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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12024 del 4 dicembre 1993
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 19, 20 e 21 della L. 24 dicembre 1969 n. 990 con riferimento agli artt. 24, 32 e 3 Cost. in quanto i limiti stabiliti dal legislatore all'interessato del Fondo di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4243 del 7 maggio 1996
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 19 e 20 della legge n. 990 del 1969 e del D.L. n. 576 del 1978, conv. nella legge n. 738 del 1978, con riferimento agli artt. 2, 3, 23 e 42 Cost., in quanto i limiti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3857 del 26 febbraio 2004
«In tema di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e natanti, atteso che il massimale convenzionale in favore dell'impresa assicuratrice in bonis è diverso dal massimale legale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4943 del 2 marzo 2010
«In tema di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, l'art. 26 della legge 24 dicembre 1969, n. 990 ("ratione temporis" applicabile nella specie), che estende all'azione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9922 del 26 aprile 2010
«La disposizione dettata dall'art. 1469 bis, terzo comma, n. 19, c.c. - che, avendo natura di norma processuale, si applica nelle cause iniziate dopo la sua entrata in vigore, anche se relative a controversie derivanti da contratti stipulati prima...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 24883 del 9 ottobre 2008
«L'interpretazione dell'art. 37 c.p.c., secondo cui il difetto di giurisdizione «è rilevato, anche d'ufficio, in qualunque stato e grado del processo» deve tenere conto dei principi di economia processuale e di ragionevole durata del processo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4725 del 28 maggio 1997
«Ai sensi dell'art. 140 R.D. n. 1775 del 1933, le domande volte a conseguire la condanna della pubblica amministrazione al risarcimento dei danni — anche se fatte valere in forza della generale previsione dell'art. 2043 c.c. — sono devolute alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13055 del 24 novembre 1999
«La disposizione di cui all'art. 38 c.p.c., nel nuovo testo di cui all'art. 4 della legge n. 353 del 1990 (in vigore dal 30 aprile 1995), laddove ha introdotto una generale barriera temporale preclusiva ai fini della possibilità di rilevare tutti i...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 12063 del 27 novembre 1998
«L'art. 46 c.p.c. che, nel testo risultante dal coordinamento imposto dall'art. 39 della L. 121 novembre 1991, n. 374, istitutiva del giudice di pace, prevede l'inapplicabilità nei giudizi davanti a tale giudice delle disposizioni di cui agli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7702 del 29 marzo 2007
«Qualora non sia stata proposta, ai sensi dell'art. 52 c.p.c., istanza di ricusazione, il vizio relativo alla costituzione del giudice per la violazione dell'obbligo di astensione non può essere dedotta quale motivo di nullità della sentenza, ex...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14574 del 12 ottobre 2002
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 53, primo comma, c.p.c., nella parte in cui attribuisce al collegio la competenza a decidere sulla ricusazione quando sia ricusato uno dei componenti del tribunale o...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18460 del 14 settembre 2004
«In tema di arbitrato, l'art. 832 c.p.c., nell'indicare, per la qualificazione dell'arbitrato come internazionale, il criterio oggettivo della esecuzione all'estero di «una parte rilevante delle prestazioni nascenti dal rapporto al quale la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1404 del 14 febbraio 1997
«Il legislatore ha dettato una disciplina particolare delle forme della sottoscrizione, solo con riferimento agli atti notarili (artt. 51 e ss., legge 89 del 1913), e tale disciplina non appare suscettibile di estensione ad atti o provvedimenti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13516 del 21 luglio 2004
«Il procedimento arbitrale iniziato dopo l'entrata in vigore della legge 5 gennaio 1994, n. 25 è soggetto al disposto dell'art. 819 bis c.p.c., alla stregua del quale la «competenza» degli arbitri (termine adottato dal legislatore in senso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2983 del 15 aprile 1988
«La clausola compromissoria cosiddetta binaria, che devolva determinate controversie alla decisione di tre arbitri, due dei quali da nominare da ciascuna delle parti, ed il terzo, in caso di disaccordo, dal presidente del tribunale, può trovare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16935 del 29 novembre 2002
«La domanda di risarcimento ai sensi della legge 13 aprile 1988, n. 117, sulla responsabilità civile dei magistrati, va proposta con ricorso, e non con citazione, atteso che, dalle caratteristiche della fase iniziale del processo, regolata...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22382 del 21 ottobre 2009
«La regola di decisione secondo diritto, da parte del giudice di pace, ai sensi dell'art. 113, secondo comma, c.p.c. - quale dettata per le controversie di valore non eccedente millecento euro e per quelle derivanti da rapporti giuridici relativi a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9534 del 22 aprile 2009
«Il dovere di osservare i principi informatori della materia, imposto al giudice di pace dall'art. 113, comma secondo, c.p.c. (nel testo risultante dalla parziale dichiarazione di illegittimità costituzionale di cui alla sentenza n. 206 del 2004...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10394 del 8 maggio 2007
«A seguito della sostituzione del secondo comma dell'art. 113 c.p.c., da parte dell'art. 1 del D.L. n. 18 del 2003, convertito, con modificazioni, nella legge n. 63 del 2003 e, quindi, della conseguente introduzione (per i giudizi iniziati dal 10...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3260 del 16 aprile 1997
«L'ispezione è prevista dal legislatore del processo al fine di permettere al giudicante di conseguire la cognizione - in funzione di un'esigenza particolarmente qualificata che si riassume nel concetto di indispensabilità - di quegli elementi che...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5655 del 15 giugno 1984
«La norma intesa come imperativo o come giudizio ipotetico è sempre un unicum che proviene dal legislatore, il quale, anche quando collega il precetto alla sanzione, pur se attraverso un rinvio ad altre norme, è investito al riguardo di una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6931 del 28 giugno 1991
«In materia di stupefacenti, è da escludere ogni ipotesi di ignoranza inevitabile (art. 5 c.p. a seguito della sentenza n. 364/1988 della Corte cost.), in considerazione degli interventi normativi del legislatore, ripetuti e risalenti nel tempo (L....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39531 del 25 ottobre 2007
«L'ergastolo, in quanto pena detentiva perpetua, non è condonabile in parte, ma soltanto, per volontà del legislatore, « in toto» ovvero convertibile in pena di altra specie.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2128 del 16 giugno 2000
«In materia di diffamazione a mezzo stampa, se può dunque affermarsi, in via di principio, che la aperta inverosimiglianza dei fatti espressi in forma satirica esclude la loro capacità di offendere la reputazione e dunque che la satira è...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9184 del 28 novembre 1975
«La questione di legittimità costituzionale dell'art. 25 c.p., con riferimento all'art. 3 Cost., è manifestamente infondata, posto che la violazione dell'art. 3 Cost. può ravvisarsi soltanto quando, in difetto di una giustificazione del precetto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6249 del 24 giugno 1985
«Il reato di cui all'art. 674 c.p. (getto pericoloso di cose) e quello previsto dall'art. 20, L. 13 luglio 1966, n. 615 (cosiddetta legge antismog) possono concorrere, sussistendo fra di essi compatibilità. Infatti il contenuto precettivo dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2383 del 17 marzo 1981
«Ai sensi del combinato disposto degli artt. 99 e 101 c.p. devono essere ritenuti reati della stessa indole quelli che, indipendentemente dalla collocazione loro data dal legislatore nei relativi testi, sia in riferimento ai beni giuridici protetti...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14777 del 26 marzo 2004
«Il meccanismo di estinzione delle contravvenzioni in materia di sicurezza ed igiene del lavoro previsto dal decreto legislativo 19 dicembre 1994, n. 758, prevede all'art. 24 l'adempimento della prescrizione amministrativa da parte del contravventore.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7588 del 12 luglio 1975
«Nell'intento di rendere compatto e, quindi, efficace uno sciopero, è lecito compiere opera di propaganda e persuasione verso gli incerti o i dissidenti disposti ad essere informati sui motivi che inducono il lavoratore ad astenersi dal lavoro. Ma...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 841 del 23 gennaio 1989
«La linea di demarcazione tra l'intossicazione derivante da un uso abituale di sostanze stupefacenti (art. 94, terzo comma c.p.) e l'intossicazione cronica prevista dall'art. 95 c.p. (che il legislatore considera uno stato patologico assimilato al...»