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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3274 del 10 febbraio 2011
«Il procedimento per l'omologazione del concordato fallimentare - come disciplinato dall'art. 129 legge fall., nel testo introdotto dal d.l.vo 9 gennaio, n. 5 - non prevede l'impulso d'ufficio, bensì l'iniziativa di parte, mediante ricorso ex art....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11288 del 28 agosto 2001
«Il credito che deriva dall'esclusione del socio fallito, relativo alla liquidazione della quota, trova radice causale nella costituzione del vincolo sociale e rimane, pertanto, radicato nell'attività negoziale posta in essere in tempo anteriore al...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13342 del 19 luglio 2004
«Le somme dovute dall'assicuratore in forza di un contratto di assicurazione sulla vita sono impignorabili (art. 1923, primo comma, c.c.) e, in virtù del richiamo contenuto nell'art. 46 n. 5, legge fallimentare, non sono comprese nel fallimento;...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1879 del 27 gennaio 2011
«Il curatore del fallimento che proponga domanda giudiziale di risarcimento dei danni conseguenti ad un sinistro stradale verificatosi, in danno del fallito, in epoca antecedente al fallimento, non agisce in sostituzione dei creditori al fine della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13778 del 15 giugno 2006
«Il principio secondo il quale il provvedimento del giudice delegato di accertamento dei diritti dei creditori alla distribuzione proporzionale non ha valore di giudicato al di fuori del fallimento, in quanto detto provvedimento ha effetto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2754 del 25 febbraio 2002
«A tale principio si ricollega l'art. 55 L. fall. (esplicitamente richiamato dall'art. 169 L. fall. in tema di concordato preventivo), il quale, disponendo che i crediti sono conteggiati, agli effetti del concorso, per l'importo esistente alla data...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13446 del 29 maggio 2013
«Proposta una azione revocatoria ordinaria, fondata sull'assunto che il debitore abbia compiuto l'atto dispositivo prima del soggetto del debito, costituisce inammissibile mutamento della domanda la deduzione, in corso di causa, che l'atto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1740 del 25 gennaio 2008
«Costituisce domanda nuova quella del creditore che, dopo aver invocato l'esecuzione coattiva di un contratto preliminare rimasto inadempiuto, ponendo a base dell'atto introduttivo la richiesta di pronuncia costitutiva ex art. 2932 c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3216 del 1 marzo 2012
«Il principio della cristallizzazione della massa passiva non impedisce, di regola, la sostituzione del credito spettante, in via di surrogazione o regresso, al coobbligato solidale, il quale abbia pagato in data successiva alla dichiarazione di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6538 del 18 marzo 2010
«Pertanto, nell'ipotesi di estinzione da parte del terzo, poi fallito, di un'obbligazione preesistente cui egli sia estraneo, l'atto solutorio può dirsi gratuito, ai predetti effetti solo quando dall'operazione - sia essa a struttura semplice...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15515 del 7 dicembre 2001
«In tema di pagamento compiuto dal fallito per estinguere il debito di un terzo, la gratuità dell'atto, ai fini della revoca ex art. 64 della legge fallimentare, può essere affermata esclusivamente in relazione al debitore, poiché l'adempimento ex...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11093 del 11 giugno 2004
«Conseguentemente, se il garante si è fatto promettere «a parte» un vantaggio o compenso dal debitore principale per facilitargli, con la garanzia prestata, la concessione di una dilazione per il pagamento del debito scaduto, senza che compenso al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1407 del 22 febbraio 1996
«È illegittima la formula del giuramento suppletorio che immuti la causa petendi contenuta nella domanda e che, anziché avere ad oggetto circostanze ben determinate che, quali fatti storici, siano state percepite dal giurante con i sensi o con...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 29420 del 17 dicembre 2008
«Qualora sia stata proposta un'azione revocatoria ordinaria per fare dichiarare inopponibile ad un singolo creditore un atto di disposizione patrimoniale compiuto dal debitore e, in pendenza del relativo giudizio, a seguito del sopravvenuto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6232 del 15 luglio 1987
«L'art. 265 c.p.c. autorizza il giudice ad avvalersi del giuramento estimatorio per il solo fatto che la parte tenuta a rendere il conto non lo presenti, in presenza dell'accertata impossibilità di determinare altrimenti il credito dell'avente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15821 del 14 dicembre 2001
«Nella revocatoria fallimentare l'inefficacia non costituisce una forma di tutela di una parte del negozio contro l'altra e prescinde dalle situazioni di validità ed efficacia del rapporto tra le parti originarie (salvo che l'atto, per nullità e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2413 del 20 luglio 1994
«La detta nozione — non postulando un rapporto di mediatezza tra la res e l'illecito — resta, infatti, designata dal nesso strumentale con la necessità per l'accertamento del reato in cui si esprime la sua valenza teleologica. (Nella fattispecie la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16032 del 20 dicembre 2000
«A seguito della dichiarazione di fallimento, perde effetto l'ordine di pagamento a terzi che trova radice nel contratto di mandato stipulato tra il fallito e l'istituto di credito. Ne consegue che, ove la banca abbia eseguito il pagamento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11966 del 4 novembre 1992
«Con riguardo ad un mandato in rem propriam che integri una cessione di credito con funzione solutoria, ancorché sia seguito dal fallimento del creditore cedente, l'effetto sostanziale dell'avvenuta cessione, che fa uscire il credito dal patrimonio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18962 del 16 settembre 2011
«In tema di ammissione al passivo in una procedura di amministrazione straordinaria, il principio di infrazionabilità del credito, secondo cui un credito, per poter essere insinuato in via tardiva, deve essere diverso per "petitum" e "causa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12964 del 27 maggio 2010
«Ne consegue che, qualora non vi sia stata insinuazione al passivo da parte dell'INPS, il curatore - su cui incombe l'onere di coordinare le richieste avanzate dall'Istituto previdenziale con quelle del lavoratore - non può portare in detrazione le...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6623 del 18 marzo 2010
«Nel giudizio di opposizione allo stato passivo, ai sensi degli artt. 98 e 99 legge fall. (nel testo applicabile "ratione temporis"), trovano applicazione le norme del codice di rito che disciplinano il giudizio di primo grado, a parte le espresse...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13830 del 15 giugno 2006
«I creditori ammessi a norma dell'art. 101 legge falliment. concorrono sulle ripartizioni anteriori alla loro ammissione solo se il «ritardo è dipeso da causa ad essi non imputabile» (Nella specie, la S.C. ha ritenuto che non costituisca causa non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16426 del 25 luglio 2007
«La prededuzione, ammissibile anche nel concordato preventivo, deve corrispondere ai debiti della massa, contratti cioè per le spese e dunque a causa dello svolgimento e della gestione della procedura, nell'interesse dei creditori; deve escludersi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14143 del 27 ottobre 2000
«In tema di concordato fallimentare, nella ipotesi in cui il creditore si sia limitato ad indicare nella domanda di ammissione al passivo una sola ragione di prelazione (privilegio) ed in relazione a questa si sia formato il giudicato a seguito di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6469 del 2 luglio 1998
«Il subingresso di un soggetto ad un altro nella titolarità di un credito concorsuale già ammesso al passivo in seno ad una procedura fallimentare non dispensa il nuovo creditore dall'onere di presentare domanda di insinuazione ex art. 101 L....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3327 del 12 febbraio 2010
«In tema di omologazione del concordato fallimentare, secondo la nuova disciplina di cui al d.l.vo 9 gennaio 2006, n. 5, applicabile "ratione temporis", avendo il legislatore demandato al curatore, al comitato dei creditori e a tutti i creditori...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10634 del 9 maggio 2007
«L'interpretazione dei patti del concordato fallimentare e della sentenza di omologazione importa una quaestio voluntatis la cui risoluzione spetta al giudice di merito e non è censurabile in sede di legittimità, se correttamente e adeguatamente...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7562 del 26 luglio 1990
«L'art. 56 L. fall., nell'ammettere la compensazione anche nel caso in cui il credito verso il fallito non sia scaduto prima dell'apertura della procedura concorsuale, non deroga agli altri requisiti occorrenti per la compensazione legale, e,...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 2672 del 22 febbraio 2012
«D.L.vo, per il quale la novella si applica alle procedure di concordato fallimentare aperte dopo la sua entrata in vigore, va inteso siccome riferito al procedimento che viene definito con il provvedimento di omologazione e non anche all'autonoma...»