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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11053 del 22 dicembre 1994
«Pertanto, qualora non sia configurabile un rapporto obbligatorio tra il debitore esecutato e l'ente pubblico terzo pignorato (nella specie, per non essersi ancora concluso il procedimento relativo alla concessione di un finanziamento, da parte...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2185 del 27 febbraio 1998
«La sanzione pecuniaria amministrativa comminata con provvedimento amministrativo per l'esercizio del diritto di sciopero in violazione delle prescrizioni poste dalla legge 12 giugno 1990, n. 146 (in tema di sciopero nei servizi pubblici...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8540 del 28 agosto 1998
«... A fronte di tale obbligo non sussiste discrezionalità dell'ente pubblico espropriante, e la situazione giuridica del privato assume la consistenza di vero e proprio diritto soggettivo, in quanto oggetto di tutela diretta ed immediata della...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4399 del 10 maggio 1996
«...del suolo oggetto del provvedimento rimane declassato ad interesse legittimo, coincidente con l'interesse pubblico al ripristino, con apposito provvedimento, della situazione antecedente nel momento in cui cessi l'esigenza di occupazione del bene.»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10370 del 19 ottobre 1998
«Il conferimento, da parte di un ente pubblico, di un incarico ad un professionista non inserito nella struttura organica dell'ente medesimo (e che mantenga, pertanto, la propria autonomia organizzativa e l'iscrizione al relativo albo) costituisce...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6377 del 7 luglio 1994
«La domanda proposta da un professionista nei confronti della pubblica amministrazione, per conseguire il compenso che assuma dovutogli per prestazioni professionali di natura autonoma, si ricollega a posizioni di diritto soggettivo inerenti ad un...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8459 del 2 agosto 1995
«La soluzione della questione sul riparto della giurisdizione rispetto ad una domanda di risarcimento danni per la lesione della propria integrità fisica proposta da un pubblico dipendente nei confronti dell'Amministrazione, è strettamente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2064 del 10 marzo 1999
«Il principio del “ne bis in idem”, posto dall'art. 39 c.p.c., che è norma di ordine pubblico processuale, determina l'improcedibilità del processo che nasca dalla indebita reiterazione di controversia già in corso, imponendo la cancellazione dal...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17037 del 20 luglio 2010
«...il medesimo titolo esecutivo e fondate su fatti costitutivi dell'inesistenza del diritto di procedere all'esecuzione forzata identici. (Nella specie, la nullità del titolo esecutivo costituito da un contratto di mutuo stipulato per atto pubblico).»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1197 del 23 novembre 2000
«Il ricorso per cassazione avverso la sentenza pronunciata in sede di reclamo dalla Corte d'appello — sezione speciale usi civici — non va notificato al pubblico ministero presso il giudice a quo, atteso che, nel procedimento in materia di usi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10273 del 10 dicembre 1996
«Nel giudizio per il disconoscimento di paternità, il ricorso per cassazione non deve essere notificato al pubblico ministero presso il giudice a quo, ma è sufficiente che intervenga il procuratore generale presso la Corte di cassazione, in quanto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2367 del 10 aprile 1985
«L'istanza di regolamento di competenza, che venga proposta dal pubblico ministero con ricorso non notificato alle altre parti del procedimento, deve essere dichiarata inammissibile, indipendentemente da ogni questione sulla sussistenza del potere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6290 del 26 maggio 1992
«Con riguardo all'attività professionale di avvocati e procuratori che sono dipendenti da ente pubblico ed iscritti «nell'albo speciale annesso all'albo professionale» ed abilitati unicamente al patrocinio per le cause e gli affari propri dell'ente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4330 del 4 maggio 1994
«...se pure debbono giudicare in conformità di questa e non dello stretto diritto, nondimeno hanno il dovere di osservare le norme di ordine pubblico, e cioè quelle dettate in vista d'interessi generali, non derogabili dalla volontà delle parti.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5637 del 8 novembre 1984
«...di equità essendo tenuti in ogni caso ad osservare le norme fondamentali e cogenti di ordine pubblico, dettate in vista di interessi generali, e come tali non derogabili dalla volontà delle parti né suscettibili di formare oggetto di compromesso.»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 19809 del 18 luglio 2008
«Con riferimento alle sentenze di annullamento del matrimonio di altri Stati, il riconoscimento dell'efficacia è subordinata alla mancanza di incompatibilità con l'ordine pubblico interno, che è assoluta e relativa rispetto a tutti gli Stati,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1629 del 27 gennaio 2010
«Le controversie aventi ad oggetto il diritto ad ottenere il rilascio di copie di atti detenuti da pubblici depositari a disposizione del pubblico ex artt. 743 e ss. c.p.c. appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario, riferendosi a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10394 del 8 maggio 2007
«A seguito della sostituzione del secondo comma dell'art. 113 c.p.c., da parte dell'art. 1 del D.L. n. 18 del 2003, convertito, con modificazioni, nella legge n. 63 del 2003 e, quindi, della conseguente introduzione (per i giudizi iniziati dal 10...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8717 del 7 maggio 2004
«La circostanza che la prima norma concerna tutte le cause di competenza del giudice di pace il cui valore non eccede i due milioni di lire (nella formulazione originaria della norma), e la seconda solo quelle di valore superiore per le quali il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10458 del 5 ottobre 1994
«Deve escludersi che l'errore del pubblico ufficiale circa le proprie facoltà di disposizione del pubblico denaro per fini diversi da quelli istituzionali possa assumere qualsivoglia efficacia scriminante perché, pur essendo la destinazione delle...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3493 del 5 aprile 1996
«In tema di reato colposo, qualora un ente pubblico, nella specie un comune, abbia dato in concessione un suo impianto sportivo ad una società ovvero ad una persona privata che si presenti e risulti essere qualificata per lo svolgimento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4411 del 30 aprile 1996
«...criminosa. Pertanto risponde di peculato anche l'estraneo che, traendo in inganno il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio, si appropri per tramite di questi di una cosa dagli stessi posseduta per ragioni del loro ufficio.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4486 del 11 aprile 1992
«In tema di atti osceni, la sagrestia deve considerarsi come luogo aperto al pubblico; infatti, quale che sia il regime giuridico di essa secondo il diritto canonico, in quanto bene appartenente alla Chiesa, unicamente rilevante per l'ordinamento...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 13316 del 10 ottobre 1989
«Tra il delitto di atti osceni in luogo aperto al pubblico e quello di violazione di domicilio, e cioè di luogo privato, non sussiste incompatibilità logica, dato che i luoghi aperti o esposti al pubblico sono di norma luoghi privati, tra i quali...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1567 del 20 febbraio 1986
«È luogo pubblico quello continuamente libero, di diritto o di fatto, a tutti o ad un numero indeterminato di persone, ed è certamente tale il cunicolo di collegamento di due gallerie di autostrada cui possono accedere sia il personale delle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5513 del 13 maggio 1978
«Ai fini del delitto di atti osceni la cella carceraria è luogo aperto al pubblico. Infatti, per luogo aperto al pubblico deve intendersi quell'ambiente anche ad accessibilità non generalizzata e libera per tutte le persone che vogliano...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5628 del 16 giugno 1986
«Nel caso di ingiurie, generiche o specifiche che siano, oppure di diffamazione non correlata ad argomento di pubblico interesse, esula — in quest'ultimo caso per difetto di utilità sociale delle offese — l'applicabilità dell'art. 51 c.p....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5300 del 11 febbraio 2011
«In tema di violenza o minaccia a pubblico ufficiale, l'effettivo esercizio di un'azione civile, mediante la notificazione di un atto di citazione o il deposito di un ricorso, non integra gli estremi della violenza o minaccia penalmente rilevante,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 879 del 5 febbraio 1997
«Deve ritenersi pienamente configurabile il reato di violazione di domicilio, nel caso di abusiva introduzione (o abusiva permanenza) nei locali dello studio di un libero professionista il quale eserciti compiti che si inseriscono in un'attività...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10531 del 7 dicembre 1983
«I pubblici esercizi sono da ritenersi privata dimora, ai fini dell'art. 614 c.p., non solo quando sono aperti al pubblico, ma anche quando, cessato l'orario di apertura, il proprietario si trattenga all'interno per compiere determinate attività...»