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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 730 del 24 gennaio 1997
«Il datore di lavoro non può validamente licenziare un lavoratore per mancato superamento del periodo di prova, qualora lo stesso si sia rifiutato di sottoscrivere la lettera di assunzione contenente la clausola relativa, poiché l'art. 2096 c.c....»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 974 del 1 febbraio 1997
«I trattamenti pensionistici integrativi aziendali hanno natura giuridica di retribuzione differita, ma, in relazione alla loro funzione previdenziale (che spiega la sottrazione alla contribuzione previdenziale dei relativi accantonamenti, disposta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16689 del 19 giugno 2008
«La violazione della norma imperativa contenuta nell'art. 2103 c.c. implica la nullità del provvedimento datoriale di trasferimento del lavoratore dalla originaria sede produttiva ad altre unità produttive e la condanna del datore di lavoro ad...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9032 del 6 luglio 2000
«In ipotesi di avvenuto superamento del periodo di comporto, l'accettazione, da parte del datore di lavoro, della ripresa della attività lavorativa del dipendente non equivale di per sé a rinuncia al diritto di recedere dal rapporto, ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3345 del 21 marzo 2000
«La mera accettazione del trattamento di fine rapporto ancorché non accompagnata da alcuna riserva non può essere interpretata, per assoluto difetto di concludenza, come tacita dichiarazione di rinuncia ai diritti derivanti dall'illegittimità del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13732 del 14 giugno 2006
«La violazione dell'obbligo di preavviso del licenziamento, stabilito dall'art. 2118 c.c., comporta l'attribuzione della relativa indennità sostitutiva in tutti i casi in cui il licenziamento abbia determinato l'estinzione del rapporto,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24246 del 21 novembre 2007
«In tema di licenziamento ingiustificato, non sussiste un interesse all'affermazione dell'esistenza di una forma di illiceità piuttosto che di un'altra, sotto il profilo della non giustificatezza, ove la distinzione non produca rilevanti effetti in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 27 del 3 gennaio 2005
«Integra una nullità assoluta (art. 179 c.p.p.), come tale insanabile e rilevabile in ogni stato e grado del procedimento, l'omesso avviso al difensore nei casi in cui ne è obbligatoria la presenza. Tra questi, peraltro, non rientra l'ipotesi degli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4729 del 3 aprile 2002
«L'art. 361 c.p.c., nel testo sostituito dall'art. 60 della legge 26 novembre 1990, n. 353, nel consentire il differimento del ricorso per cassazione avverso la sentenza non definitiva qualora la parte soccombente ne faccia riserva, a pena di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19786 del 17 settembre 2010
«In tema di licenziamento disciplinare, nell'ipotesi in cui il contratto collettivo nazionale di settore ricolleghi la sanzione esclusivamente al fatto di aver riportato condanna penale per determinati titoli di reato, il Collegio arbitrale è privo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13633 del 11 giugno 2007
«Con riferimento ad una controversia promossa da un lavoratore per l'impugnazione di un licenziamento irrogato ai sensi dell'art. 34 del contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti dell'Ente Poste Italiane 26 novembre 1994,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17562 del 10 dicembre 2002
«Poiché la nozione di giusta causa di licenziamento trova la propria fonte direttamente nella legge, l'elencazione delle ipotesi di giusta causa eventualmente contenuta nei contratti collettivi o, come nella specie, in un atto unilaterale del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12804 del 18 novembre 1999
«La sentenza pronunciata a norma dell'art. 444 c.p.p., che disciplina l'applicazione della pena su richiesta dell'imputato, non è tecnicamente configurabile come una sentenza di condanna, anche se è a questa equiparata a determinati fini; tuttavia,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15373 del 9 agosto 2004
«Premesso che i fatti addebitati al lavoratore e posti a fondamento del licenziamento per giusta causa possono inerire anche alla sua vita privata, purché idonei ad incidere sulla possibilità della prosecuzione del rapporto di lavoro, a maggior...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11500 del 4 novembre 1995
«I comportamenti tenuti dal lavoratore nella sua vita privata ed estranei perciò all'esecuzione della prestazione lavorativa, se in genere sono irrilevanti ai fini della lesione del rapporto fiduciario possono tuttavia costituire giusta causa di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 37 del 3 gennaio 2011
«Ai fini della legittimità del licenziamento disciplinare irrogato per un fatto astrattamente costituente reato, non rileva la valutazione penalistica del fatto né la sua punibilità in sede penale, né la mancata attivazione del processo penale per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8716 del 17 giugno 2002
«Nell'ottica dell'autonomia tra il giudizio civile e quello penale, la gravità della condotta ascritta al dipendente licenziato per giusta causa può avere un sufficiente rilievo disciplinare ed essere idonea a giustificare il licenziamento anche...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5332 del 13 aprile 2002
«Ai fini della valutazione della gravità di un fatto addebitato a un dipendente di un istituto di credito quale giusta causa di licenziamento, è ininfluente la circostanza che con la sentenza penale di condanna per il medesimo fatto siano stati...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13818 del 18 ottobre 2000
«Dall'art. 654 c.p.p. si desume che se è doveroso ritenere accertati anche nel giudizio civile gli stessi fatti materiali ritenuti rilevanti in un precedente giudizio penale conclusosi con una sentenza di condanna divenuta definitiva, non è,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10315 del 5 agosto 2000
«Il giudice del lavoro adito con impugnativa di licenziamento, ove pure comminato in base agli stessi comportamenti che furono oggetto di imputazione in sede penale, non è affatto obbligato a tener conto dell'accertamento contenuto nel giudicato di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4175 del 13 maggio 1997
«In tema di licenziamento per giusta causa, il rilievo che il fatto contestato, oltre che inadempimento delle obbligazioni proprie del rapporto di lavoro, costituisca anche illecito penale, se è indice di gravità del fatto, non è idoneo da solo a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5753 del 25 maggio 1995
«Il licenziamento, sanzione idonea a privare il lavoratore e la sua famiglia dei mezzi sufficienti alla sua esistenza, deve conseguire ad illeciti di proporzionata gravità e non a fatti, seppure penalmente rilevanti, che oltre ad arrecare un tenue...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7410 del 26 marzo 2010
«In tema di licenziamento disciplinare, ove sussista un rilevante intervallo temporale tra i fatti contestati e l'esercizio del potere disciplinare, la tempestività di tale esercizio deve essere valutata in relazione al tempo necessario per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15383 del 9 agosto 2004
«Non è ravvisabile una giusta causa di licenziamento ove la contestazione degli addebiti avvenga a distanza di anni dall'accertamento, in seguito ad indagine ispettiva interna all'impresa, dei fatti denunciati poi all'autorità giudiziaria, non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13294 del 10 settembre 2003
«Ai fini dell'accertamento della sussistenza del requisito della tempestività del licenziamento, in caso di intervenuta sospensione cautelare di un lavoratore sottoposto a procedimento penale, la definitiva contestazione disciplinare ed il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 884 del 1 febbraio 1996
«In presenza di una successione di comportamenti la cui somma determina il venir meno della fiducia del datore di lavoro nelle future prestazioni del dipendente, la tempestività della contestazione va riferita a detta somma, e quindi all'episodio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1165 del 4 febbraio 1992
«In pendenza di un processo penale a carico del lavoratore il principio dell'immediatezza che condiziona la validità del recesso in tronco per giusta causa deve essere coordinato con l'esigenza di accertamento dei fatti, ed il comportamento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10527 del 23 ottobre 1998
«A norma dell'art. 2135 c.c., l'attività di allevamento del bestiame può considerarsi agricola e, come tale, non assoggettabile a fallimento, ancorché svolta con l'ausilio di tecniche moderne, quando si presenta in collegamento funzionale con il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1312 del 15 marzo 1978
«Ricorre l'ipotesi di impossibilità sopravvenuta della prestazione, e quindi di risoluzione del contratto d'opera, con cui il prestatore d'opera si è obbligato a promuovere vendite presso grandi comunità per conto di un'impresa di produzione di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21495 del 12 ottobre 2007
«Nel caso di prestazione d'opera professionale di natura intellettuale effettuata da chi non sia iscritto nell'apposito albo previsto dalla legge, il fatto che l'attività svolta non integri eventualmente una fattispecie di rilevanza penale — come,...»