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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 39187 del 23 settembre 2013
«Il reato di commercio o somministrazione di medicinali guasti o imperfetti integra una fattispecie di pericolo presunto, in quanto mira ad impedirne l'impiego a scopo terapeutico, sanzionando ogni condotta che renda probabile o possibile la loro...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6072 del 30 gennaio 2008
«Il delitto di violenza carnale di cui all'art. 519 c.p. rientra nel catalogo di quelli ostativi ai fini dell'applicazione dell'indulto benché la legge n. 241 del 2006 non ne faccia menzione, perché essa fa espresso riferimento al delitto di cui...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1965 del 12 ottobre 1995
«In tema di violenza carnale, il reato è perseguibile di ufficio ogni qual volta sia connesso, sia pure solo dal punto di vista investigativo, con altri delitti perseguibili di ufficio, come sono ad esempio i reati di induzione e agevolazione della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8168 del 19 luglio 1994
«Non è censurabile dal giudice di legittimità l'apprezzamento del giudice di merito, il quale abbia ritenuto che il delitto di ratto a fine di libidine e quello di violenza carnale siano rimasti nettamente separati in relazione alle condotte, non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3141 del 15 marzo 1994
«Ai fini della configurabilità del delitto di violenza carnale, non si richiede che la violenza sia tale da annullare la volontà del soggetto passivo, ma è sufficiente che la volontà risulti coartata. Neppure è necessario che l'uso della violenza o...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12784 del 18 dicembre 1991
«Al fine di accertare l'elemento della costrizione nel delitto di cui all'art. 519 c.p. non è utile comparare la condotta del soggetto passivo rispetto a parametri comportamentali prevedibili e dettati dall'esperienza, in specie quando la violenza...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5559 del 22 maggio 1991
«Il delitto di ratto a fine di libidine concorre con quelli di violenza carnale o di atti di libidine violenti, soltanto quando le due condotte non coincidano temporalmente, ma sia stato posto in essere da parte del soggetto attivo un quid pluris....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12837 del 28 dicembre 1988
«Il coito vulvare, incompleto, abnorme integra l'elemento materiale del delitto di violenza carnale (nella specie nei confronti di una bambina di nove anni), non essendo necessaria la completa immissione dell'organo maschile.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9212 del 27 giugno 1990
«Il delitto di violenza carnale presunta, di cui all'art. 519, cpv., n. 2, c.p., prescinde dalla regolarità, tipicità o legittimità del rapporto di affidamento e, segnatamente, di cura che può ben configurarsi anche nei confronti di un...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3999 del 22 maggio 1986
«Integra la materialità del delitto di atti di libidine violenti, di cui all'art. 521 c.p., qualunque atto, diverso dalla congiunzione carnale, suscettivo di dare sfogo alla concupiscenza, anche in modo non completo, e di durata brevissima. A tale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 470 del 15 gennaio 1985
«L'art. 521 c.p. incrimina gli «atti» di libidine violenti e non l'«atto di libidine violento»; ciò significa che possono integrare la materialità del delitto sia una singola manifestazione di concupiscenza sia una pluralità senza che, in questa...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 515 del 19 gennaio 1984
«Integra la materialità del delitto di atti di libidine qualunque atto, diverso dalla congiunzione carnale, suscettivo di dare sfogo alla concupiscenza, come toccamenti lascivi e ancor più gravemente, strofinamenti dell'organo virile sugli organi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3796 del 15 maggio 1986
«In tema di delitti contro la libertà sessuale, non può parlarsi di atti inequivocabilmente libidinosi in caso di visita medica — in linea generale e fatti salvi alcuni casi particolari — solo quando la visita medica debba necessariamente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7186 del 24 maggio 1990
«L'assorbimento del delitto di atti di libidine violenti in quello di violenza carnale si ha soltanto in caso di contestualità degli atti integranti i due reati: in tal caso infatti il delitto di cui all'art. 519 c.p. assume la configurazione di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11951 del 12 dicembre 1985
«Il delitto di atti di libidine abusivi, di cui al secondo comma dell'art. 521 c.p., che consiste nell'induzione agli atti di libidine di persona che si trovi nelle condizioni previste dall'art. 519, secondo comma (violenza carnale presunta e...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2170 del 6 marzo 1985
«Nell'ipotesi in cui l'agente, per unirsi carnalmente con la vittima, espleti la sua azione attraverso atti libidinosi sul corpo della stessa, qualora il congiungimento non avvenga per qualsiasi ragione, deve rispondere del delitto di atti di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10235 del 29 ottobre 1982
«Il delitto di atti di libidine abusivi di cui all'art. 521 cpv. c.p. (che consiste nella induzione agli atti di libidine di persona che si trovi nelle condizioni previste dagli artt. 519 cpv. e 520 c.p., violenza carnale presunta e abusiva, e...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2074 del 5 marzo 1997
«Nel caso in cui la pena per il delitto - nella specie ritenuto tentato - di atti di libidine violenti, di cui all'art. 521 c.p., non sia stata fissata nei limiti minimi, non viene in discussione l'applicazione della legge 15 febbraio 1996, n. 66....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 924 del 5 febbraio 1997
«I delitti di ratto a scopo di libidine o a scopo di matrimonio — previsti dagli artt. 523 e 522 c.p. ed abrogati per effetto della legge 15 febbraio 1996, n. 66 — pur avendo in comune con quello di sequestro di persona la privazione della libertà...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3851 del 24 aprile 1997
«A seguito dell'abrogazione dell'art. 523 c.p., la condotta materiale dell'abrogato delitto è ora sussumibile nella previsione dell'art. 605 c.p. Il ratto a fine di libidine era infatti costituito dai medesimi elementi del sequestro di persona, da...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46356 del 17 dicembre 2008
«Integra il delitto d'atti osceni e non quello d'ingiuria l'esibizione dell'organo genitale maschile con palpeggiamento simulatorio di una masturbazione, in quanto tale condotta lede palesemente il comune sentimento del pudore attinente alla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8159 del 25 settembre 1985
«Ai fini della sussistenza del delitto di atti osceni, di cui all'art. 527 c.p. non è necessaria la prova dell'effettiva masturbazione, ma è sufficiente, invece, la prova di una masturbazione ostentata, già come tale costituente manifestazione di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1368 del 24 novembre 1970
«Il delitto di atti osceni è un delitto di pericolo e non di danno; alla sua realizzazione concorrono l'oscenità degli atti — ravvisabile nella loro idoneità oggettiva all'offesa della morale e del sentimento di pudore altrui, in relazione alle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3855 del 24 aprile 1997
«Ai fini della configurabilità del reato di atti osceni è luogo esposto al pubblico anche un'auto in movimento. Deve perciò rispondere del delitto contestato il guidatore di un'autovettura che, mostrando i propri organi genitali, si affianchi anche...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7786 del 8 agosto 1996
«È ravvisabile il delitto di atti osceni, di cui all'art. 527 c.p., nel fatto di chi sosti con un'auto in luogo pubblico, in posizione visibile ed illuminata da lampioni e con transito fitto di auto e di persone, indossando un «miniabito» che lasci...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 13316 del 10 ottobre 1989
«Tra il delitto di atti osceni in luogo aperto al pubblico e quello di violazione di domicilio, e cioè di luogo privato, non sussiste incompatibilità logica, dato che i luoghi aperti o esposti al pubblico sono di norma luoghi privati, tra i quali...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1567 del 20 febbraio 1986
«È luogo pubblico quello continuamente libero, di diritto o di fatto, a tutti o ad un numero indeterminato di persone, ed è certamente tale il cunicolo di collegamento di due gallerie di autostrada cui possono accedere sia il personale delle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9132 del 25 ottobre 1984
«L'ospedale rientra fra i luoghi pubblici o aperti al pubblico, a seconda dei casi, per la presenza del personale dipendente, medico e paramedico, nonché del pubblico. Ciò anche nelle ore notturne, per le visite di controllo e di necessità degli...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7227 del 6 settembre 1984
«In tema di delitto di atti osceni, un “capanneto” ed un campo di grano non recintato ed adiacente una pubblica strada debbono essere qualificati luoghi aperti al pubblico. Infatti rientrano in tale categoria tutti quei luoghi, ancorché...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8616 del 20 ottobre 1983
«Ai fini della sussistenza del delitto di atti osceni, di cui all'art. 527 c.p., deve essere considerato luogo aperto al pubblico non solo quello al quale chiunque può accedere, ma anche quello aperto ad una sola categoria di persone che abbiano...»