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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14151 del 5 aprile 2001
«Attese le profonde differenze tra il c.d. «patteggiamento in appello», previsto dall'art. 599, comma 4, c.p.p. (nel testo novellato dall'art. 1 della legge 19 gennaio 1999 n. 14), e quello ordinario disciplinato dagli artt. 444 ss. c.p.p., è da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5087 del 7 maggio 1991
«La procedura camerale posta in essere nel giudizio di appello, in esito all'accordo intervenuto tra le parti in ordine alla rinuncia ad alcuni motivi di gravame ed all'accoglimento di altri - con conseguente, nuova statuizione sulla pena - deve...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5332 del 4 febbraio 2008
«È illegittima la decisione del giudice di appello, che, a fronte dell'accordo delle parti di cui all'art. 599, comma quarto c.p.p., subordinato alla concessione dei benefici di legge ovvero anche solo accompagnato dalla richiesta degli stessi,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35557 del 16 settembre 2003
«In tema di «patteggiamento in appello», il giudice, nell'accogliere la richiesta avanzata a norma dell'art. 599, quarto comma, c.p.p., non è tenuto a motivare sul mancato proscioglimento dell'imputato per taluna delle cause previste dall'art. 129...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35108 del 4 settembre 2003
«In tema di c.d. patteggiamento in appello il giudice d'appello nell'accogliere la richiesta avanzata a norma dell'art. 599, comma 4, c.p.p., non è tenuto a motivare sul mancato proscioglimento dell'imputato per taluna delle cause previste...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43535 del 23 dicembre 2002
«Il giudice competente per l'esecuzione, nell'ipotesi di sentenza emessa a norma dell'art. 599, comma 4, c.p.p., il cui tema di indagine e di decisione è circoscritto nell'ambito dei motivi non rinunciati, deve essere individuato caso per caso in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8687 del 6 marzo 2002
«In tema di pena concordata tra le parti in sede di appello ai sensi dell'art. 599, comma 4, c.p.p., nell'ipotesi che l'accordo sia subordinato alla concessione della sospensione condizionale della pena al giudice che non ritenga concedibile il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5893 del 16 febbraio 2000
«Allorché l'appellante concorda con il procuratore generale la misura della pena, ai sensi dell'articolo 599, comma quarto, c.p.p., rinunciando a tutti gli altri motivi di impugnazione, non può poi dolersi della omessa o illogica motivazione in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4125 del 21 aprile 1999
«In tema di patteggiamento in appello, la richiesta concordata tra difesa e pubblico ministero in ordine alla misura finale della pena vincola il giudice nella sua integrità, in quanto la richiesta accolta deve essere basata, oltre che sulla esatta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2023 del 28 luglio 1998
«Qualora il giudice dell'appello ritenga di non accogliere la richiesta concordata tra difesa e pubblico ministero in punto di pena con rinunzia agli altri motivi, ai sensi degli artt. 599, comma quarto, e 602, comma secondo, c.p.p., non è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2689 del 13 giugno 1998
«L'accordo sulla pena in appello tra le parti che, a norma dell'art. 599 c.p.p., rinuncino agli altri motivi, comporta il passaggio in giudicato della sentenza in tema di responsabilità, senza che in alcun modo la decisione possa connotarsi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1760 del 17 aprile 1998
«L'istituto del c.d. «patteggiamento in appello» disciplinato dagli artt. 599, comma quarto, e 602, comma secondo, c.p.p. che consente — previa rinunzia contestuale dell'imputato a tutti gli altri motivi di appello sulle questioni di merito, ad...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6879 del 14 luglio 1997
«In sede di definizione del procedimento mediante il c.d. patteggiamento in appello, il giudice di appello non può esercitare il potere di applicare d'ufficio, con la sentenza, la sospensione condizionale della pena, la non menzione della condanna,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 582 del 7 marzo 1996
«La rinuncia ai motivi di merito e l'accordo raggiunto, ai sensi dell'art. 599 c.p.p., con il P.G. sulla riduzione della pena, configurano una sostanziale rinuncia dell'imputato a difendersi sul merito dell'accusa, il che equivale ad una forma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41126 del 19 novembre 2001
«In tema di cognizione del giudice di appello, pur essendo previsto che la sospensione condizionale della pena possa essere concessa di ufficio, nessun obbligo di motivazione è stabilito a carico del giudice di secondo grado; ne consegue che il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10251 del 27 agosto 1999
«Il divieto della reformatio in peius è un principio di portata generale che opera anche nel giudizio di rinvio; qualora la sentenza di appello sia stata annullata per ragioni esclusivamente processuali tale divieto deve essere rispettato solo in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2003 del 18 febbraio 1998
«Pur quando appellante avverso una sentenza di condanna sia il pubblico ministero il giudice d'appello, nel respingere il gravame, non può, senza violare il principio di devoluzione sancito dall'art. 597, comma 1, c.p.p. operare, ai sensi del comma...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4672 del 30 novembre 1994
«Allorché il giudice d'appello non rilevi diversità tra i fatti per cui è intervenuta condanna e quelli descritti nel decreto di citazione a giudizio, bensì diversità tra i fatti risultanti dagli atti e quelli ritenuti sussistenti dal giudice di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11311 del 25 novembre 1992
«Il giudice di appello non ha poteri di cognizione e di decisione più ampi di quelli del giudice di primo grado, secondo il dettato dell'art. 597. Ne deriva che per ripristinare il corso ordinario del procedimento per decreto allorquando il Gip,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5980 del 30 maggio 1991
«L'effetto devolutivo dell'appello non impedisce il riesame e la decisione delle questioni necessariamente connesse ai motivi espressamente formulati, ma tale principio non può trovare applicazione nei rapporti tra il motivo esplicito riflettente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 27460 del 24 giugno 2014
«Non sussiste la violazione del divieto di "reformatio in peius" qualora, ancorché sia proposta impugnazione da parte del solo imputato, il giudice di appello, senza aggravare la pena inflitta, attribuisca al fatto una diversa e più grave...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 24661 del 11 giugno 2014
«Viola il divieto di "reformatio in peius" la sentenza d'appello che, in riforma di quella di primo grado, la quale aveva ritenuto la sussistenza di circostanze aggravanti e determinato la pena in quella minima prevista dalla legge per il delitto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15892 del 9 aprile 2014
«Incorre nella violazione del divieto della "reformatio in pejus" il giudice di appello che, in assenza di impugnazione del pubblico ministero, applichi all'imputato una misura di sicurezza personale, quando nessuna misura di sicurezza sia stata...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12363 del 17 marzo 2014
«Nel giudizio di appello instaurato a seguito di impugnazione del solo imputato, viola il divieto di "reformatio in peius", il giudice che, assolvendo il giudicabile da uno dei reati a lui ascritti in continuazione, non elimina dal cumulo delle...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39837 del 25 settembre 2013
«Nel giudizio di appello instaurato a seguito di impugnazione del solo imputato, viola il divieto della reformatio in peius, il giudice che, in ipotesi di reato continuato, assolva l'imputato dalla violazione ritenuta più grave in primo grado e...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 33752 del 2 agosto 2013
«Il giudice di appello, dopo aver escluso una circostanza aggravante o riconosciuto un'ulteriore circostanza attenuante in accoglimento dei motivi proposti dall'imputato, può, senza incorrere nel divieto di "reformatio in peius", confermare la pena...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4162 del 28 gennaio 2013
«Nel giudizio di rinvio a seguito di annullamento della sola condanna per il reato più grave, il giudice non è vincolato nella determinazione della pena per il reato residuo, meno grave, alla quantità di pena già individuata quale aumento "ex" art....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15648 del 20 aprile 2011
«È illegittima, per contrasto col divieto di "reformatio in peius", l'ordinanza del giudice d'appello che, in assenza di impugnazione dell'imputato, proceda a correggere la pena irrogata nel dispositivo della sentenza di primo grado aumentandola...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 48334 del 17 dicembre 2009
«Non viola il divieto di "reformatio in pejus" il giudice di appello che, applicato dal primo giudice il minimo edittale secondo la previgente disposizione, abbia tenuto conto della riduzione per novella legislativa di quel parametro applicando...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5835 del 12 febbraio 2010
«Non viola il divieto della "reformatio in peius" il giudice di appello che, richiesto dell'applicazione della continuazione tra più reati per uno dei quali è stata pronunciata sentenza di condanna a pena sospesa, revochi, nel riconoscere la...»