-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3676 del 7 agosto 1996
«In materia di sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare (art. 304 c.p.p.), la competenza ad emettere il provvedimento sospensivo, ai fini della redazione della motivazione della sentenza, spetta al giudice che ha...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1697 del 29 aprile 1994
«È nulla l'ordinanza di sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare, nei casi previsti dal secondo comma dell'art. 304 c.p.p., qualora il giudice la disponga senza avere sentito la difesa, trattandosi di provvedimento emesso...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3940 del 6 agosto 1998
«La sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare durante la stesura della motivazione della sentenza di primo grado, prevista dall'art. 304, comma primo, lett. c) c.p.p., opera a vantaggio della successiva fase di appello, in...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4204 del 6 agosto 1998
«In caso di provvedimento di sospensione dei termini di custodia cautelare ai sensi dell'art. 304 comma secondo c.p.p. adottato «per tutti gli imputati in stato di custodia cautelare», ad esso deve necessariamente far seguito altro analogo...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3327 del 8 luglio 1998
«La sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare durante la stesura della motivazione della sentenza di primo grado, prevista dall'art. 304, comma primo, lett. c) c.p.p., opera a vantaggio della successiva fase di appello, in...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4257 del 3 febbraio 1994
«Poiché la nullità o inutilizzabilità di un atto possono rispettivamente comunicarsi o avere effetto solo su atti successivi ed in quanto dipendenti dall'atto nullo o inutilizzabile, e non su quelli antecedenti, che hanno una propria autonomia,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 33782 del 2 agosto 2013
«In tema di impugnazioni, allorché un provvedimento giurisdizionale sia impugnato dalla parte interessata con un mezzo di gravame diverso da quello legislativamente prescritto, il giudice che riceve l'atto deve verificare l'oggettiva impugnabilità...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2790 del 17 dicembre 1995
«La richiesta di restituzione dei beni sottoposti a sequestro conservativo, non essendo prevista dalle norme vigenti, va qualificata come impugnazione del provvedimento applicativo della misura cautelare, ai sensi dell'art. 568, comma 5 c.p.p.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4001 del 29 gennaio 2014
«Il principio generale posto dall'art. 568, comma quinto cod. proc. pen., che prevede la conversione "ope legis" dell'impugnazione proposta mediante un mezzo diverso da quello prescritto e la trasmissione di ufficio degli atti al giudice...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7276 del 20 febbraio 2004
«La disposizione contenuta nell'art. 568 comma quinto c.p.p., che in caso di impugnazione proposta a un giudice incompetente consente a quest'ultimo la trasmissione diretta degli atti al giudice competente, trova applicazione esclusivamente...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 6563 del 2 giugno 1994
«Sussiste l'interesse ad impugnare e deve pertanto ritenersi ammissibile il gravame nei confronti di provvedimento che sospende condizionalmente la pena dell'ammenda concernente contravvenzioni per le quali è ammessa l'oblazione in quanto,...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4562 del 21 aprile 1994
«Il potere di annullamento della sentenza impugnata, tipico della giurisdizione di legittimità, è esercitato in appello nei soli casi previsti dall'art. 604 c.p.p. Al di fuori di queste ipotesi tassative, in cui non trova collocazione quella della...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3914 del 31 gennaio 2012
«Il contrasto di giudicati rilevante ai fini della revocabilità di un provvedimento definitivo non ricorre nell'ipotesi in cui lo stesso verta sulla valutazione giuridica attribuita agli stessi fatti dai due diversi giudici.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1137 del 13 gennaio 2010
«In forza del principio della "perpetuatio jurisdictionis", la competenza per territorio del tribunale di sorveglianza, una volta radicatasi con riferimento alla situazione esistente all'atto della richiesta di una misura alternativa alla...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6791 del 28 gennaio 1998
«Una volta divenuto definitivo il provvedimento che concede la sospensione dell'esecuzione, la competenza a decidere sull'eventuale richiesta di proroga non necessariamente spetta al tribunale che aveva deliberato il primo provvedimento, non...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1050 del 1 aprile 1999
«Il sequestro preventivo disposto di urgenza dal P.M. o dalla polizia giudiziaria è provvedimento precario, destinato o ad essere implicitamente caducato ovvero ad essere sostituito dal decreto del giudice, il quale, tuttavia, non può agire motu...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1759 del 30 maggio 1995
«Il giudice dell'esecuzione, ove rigetti per motivi di merito l'istanza di revoca per sopravvenuta abolitio criminis della sentenza di condanna esecutiva, deve adottare la procedura camerale prevista dall'art. 666, comma terzo, c.p.p. e non già...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4602 del 7 gennaio 1994
«L'art. 673 c.p.p. (Revoca della sentenza per abolizione del reato), al pari degli altri articoli dello stesso capo che disciplinano specifiche materie di competenza del giudice dell'esecuzione, non contiene un espresso riferimento all'art. 666...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10423 del 31 ottobre 1992
«L'art. 673 c.p.p. trova applicazione esclusivamente nel procedimento di esecuzione e non in quello di cognizione, essendo la revoca della sentenza (per abrogazione o dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma incriminatrice) un...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13597 del 21 luglio 2004
«L'atto di riassunzione del processo non introduce un nuovo procedimento, ma espleta esclusivamente la funzione di consentire la prosecuzione di quello già pendente, con la conseguenza che, per la sua validità — direttamente controllabile in sede...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14371 del 8 luglio 2005
«In tema di riassunzione del processo interrotto, il codice di rito non prevede che alla parte che ha presentato l'istanza di riassunzione sia comunicato, a cura della cancelleria, il decreto con il quale, ai sensi dell'art. 303 c.p.c., viene...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 773 del 15 gennaio 2013
«La morte o la perdita della capacità processuale della parte costituita, dichiarata in udienza o notificata alle altre parti dal suo procuratore, produce, ai sensi dell'art. 300, comma secondo, c.p.c., l'effetto automatico dell'interruzione del...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 950 del 18 gennaio 2005
«In tema di conclusione del processo civile, il provvedimento di estinzione del giudizio, adottato dal tribunale in composizione unipersonale o monocratica, ai sensi dell'art. 305 c.p.c., ha il contenuto sostanziale di una sentenza, in quanto...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7443 del 20 marzo 2008
«L'evento della morte o della perdita della capacità processuale della parte costituita che sia dichiarato in udienza o notificato alle altre parti dal procuratore della stessa parte colpita da uno di detti eventi produce, ai sensi dell'art. 300,...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3933 del 23 giugno 1980
«Il termine ordinatorio può essere prorogato solo prima della scadenza, a norma dell'art. 154 c.p.c., con la conseguenza che, lasciato inutilmente scadere, ha gli stessi effetti preclusivi del termine perentorio. Pertanto, il ricorso per la...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 317 del 15 gennaio 1991
«La riassunzione della causa cancellata dal ruolo con provvedimento collegiale, va, ai sensi dell'art. 307, primo comma c.p.c., effettuata davanti allo stesso collegio a cura della parte più diligente. Pertanto, ove essa sia in tal guisa...»
-
Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 30432 del 30 dicembre 2011
«Nella vigenza della disciplina processuale delle conseguenze della mancata comparizione delle parti prevista negli artt. 181 e 309, c.p.c., anteriormente alla riforma introdotta dall'art. 50 del d.l. 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2322 del 10 marzo 1994
«L'estinzione del processo per inattività delle parti (e quindi anche per mancata riassunzione nel termine di sei mesi dopo la cessazione della causa di sospensione), ove non dedotta dall'interessato in via di eccezione, a norma dell'art. 307...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11531 del 22 ottobre 1992
«Il provvedimento collegiale, dichiarativo, nel giudizio di appello, dell'estinzione del processo, ancorchè emesso nella forma dell'ordinanza e non della sentenza, non è soggetto al reclamo al collegio, ma la parte che non ha interesse a...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5163 del 9 maggio 1991
«Il provvedimento con cui il collegio — nel giudizio di appello — dichiari l'estinzione del processo, ancorché emesso nella forma dell'ordinanza e non di sentenza, non è soggetto a reclamo al collegio stesso, ma la parte che ha interesse a...»