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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12109 del 23 maggio 2006
«L'autorizzazione della giunta municipale al sindaco di un comune a proporre una domanda o a resistere in giudizio, senza alcuna limitazione al giudizio di primo grado, abilita il sindaco implicitamente anche alla proposizione dell'appello ove il...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15603 del 10 dicembre 2001
«L'ammissibilità del ricorso per cassazione, proposto dal Sindaco in rappresentanza del Comune, non resta esclusa per il fatto che la deliberazione della Giunta municipale, autorizzativa di tale impugnazione, sia intervenuta successivamente alla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16076 del 15 novembre 2002
«In tema di associazioni non riconosciute, stabilire se una struttura organizzativa locale che fa capo ad un'associazione avente carattere nazionale costituisca un organo di quest'ultima, ovvero sia invece, a sua volta, un'associazione munita di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14813 del 3 ottobre 2003
«Nell'ipotesi in cui con il medesimo atto sia stata proposta opposizione a precetto e istanza di sospensione, il creditore si sia costituito all'udienza fissata per la discussione dell'istanza di sospensione e al suo procuratore costituito sia...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1209 del 8 febbraio 1997
«Il legale rappresentante di una società di capitali, pur in presenza di una disposizione dello statuto societario che lo abiliti al conferimento di una procura di carattere esclusivamente formale, non può validamente delegare ad altro soggetto la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10045 del 11 ottobre 1993
«L'autorizzazione a stare in giudizio, necessaria perché un ente pubblico possa agire o resistere in causa, attiene alla legitimatio ad processum, ossia all'efficacia e non alla validità della costituzione dell'ente medesimo; essa, pertanto, può...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8760 del 27 giugno 2000
«Le ordinarie preclusioni relative all'acquisizione del materiale probatorio occorrente per la decisione della causa non operano ai fini dell'acquisizione delle produzioni relative alla legittimazione processuale, le quali possono essere compiute...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2325 del 25 febbraio 1993
«Il principio secondo cui l'autorizzazione a stare in giudizio intervenuta successivamente non vale a sanare retroattivamente l'irregolarità, quando il giudice del merito abbia già rilevato il difetto di legittimazione processuale e ne abbia tratto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24594 del 23 novembre 2005
«Il difetto di legittimazione, attiva e passiva, è rilevabile anche d'ufficio, in quanto attinente alla regolare costituzione del contraddittorio, per cui resta del tutto ininfluente che la questione sia stata o meno sollevata dalla controparte, o...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 17936 del 6 settembre 2004
«L'autorizzazione a stare in giudizio è condizione di efficacia e non requisito di validità della costituzione in giudizio dell'ente pubblico, con la conseguenza che essa, sebbene intervenuta successivamente all'introduzione della causa, è idonea a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8493 del 22 giugno 2000
«Legittimato a stare in giudizio nella causa avente ad oggetto la proprietà di un immobile è soltanto il proprietario. Ne consegue che, se al momento della introduzione del giudizio avente tale oggetto, il convenuto non ha (ancora) la titolarità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2091 del 14 febbraio 2012
«Al giudice è consentito accertare d'ufficio la sussistenza, in capo alle parti, del potere di promuovere il giudizio o di resistervi, ossia la "legitimatio ad causam" attiva e passiva, ma non di rilevare d'ufficio l'effettiva titolarità...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6132 del 6 marzo 2008
«La legittimazione ad agire e contraddire deve essere accertata in relazione non alla sua sussistenza effettiva ma alla sua affermazione con l'atto introduttivo del giudizio, nell'ambito d'una preliminare valutazione formale dell'ipotetica...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11321 del 16 maggio 2007
«Il difetto di legitimatio ad causam attenendo alla verifica, sempre secondo la prospettazione offerta dall'attore, della regolarità processuale del contraddittorio, è rilevabile d'ufficio in ogni stato e grado del giudizio, mentre l'accertamento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20819 del 26 settembre 2006
«La legittimazione ad causam consiste nella titolarità del potere e del dovere — rispettivamente per la legittimazione attiva e per quella passiva — di promuovere o subire un giudizio in ordine al rapporto sostanziale dedotto in causa, secondo la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13756 del 14 giugno 2006
«La legittimazione ad agire ed a contraddire si risolve nell'accertare se, secondo la prospettazione dell'attore, quest'ultimo ed il convenuto assumano la veste di — rispettivamente — soggetto che ha il potere di chiedere la pronunzia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8040 del 6 aprile 2006
«La legittimazione ad causam dal lato passivo (o legittimazione a contraddire) costituisce un presupposto processuale, cioè una condizione affinché il processo possa giungere ad una decisione di merito, e consiste nella correlazione tra colui nei...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24457 del 18 novembre 2005
«La legitimatio ad causam attiva e passiva (che si ricollega al principio di cui all'art. 81 c.p.c., inteso a prevenire una sentenza inutiliter data), è istituto processuale riferibile al soggetto che ha il potere di esercitare l'azione in giudizio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17064 del 2 dicembre 2002
«La legitimatio ad causam, intesa come interesse ad agire o a contraddire, si configura come condizione dell'azione (e cioè come elemento strutturale che la sorregge) interno (e non esterno, quale presupposto sostanziale) all'interesse medesimo,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10370 del 30 luglio 2001
«La proposizione da parte del lavoratore nei confronti del datore di lavoro della domanda per conseguire le prestazioni derivanti dall'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro dà luogo al vizio di difetto di legittimazione passiva ad causam,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8476 del 21 giugno 2001
«Non attiene alla legittimatio ad causam, ma al merito della lite la questione relativa alla titolarità, attiva e passiva del rapporto sostanziale dedotto in giudizio, risolvendosi nell'accertamento di una situazione di fatto favorevole...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15537 del 7 dicembre 2000
«Quando il convenuto eccepisca la propria estraneità al rapporto giuridico sostanziale dedotto in giudizio, viene a discutersi non di una condizione per la trattazione del merito della causa, qual è la legitimatio ad causam, ma dell'effettiva...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10843 del 5 novembre 1997
«Giacché la legitimatio ad causam attiene alla regolare instaurazione del contraddittorio, il suo difetto è rilevabile in ogni stato e grado del giudizio, con il solo limite che, sulla relativa questione siasi eventualmente formato il giudicato....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5407 del 17 giugno 1997
«La legitimatio ad causam, attiva e passiva (che si ricollega al principio di cui all'art. 81 c.p.c., inteso a prevenire una sentenza inutiliter data), è istituto processuale riferibile al soggetto che ha il potere di esercitare l'azione in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11190 del 27 ottobre 1995
«L'istituto della legittimazione ad agire o a contraddire in giudizio (legittimazione attiva o passiva) si ricollega al principio dettato dall'art. 81 c.p.c., secondo cui nessuno può far valere nel processo un diritto altrui in nome proprio fuori...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3087 del 19 maggio 1982
«Il difetto di legitimatio ad causam, la quale si identifica nel potere o dovere di promuovere o subire un giudizio in ordine al rapporto sostanziale dedotto, e, quindi, di ottenere o subire una decisione di merito, favorevole o sfavorevole, è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2117 del 16 febbraio 1990
«Il reato di falso giuramento della parte, di cui all'art. 371 c.p., è escluso dall'ambito dell'art. 384 c.p. (casi di non punibilità) che ipotizza uno speciale stato di necessità obiettivamente più ampio di quello previsto dall'art. 54 c.p., in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3090 del 9 maggio 1986
«Poiché la differenza fra tribunale fallimentare e tribunale in sede ordinaria non ha alcuna rilevanza quando gli stessi non siano territorialmente diversi, sono validi gli atti compiuti da una sezione ordinaria cui la causa di fallimento sia stata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17008 del 26 agosto 2004
«Nel procedimento dinanzi al giudice di pace, l'autorizzazione a stare in giudizio di persona, «in considerazione della natura e entità della causa» ex art. 82 c.p.c., attiene all'accertamento che nulla osti a che il soggetto possa agire senza il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6410 del 30 giugno 1998
«A norma dell'art. 645, comma primo c.p.c. l'opposizione a decreto ingiuntivo si propone con atto di citazione notificato al ricorrente nei luoghi di cui all'art. 638 c.p.c., cioè o presso il procuratore del ricorrente o, quando è ammessa la...»