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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4717 del 4 giugno 1986
«Si configura il delitto di sequestro di persona nel comportamento minaccioso dell'imputato, il quale, detenuto, consegua, in virtù di tale comportamento, l'effetto di privare un altro detenuto della libertà personale, intesa come libera scelta del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5454 del 12 giugno 1986
«La cosa rubata e poi abbandonata dal ladro non costituisce res derelicta, la cui appropriazione sia consentita a chiunque, poiché non vi è abbandono senza la volontà dell'avente diritto e tale non può certamente ritenersi quella del ladro e poiché...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5956 del 20 giugno 1986
«Il reato di cui all'art. 659, secondo comma, c.p. (esercizio di professioni o mestieri rumorosi) deve essere considerato permanente, poiché l'azione o l'omissione può essere ininterrottamente continuativa, con possibilità del soggetto di farla...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7062 del 5 luglio 1986
«Per configurarsi il tentativo di rapina, non è sufficiente che l'attività dell'agente sia virtualmente idonea a produrre l'impossessamento della cosa mobile altrui mediante violenza o minaccia e che la direzione degli atti sia univoca, ma è...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7382 del 11 luglio 1986
«Il delitto di estorsione, che è un tipico delitto contro il patrimonio, si distingue dalla violenza privata, che è un reato contro la libertà morale, per il fine specifico di conseguire un ingiusto profitto con altrui danno. (Nella specie,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10086 del 28 settembre 1987
«Ai fini della sussistenza della circostanza aggravante dell'azione compiuta da più persone riunite, prevista per il delitto di rapina dall'art. 628, terzo comma, n. 1 c.p., ha rilevanza la simultanea ed effettiva presenza di una pluralità di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11669 del 17 novembre 1987
«Nel reato permanente la consumazione si protrae per un tratto di tempo per volontà cosciente dell'agente con la conseguenza che, nel caso di successione di leggi più severe, qualora la permanenza si protragga sotto il vigore della nuova legge, è...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1371 del 6 febbraio 1987
«Ai fini della sussistenza del delitto di sequestro di persona, di cui all'art. 605 c.p., il mezzo adoperato per privare la vittima della libertà personale può consistere anche in minacce atte a creare una persistente situazione di annullamento...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4137 del 4 aprile 1987
«Il delitto di rapina si consuma nel momento in cui la cosa, pur rimanendo nella sfera di vigilanza del soggetto passivo, entra nell'orbita della disponibilità dell'agente, non avendo giuridica rilevanza né il criterio spaziale inerente al luogo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10837 del 11 novembre 1988
«Ai fini della configurabilità della legittima difesa, anche putativa, pur non occorrendo la sussistenza di un'aggressione attuale, è necessario che sussista comunque l'attualità di un pericolo, intendendosi per attuale un pericolo presente o...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12215 del 13 dicembre 1988
«Non sussiste alcuna violazione del principio di correlazione tra la sentenza e l'accusa contestata ove l'imputato di furto sia ritenuto colpevole invece del delitto di ricettazione in quanto il contenuto essenziale di questa seconda imputazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4508 del 12 aprile 1988
«Il riconoscimento delle attenuanti generiche non è incompatibile con la determinazione della pena oltre il minimo edittale, in quanto il beneficio dell'art. 62 bis c.p. ha una sua ragione autonoma, ravvisabile in situazioni atipiche o nelle stesse...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6355 del 27 maggio 1988
«In tema di peculato, la nozione di possesso considerata nell'art. 314 c.p. va intesa nel duplice significato di materiale detenzione o di disponibilità giuridica dei beni materialmente detenuti da altri, dei quali l'agente possa conseguire la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8926 del 22 agosto 1988
«Per la sussistenza della circostanza aggravante di cui all'art. 625, n. 1 c.p., occorre un nesso finalistico tra l'ingresso nell'abitazione della persona offesa e l'impossessamento da parte del colpevole della cosa mobile ad essa sottratta, e non...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11589 del 7 settembre 1989
«La condotta menzognera dell'imputato legittima la negazione delle attenuanti generiche.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12260 del 18 settembre 1989
«I due elementi costitutivi — sequestro di persona ed estorsione — del reato complesso di cui all'art. 630 c.p. si realizzano non appena l'agente ha privato la vittima della sua libertà personale al fine di ottenere il prezzo della sua liberazione,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16155 del 21 novembre 1989
«La desistenza volontaria ha natura di esimente e quindi l'imputato ha l'onere di provare (o almeno di allegare) le circostanze di fatto in base alle quali essa viene ad essere integrata.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16817 del 1 dicembre 1989
«L'art. 388 c.p. (mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice) prevede nella prima parte — concernente la mancata esecuzione degli obblighi civili nascenti da una sentenza di condanna — il compimento di atti fraudolenti, diretti ad...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6949 del 9 maggio 1989
«Sebbene la norma di cui all'art. 633 c.p. (invasione di terreni o edifici) intenda tutelare non la proprietà in senso giuridico civilistico, bensì la posizione di fatto tra soggetto e bene, tuttavia si impone pur sempre, nel caso della imputazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10092 del 10 luglio 1990
«In tema di corruzione, è corretta la decisione che neghi la prevalenza delle attenuanti generiche sull'aggravante in considerazione della qualità di amministratore pubblico dell'imputato.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12199 del 6 settembre 1990
«La sospensione condizionale della pena non può essere applicata, quando l'imputato non è stato identificato con certezza, in ordine alle sue generalità. In tal caso infatti non potendosi verificare se i dati dichiarati corrispondono con quelli...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12340 del 13 settembre 1990
«È ravvisabile il delitto di tentata estorsione nel caso in cui l'agente tenga un comportamento minaccioso, tale da incutere timore, attuato con la volontà di costringere un venditore concorrente — nella specie degli stessi prodotti ortofrutticoli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13348 del 11 ottobre 1990
«L'art. 2, terzo comma, c.p. prevede le ipotesi in cui una legge posteriore al tempo del commesso reato modifichi la fattispecie incriminatrice anteriore, senza abolire l'incriminazione né crearne di nuove, e fissa il principio dell'applicabilità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15437 del 21 novembre 1990
«In tema di valutazione probatoria delle dichiarazioni rese da un testimone, successivamente imputato di falsa testimonianza, il principio stabilito dagli ultimi cpv. dell'art. 192 c.p.p. non significa che ogni qual volta vi sia un'imputazione di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 15583 del 24 novembre 1990
«L'attenuante della riparazione del danno non è applicabile qualora il risarcimento sia stato effettuato da un ente assicuratore, anche se il contratto di assicurazione sia stato stipulato dall'imputato per la propria responsabilità civile.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16401 del 13 dicembre 1990
«Ai fini della concessione dell'attenuante del risarcimento del danno, il risarcimento, oltre che volontario, integrale e antecedente al giudizio di primo grado, deve essere effettivo, nel senso che deve consistere in una reale e concreta elisione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16681 del 19 dicembre 1990
«È legittimo il diniego delle attenuanti generiche qualora l'imputato le richieda in relazione ad una confessione che, lungi dal palesare puro e semplice ravvedimento, costituisca viceversa la manifestazione di un preciso calcolo di fronte alle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2497 del 22 febbraio 1990
«Le attenuanti di cui all'art. 62 bis c.p. possono essere negate anche sulla base dei soli precedenti penali dell'imputato.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2530 del 22 febbraio 1990
«L'ignoranza della legge penale, considerata con riguardo al nuovo testo dell'art. 5, c.p., come risulta formulato a seguito della decisione della Corte costituzionale del 24 marzo 1988, n. 364, non può essere invocata da chi, professionalmente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 275 del 15 gennaio 1990
«Il diniego delle attenuanti, specificamente richieste dall'imputato nei motivi di impugnazione, deve essere sorretto da congrua motivazione. (Nella fattispecie la corte ha annullato la sentenza del giudice di merito per avere affermato in modo...»