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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9425 del 22 luglio 1999
«Per la configurabilità del reato di millantato credito è sufficiente che l'agente ostenti una possibilità di influire sul pubblico ufficiale o impiegato in via mediata, senza che occorra l'indicazione nominativa del funzionario o dell'impiegato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39089 del 16 ottobre 2003
«In tema di millantato credito, deve ritenersi che il millantatore sia tenuto a restituire alla parte offesa quanto abbia da questa ricevuto come prezzo della propria mediazione o del favore del pubblico ufficiale o impiegato, in quanto frutto di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10581 del 3 novembre 1992
«Il reato di millantato credito è configurabile anche quando l'iniziativa parte dal soggetto passivo, non occorrendo che l'agente vada alla ricerca della persona alla quale offrire la sua illecita ingerenza, giacché oggetto specifico della tutela...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2302 del 11 marzo 1985
«Non è compatibile con il delitto di millantato credito la concessione dell'attenuante del danno di particolare tenuità, dato che il delitto in esame non rientra fra i reati che comunque offendono il patrimonio.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1264 del 27 ottobre 1970
«L'oggettività giuridica del delitto di millantato credito si identifica con la lesione del prestigio e del decoro della pubblica amministrazione, e il danno patrimoniale subìto dal privato non acquista rilievo rispetto alla norma incriminatrice;...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34827 del 8 settembre 2009
«Integra il delitto di millantato credito aggravato (artt. 346, 61, n. 9, c.p.) e non quello di concussione, la condotta di induzione della vittima a versare una somma di denaro realizzata dal pubblico ufficiale mediante il raggiro della falsa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39932 del 3 novembre 2005
«L'elemento del raggiro tipico della truffa assume nel reato di millantato credito un carattere particolare, concretandosi nella vanteria, anche implicita, di ingerenze e pressioni presso un pubblico ufficiale. Ne consegue che il reato di truffa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49579 del 31 dicembre 2003
«I reati di millantato credito e di truffa possono concorrere anche se la violazione consista in una unica azione, in quanto allo specifico raggiro considerato nella fattispecie di millantato credito, consistente nelle vanterie di ingerenze o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15118 del 31 marzo 2003
«Il reato di millantato credito si differenzia da quello di truffa sia perché oggetto della tutela penale è il prestigio della pubblica amministrazione (mentre per la truffa è il patrimonio), sia per la particolarità del raggiro, caratterizzato da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 470 del 19 gennaio 1987
«I delitti di truffa e millantato credito si distinguono per la diversità dell'oggetto della tutela penale, che è il patrimonio, nella truffa, e il prestigio della pubblica amministrazione, nel delitto di cui all'art. 346 c.p. Pertanto le due...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1207 del 6 febbraio 1985
«Oggetto della tutela predisposta dall'art. 348 c.p. è costituito dall'interesse generale, riferito alla pubblica amministrazione, che determinate professioni, richiedenti particolari requisiti di probità e competenza tecnica, vengano esercitate...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11794 del 24 agosto 1990
«La condotta esecutiva del delitto di cui all'art. 348 c.p. consiste nel compimento di atti di esercizio di una professione per la quale sia richiesta una speciale abilitazione da parte dello Stato. La norma tutela esclusivamente gli atti propri,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 38814 del 19 novembre 2002
«Il privato che presenti una falsa denuncia di smarrimento di un assegno firmato in bianco e negoziato a favore di una ben individuata persona non risponde del delitto di simulazione di reato, ma bensì del delitto di calunnia in danno del soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3897 del 23 marzo 1976
«È configurabile il delitto di autocalunnia mediante incolpazione implicita allorché taluno dichiari, all'autorità giudiziaria o ad altra autorità tenuta a riferire alla predetta, non rispondente al vero l'accusa precedentemente formulata nei...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 29262 del 21 luglio 2011
«Integra il reato di false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria (art. 374 bis c.p.), la donazione di titoli di credito destinati a non essere incassati - depositato in allegato ad atto di appello avverso sentenza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13106 del 2 aprile 2001
«La condotta punibile del reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice (nella specie, un sequestro conservativo) nella forma dell'elusione della misura cautelare a difesa del credito (art. 388, secondo comma, c.p.), ricorre...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9718 del 6 ottobre 1988
«Il delitto di millantato credito del patrocinatore è configurabile anche quando la dazione o promessa di compenso corrisponda a prestazioni professionali effettive pur se ingigantite per creare nel cliente la convinzione che il patrocinatore sia...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4007 del 22 maggio 1986
«L'inadempimento volontario, che costituisce il presupposto del delitto di omesso pagamento della sanzione sostitutiva della pena pecuniaria si concretizza allo scadere del termine indicato nell'atto di intimidazione, non avendo il legislatore...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 20663 del 1 giugno 2010
«Il delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose non è configurabile in assenza di un nesso finalistico tra la condotta posta in essere (violenza e sottrazione degli oggetti) ed il credito da realizzare.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31695 del 29 luglio 2008
«Ai fini dell'integrazione del delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, l'elemento della minaccia ricorre solo quando questa sia ingiusta ed il male prospettato risulti idoneo a condizionare la sfera della libertà morale del soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37980 del 23 ottobre 2001
«In tema di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle persone, per la sussistenza del reato, è necessario, non solo che la pretesa arbitrariamente esercitata sia munita di specifica azione, ma anche che la condotta illegittima...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4681 del 16 maggio 1997
«Non si configura il reato di cui all'art. 393 c.p. allorché il terzo incaricato della esazione del credito, non si limiti ad una negotiorum gestio, bensì agisca anche, e soprattutto, per il perseguimento dei propri autonomi interessi illeciti. In...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10336 del 4 marzo 2004
«Nel delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni la minaccia e la violenza non sono fini a se stesse, ma sono strettamente connesse alla condotta dell'agente, diretta a far valere il preteso diritto, rispetto al cui conseguimento si...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4261 del 28 gennaio 2013
«Non sono annoverabili tra le “carte di pubblico credito”, quali definite dall'art. 458 c.p., titoli che, pur avendo l'apparenza di essere stati emessi da governi o da altri istituti a ciò autorizzati, siano però di pura fantasia, non avendo in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19471 del 18 maggio 2007
«Integra il delitto di spendita di titoli falsificati (art. 455 e 458 c.p.) il conferimento in garanzia (nella specie ad un istituto bancario) di titoli di credito falsi in quanto la condotta sanzionata consiste nella messa in circolazione dei...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 990 del 23 maggio 1967
«Sussiste il reato di falsificazione di carte di pubblico credito, che l'art. 458 c.p. parifica alle monete, nell'avvenuta stampa del titolo, ogni qualvolta le carte siano imitate in modo che possano essere ritenute vere da un numero indeterminato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37355 del 14 ottobre 2011
«In tema di reati contro la fede pubblica, la diminuente di cui all'art. 52 quater, comma terzo, D.L.vo n. 213 del 1998 - per il quale le pene rispettivamente stabilite per i delitti di falso in monete, in carte di pubblico credito e in valori di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6403 del 3 maggio 1990
«L'omicidio preterintenzionale si differenzia da quello previsto dall'art. 586 c.p. (morte come conseguenza di altro delitto) perché nel primo delitto l'attività del colpevole è diretta a realizzare un fatto che, ove non si verificasse la morte,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 546 del 11 gennaio 2011
«Integra di per sé un autonomo atto di riciclaggio, poiché il delitto di riciclaggio è a forma libera e potenzialmente a consumazione prolungata, attuabile anche con modalità frammentarie e progressive, qualsiasi prelievo o trasferimento di fondi...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 47375 del 14 dicembre 2009
«In tema di riciclaggio, la consapevolezza dell'agente in ordine alla provenienza dei beni da delitti può essere desunta da qualsiasi elemento e sussiste quando gli indizi in proposito siano così gravi ed univoci da autorizzare la logica...»