Siffatta ipotesi, invero, non figura tra quelle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12066 del 19 dicembre 1992
«Il rigore dell'inammissibilità del motivo di impugnazione relativo a vizio di motivazione dedotto contestualmente alla dichiarazione di gravame e prima del deposito del provvedimento, prospettabile in relazione al giudizio di cassazione, ove...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1236 del 21 luglio 1992
«È inammissibile il ricorso avverso l'ordinanza camerale — assunta ex art. 600 nuovo c.p.p. — con la quale il giudice abbia rigettato l'istanza di revoca della provvisionale proposta dall'imputato nella fase degli atti preliminari al dibattimento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1523 del 14 febbraio 1992
«La semplificazione e la maggiore celerità, che caratterizza il giudizio camerale, nell'ipotesi prevista dall'art. 599 c.p.p. non consente, di superare l'esplicito contenuto delle disposizioni dettate dall'art. 601 c.p.p. che disciplina ex professo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 170 del 10 gennaio 1992
«Il procedimento di appello in camera di consiglio, disciplinato dall'art. 599, comma quarto, c.p.p., nella parte non dichiarata incostituzionale dalla sentenza n. 435 del 10 ottobre 1990 della Corte costituzionale, prevede che, ove il giudice non...»