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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 539 del 19 gennaio 1998
«Il delitto di favoreggiamento personale consiste nel turbamento della funzione giudiziaria e non richiede che le investigazioni dell'autorità siano effettivamente fuorviate, bastando che la condotta dell'agente abbia l'attitudine e possa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5706 del 26 giugno 1997
«Quando un provvedimento del giudice costituisce esplicazione di un potere discrezionale, il mancato esercizio di tale potere non integra violazione della norma che lo prevede, mentre un difetto di motivazione non è configurabile se manchi la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18607 del 5 dicembre 2003
«L'azione revocatoria ordinaria prevista dall'art. 66, l. fall., e l'azione revocatoria fallimentare ex art. 67, l. fall., benché siano entrambe dirette a tutelare i creditori nei confronti di atti di disposizioni pregiudizievoli delle loro...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28480 del 22 dicembre 2005
«La peculiare disciplina dettata dall'art. 73, secondo comma, della legge fall., che assicura al compratore una tutela più ampia rispetto a quella accordata al promittente acquirente dall'art. 72, quarto comma, trova giustificazione nel fatto che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5133 del 16 settembre 1981
«La valutazione dell'opportunità di ordinare l'intervento in causa del terzo a norma dell'art. 107 c.p.c. rappresenta una prerogativa esclusiva e discrezionale del giudice di primo grado, sia per i limiti temporali stabiliti, per la chiamata di un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2649 del 11 febbraio 2004
«La mancata riunione di cause in materia di lavoro e previdenza non è prevista dalla legge come causa di nullità processuale estesa agli atti successivi, fino alla sentenza, e pertanto non può essere dedotta come motivo di ricorso per cassazione;...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26687 del 6 dicembre 2005
«L'ordinamento processuale vigente conosce, oltre che le sentenze definitive di accoglimento o di rigetto, anche le sentenze di inammissibilità e di improcedibilità. Qualora il giudice del merito dichiari, nel dispositivo di una sentenza,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6471 del 15 luglio 1997
«Sebbene, di norma, la pronunzia giurisdizionale sul merito debba essere unica e tale da definire il giudizio con un unica sentenza, quando il giudice riconosca che la sollecitata definizione di una parte della domanda o di alcuni capi dell'unica...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6882 del 20 marzo 2009
«Nel caso in cui vengano proposte domande che si pongono in rapporto di pregiudizialità logica tra loro (come, nella specie, la domanda di accertamento dell'illegittimità del recesso per giusta causa del preponente dal rapporto di agenzia e quelle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9207 del 28 agosto 1991
«L'uso della facoltà — conferita al giudice del merito dall'art. 277 c.p.c. — di pronunziare, quando ritenga necessaria ulteriore istruzione, una sentenza limitata a quella parte del thema decidendum che di tale istruzione non abbia bisogno, ha...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 240 del 9 gennaio 2001
«Il primo comma dell'art. 1227 c.c. concerne il concorso colposo del danneggiato nella produzione dell'evento che configura l'inadempimento, quindi la sua cooperazione attiva, mentre nel secondo comma il danno è eziologicamente imputabile al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6690 del 23 maggio 2000
«Ai fini della condanna generica al risarcimento dei danni è sufficiente l'esistenza potenziale del danno, che dovrà poi essere determinato o anche escluso dal giudice della liquidazione. Pertanto, la risoluzione del contratto per inadempimento di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 303 del 16 gennaio 1996
«La domanda di condanna generica al risarcimento del danno da inadempimento contrattuale è accoglibile anche in presenza di una clausola penale limitativa del risarcimento, che può essere utilmente fatta valere dal convenuto nella fase dedicata...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1671 del 9 giugno 1998
«In tema di sequestro preventivo, la nozione di cose pertinenti al reato, è più ampia di quella di corpo di reato definita dall'art. 253 comma 2 c.p.p., in quanto non solo include in sè i beni costituenti corpo di reato ma abbraccia anche tutte le...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3283 del 3 giugno 1985
«L'opposizione del convenuto, quale fatto ostativo a che l'attore, dopo aver chiesto la condanna al pagamento di una somma di denaro, possa successivamente limitare la domanda all'an debeatur con riserva di agire in separata sede per la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8969 del 5 luglio 2000
«Il processo in cui si succedano una decisione parziale e una decisione definitiva non dà luogo a una progressione, in virtù della quale a una prima risposta giurisdizionale provvisoria segua una risposta definitiva, che la prima sia in grado di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1677 del 28 maggio 1996
«Possono essere oggetto di sequestro probatorio ai sensi dell'art. 253 comma 2 c.p.p. le cose che costituiscono il profitto e quindi il corpo del reato, cioè gli oggetti provvisti di utilità economica che il reo si è procurato attraverso il reato....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7358 del 2 giugno 2000
«Se si chiede il risarcimento del danno senza alcuna specificazione o riserva, la domanda per la sua genericità comprende il danno nella sua interezza e rimane escluso che dopo la formazione del giudicato si possa azionare lo stesso diritto per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16737 del 29 luglio 2011
«L'anticipazione in via provvisoria, ai fini esecutivi, degli effetti discendenti da statuizioni condannatorie contenute in sentenze costitutive, non è consentita, essendo necessario il passaggio in giudicato, soltanto nei casi in cui la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12841 del 21 maggio 2008
«Il rimedio dell'impugnazione delle sentenze relativamente alle parti corrette nel termine ordinario decorrente dal giorno in cui è stata notificata l'ordinanza di correzione, previsto dall'art. 288, quarto comma, c.p.c., giacché preordinato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9760 del 9 settembre 1994
«Costituisce, ai sensi dell'art. 271, comma 1, c.p.p., causa di inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche la mancanza di motivazione del decreto con il quale il pubblico ministero, ai sensi dell'art. 268, comma 3, stesso codice, abbia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5156 del 21 gennaio 1998
«In tema di intercettazione di conversazioni tra presenti, è legittima l'autorizzazione all'utilizzo di impianti in dotazione alla polizia giudiziaria, stanti gli insormontabili ostacoli tecnici che impediscono un utile impiego degli impianti...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8025 del 24 febbraio 2004
«In tema di intercettazioni c.d. “ambientali”, quando si attesti, nel provvedimento previsto dall'art. 268, comma 3, seconda parte, c.p.p., la tecnica impossibilità di effettuarle mediante uso degli impianti in dotazione alla procura della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3783 del 31 marzo 1994
«In tema di animus necandi, l'espressa adesione ad impresa (nella specie: rapina) comportante impiego di armi, con annesso consenso anche all'uso cruento delle stesse, se necessario in ragione di intuitive evenienze peggiorative, concreta, nel caso...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2881 del 27 febbraio 2002
«L'erronea dichiarazione della contumacia di una parte non determina un vizio della sentenza deducibile in cassazione se non provochi in concreto alcun pregiudizio allo svolgimento dell'attività difensiva, né incida sulla decisione. (Nella specie,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7358 del 26 marzo 2010
«In tema di notifica dell'impugnazione a mezzo del servizio postale, ove il procedimento notificatorio non si sia concluso mediante consegna di copia conforme all'originale dell'atto da notificare - nella specie, per irreperibilità del difensore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7436 del 10 agosto 1996
«Nel caso di intervento iussu iudicis ex art. 107 c.p.c., nell'ipotesi in cui avendo l'originario convenuto negato di essere titolare dell'obbligazione dedotta in giudizio ed abbia indicato un terzo come titolare di tale obbligazione, l'intervento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12790 del 23 luglio 2012
«Nel caso di sospensione del processo per pregiudizialità, la parte del processo pregiudicato, quando non sia parte anche di quello pregiudicante, non ha alcun onere di attivarsi per accertarsi se quest'ultimo si sia concluso. Pertanto, incombe su...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9277 del 24 ottobre 1996
«L'art. 301 c.p.c. contempla la morte, la radiazione o la sospensione del procuratore dall'albo come possibili case d'interruzione del processo, mentre non prevede che il medesimo effetto possa dipendere anche solo da malattia, per quanto grave,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7627 del 30 luglio 1996
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale, con riferimento all'art. 3 della Costituzione, della persistente previsione dell'ergastolo da parte dell'art. 577 c.p. per talune ipotesi di omicidio aggravato nonostante che...»