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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4049 del 3 aprile 1993
«L'istituto dell'impugnazione differita è previsto soltanto per l'appello (art. 340 c.p.c.) e per il ricorso ordinario per cassazione (art. 361 c.p.c.), onde deve ritenersi inapplicabile al regolamento di competenza, che, pertanto, va...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, ordinanza n. 672 del 5 settembre 1995
«Il comma 2 dell'art. 47 c.p.c. fissa, per la proposizione dell'istanza di regolamento di competenza, il solo termine «breve» di trenta giorni dalla comunicazione della sentenza, avente carattere perentorio, senza prevedere, invece, il termine...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, sentenza n. 1539 del 2 febbraio 2012
«L'estrazione della copia autentica della sentenza non è idonea a far decorrere il termine prescritto dall'art. 47 cod. proc. civ. per la proposizione del regolamento di competenza, essendo necessaria a tale specifico fine la comunicazione del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 19754 del 27 settembre 2011
«Ai fini della decorrenza del termine per la proposizione del regolamento di competenza, ove la sentenza di incompetenza contenga un dispositivo di mero rigetto della domanda, l'istanza di regolamento necessario va proposta non già nel termine di...»
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Cassazione civile, Sez. I, ordinanza n. 8758 del 7 maggio 2004
«Il regolamento di competenza proposto dopo il decorso di trenta giorni dalla comunicazione del dispositivo della sentenza, ma entro l'anno dalla sua pubblicazione (o nei trenta giorni dalla sua notificazione) è ammissibile, qualora la parte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7170 del 8 luglio 1999
«La sentenza che, pronunciando sulla competenza ai sensi dell'art. 38 c.p.c., non decide il merito della causa, è impugnabile soltanto con regolamento di competenza da proporsi nel termine di trenta giorni dalla comunicazione della sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12462 del 7 luglio 2004
«In tema di regolamento di competenza, l'istante, anche quando deduca che il termine per proporre il ricorso sia quello annuale decorrente dal deposito della sentenza impugnata — in quanto non ne sia prevista la comunicazione o la stessa non sia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8165 del 23 maggio 2003
«Il termine per la proposizione del regolamento di competenza ad istanza di parte decorre dalla comunicazione della sentenza sulla competenza, laddove quando la comunicazione non sia prevista o non sia concretamente avvenuta o sia stata effettuata...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6239 del 9 luglio 1996
«Qualora la parte, nel proporre regolamento di competenza, assuma che l'impugnazione non è preclusa dal decorso del termine di cui all'art. 47, secondo comma, c.p.c., avendo la cancelleria omesso di comunicare l'avvenuto deposito della sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 965 del 28 gennaio 2000
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, l'istanza di regolamento di competenza, come ogni altro mezzo di impugnazione, e salva l'eccezionale ipotesi di impugnazione con riserva di motivi contemplata al secondo comma dell'art. 433 c.p.c., è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2204 del 28 marzo 1986
«Stante il carattere incidentale del giudizio per regolamento di competenza rispetto a quello di merito, la necessaria sospensione di quest'ultimo in attesa della pronuncia della Corte costituzionale non comporta che debba essere sospeso anche...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5848 del 9 maggio 2000
«In caso di proposizione di impugnazione ordinaria e di istanza per regolamento di competenza ad opera di due diverse parti nel medesimo giudizio, in virtù del combinato disposto degli artt. 43 e 47 c.p.c., l'istanza per regolamento va notificata...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3663 del 18 giugno 1985
«La proposizione congiunta e contestuale, con unico atto avverso la medesima sentenza, del ricorso per regolamento di competenza e del ricorso ordinario per cassazione deve ritenersi consentita sempreché risultino osservati i rispettivi requisiti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5704 del 9 giugno 1998
«I fori speciali esclusivi, alternativamente concorrenti tra loro, indicati dall'art. 413, secondo e terzo comma, c.p.c., per individuare il giudice territorialmente competente in una controversia individuale di lavoro subordinato, sono tre, e cioè...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1663 del 24 febbraio 1997
«La facoltà di tutte le parti d'illustrare con memorie le tesi difensive in precedenza svolte, prevista nel rito camerale dinanzi alla Corte di cassazione dall'art. 375 ultimo comma c.p.c. (nel termine di cui all'art. 378 c.p.c.), va riconosciuta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 19223 del 21 settembre 2011
«Nel condominio di edifici, il principio secondo cui l'esistenza dell'organo rappresentativo unitario non priva i singoli condòmini del potere di agire a difesa di diritti connessi alla detta partecipazione, né, quindi, del potere di intervenire...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13051 del 21 maggio 2008
«In tema di azioni collettive inibitorie a tutela dei consumatori, l'associazione di professionisti che abbia provveduto all'elaborazione ed alla diffusione di clausole contenute in condizioni generali riguardanti contratti bancari ed abbia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15939 del 17 luglio 2007
«In tema di capacità processuale del curatore fallimentare, l'autorizzazione del giudice delegato a stare in giudizio ai sensi dell'art. 25 comma 1 n. 6 legge fall. può essere concessa anche dopo la decorrenza del termine per proporre impugnazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10425 del 3 dicembre 1994
«L'art. 75 c.p.c., nell'escludere la capacità processuale delle persone che non hanno il libero esercizio dei propri diritti, si riferisce solo a quelle che siano state legalmente private della capacità di agire con una sentenza di interdizione o...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17281 del 23 luglio 2010
«In tema di procedimento per la dichiarazione di fallimento, l'art. 1, secondo comma, legge fall., nel testo modificato dal d.l.vo 12 settembre 2007, n. 169, pone a carico del debitore l'onere di provare di essere esente dal fallimento, così...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4455 del 28 marzo 2001
«Ai fini della decorrenza del termine annuale dalla cessazione dell'attività, entro il quale, ai sensi dell'art. 10 L. fall., può essere dichiarato il fallimento dell'imprenditore, il principio della effettività, alla cui stregua l'acquisizione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15407 del 5 dicembre 2001
«Il mancato pagamento di somme dovute all'amministrazione finanziaria per Iva ed iscritte a ruolo può considerarsi atto sintomatico di una situazione di insolvenza ai fini della dichiarazione di fallimento senza che rilevi in contrario la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1521 del 23 gennaio 2013
«Impugnati separatamente, dalla medesima società, il decreto di rigetto del reclamo, ex art. 183 legge fall., avverso il diniego di omologazione di un concordato preventivo da essa proposto e la sentenza di rigetto del reclamo, ex art. 18 legge...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11079 del 11 giugno 2004
«I poteri d'ufficio di cui è dotato il tribunale quanto alla dichiarazione di fallimento persistono anche nel giudizio di opposizione, e l'officiosità del processo non è limitata allo svolgimento del giudizio di primo grado, ma prosegue nel...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 25813 del 2 dicembre 2011
«La capacità processuale compete all'ente ecclesiastico riconosciuto civilmente e non alle sue strutture esecutive. Ne consegue l'irrilevanza, a tal fine, del mutamento della struttura organizzativa dell'ente limitata all'acquisizione di una...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2655 del 23 febbraio 2001
«Qualora una società commerciale, tanto in veste di attrice, quanto di convenuta, sia stata esattamente identificata nei suoi elementi essenziali - tra i quali particolarmente la denominazione, e, all'occorrenza, la sede -, l'individuazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3305 del 17 aprile 1997
«In relazione alla regola di cui all'art. 2384, primo comma, c.c., secondo cui gli amministratori della società per azioni che hanno la rappresentanza della società hanno il potere di agire e resistere in giudizio per le materie che rientrano...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 6622 del 19 marzo 2009
«L'autorizzazione ad agire e a contraddire in giudizio in rappresentanza di un ente pubblico (nella specie, un Comune) è riferita al titolare della carica (nella specie, il Sindaco) al momento in cui l'atto deve essere compiuto, e non alla persona...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5353 del 8 marzo 2007
«L'autorizzazione necessaria perché un ente pubblico possa agire o resistere in giudizio, emessa dall'organo collegiale competente, e della quale l'organo rappresentante l'ente pubblico deve essere munito, attiene alla legittimatio ad processum...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7107 del 20 luglio 1998
«La preventiva autorizzazione ad agire o resistere in giudizio o a proporre impugnazione, rilasciata dall'organo deliberativo al presidente, è richiesta, in via generale, solamente per gli enti pubblici territoriali; e l'autorizzazione a resistere...»