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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3600 del 2 novembre 1993
«In tema di riconoscimento della continuazione in sede esecutiva, incombe all'interessato indicare i reati ai quali il nesso della continuazione si riferisce, senza che si debba ritenere sussistente a suo carico l'onere di provare l'unitarietà del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1750 del 24 luglio 1993
«Ai fini dell'applicazione della disciplina del reato continuato da parte del giudice dell'esecuzione, mentre non può farsi carico all'interessato di un onere di allegazione materiale di atti e documenti, dalla legge non imposto, non può dubitarsi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2438 del 8 luglio 1993
«A norma dell'art. 671 comma 3 c.p.p. si deve ritenere che il beneficio della sospensione condizionale (al pari di quello della non menzione), possa, almeno in casi particolari, essere accordato dal giudice dell'esecuzione pur quando non sia stato...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1544 del 22 febbraio 1993
«La richiesta rivolta dal condannato al giudice dell'esecuzione, dell'applicazione della disciplina del reato continuato, ai sensi dell'art. 671, primo comma, c.p.p., non esige di essere specificamente documentata, né suffragata da elementi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4292 del 2 dicembre 1992
«In tema di riconoscimento della continuazione in sede esecutiva, incombe all'interessato indicare i reati ai quali il nesso della continuazione si riferisce, senza che si debba ritenere sussistente a suo carico l'onere di provare l'unitarietà del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 118 del 3 marzo 1992
«La richiesta rivolta al giudice dell'esecuzione con la quale si instaura il procedimento disciplinato dall'art. 666 c.p.p. non ha natura di impugnazione e, pertanto, non può essere dichiarata inammissibile per il solo fatto che, a sostegno di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6587 del 9 gennaio 1997
«...al giudice dell'esecuzione individuare i dati sostanziali di possibile collegamento fra i vari episodi oggetto delle pronunce di condanna onde verificare, con approfondita disamina del caso concreto, la sussistenza o meno di detta unitarietà.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4565 del 14 ottobre 1995
«Qualora, in sede esecutiva, venga richiesta la continuazione fra il delitto di associazione per delinquere armata di tipo mafioso e singoli reati attinenti alle armi, il giudice dell'esecuzione non può dare per scontato, in assenza anche di una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25426 del 10 giugno 2013
«Il giudice dell'esecuzione nel determinare la pena finale per il reato continuato incontra il limite, stabilito dall'art. 671 c.p.p., del divieto di superamento della somma delle sanzioni inflitte con ciascun titolo giudiziale, ma entro tale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16984 del 10 aprile 2003
«Il giudice dell'esecuzione che riconosca la continuazione tra reati oggetto di più sentenze di condanna ha il potere di valutare ex novo ciascun singolo episodio — restando così superata la solo parziale valutazione operata dal giudice della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38296 del 23 ottobre 2001
«Il potere del giudice dell'esecuzione di concedere la sospensione condizionale della pena non ha portata generale, ma è strettamente connesso al riconoscimento del concorso formale o della continuazione, e non può essere esteso ad altre ipotesi,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 20471 del 18 maggio 2001
«Il giudice dell'esecuzione, investito da richiesta ai sensi dell'art. 671 c.p.p., non può trascurare, ai fini del riconoscimento del vincolo della continuazione, la valutazione già operata in fase di cognizione, con riguardo a episodi criminosi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5826 del 4 gennaio 2000
«Alla stregua del letterale tenore dell'art. 671, comma 2, c.p.p., il giudice dell'esecuzione, nel determinare la pena complessiva conseguente all'applicazione della continuazione, è tenuto soltanto a non superare la somma delle pene inflitte con...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5451 del 23 novembre 1996
«La revoca della sospensione condizionale della pena può essere disposta dal giudice dell'esecuzione solo nel caso in cui si verta in un'ipotesi di revoca obbligatoria, di cui all'art. 168, comma primo, nn. 1 e 2, c.p., perché le ipotesi di revoca...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2672 del 9 settembre 1996
«Analogo potere, però, non spetta al giudice dell'esecuzione, il quale non può esercitare quel giudizio prognostico che è alla base del beneficio in parola e che presuppone per sua natura l'ampiezza di poteri istruttori che è propria del giudizio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4093 del 21 settembre 1995
«Allorché il giudice di cognizione non abbia provveduto alla individuazione del reato più grave tra quelli unificati per continuazione, il giudice dell'esecuzione ha il potere-dovere di individuare la violazione più grave per ogni finalità inerente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 662 del 1 aprile 1994
«In tema di applicazione della disciplina del reato continuato in sede esecutiva, spetta al giudice dell'esecuzione, ove il giudice della cognizione non abbia già escluso l'esistenza di un medesimo disegno criminoso, individuare, in base alle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4097 del 2 dicembre 1992
«Ai sensi del disposto del comma primo dell'art. 671 c.p.p., il giudice dell'esecuzione non può ritenere la continuazione tra reati quando la stessa sia stata esclusa in sede di cognizione. Al riguardo si rivelano irrilevanti la ricerca e la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7565 del 27 giugno 1992
«...del disegno, la Corte di cassazione, investita della questione con specifico motivo, non può rimettere la soluzione al giudice dell'esecuzione, che si troverebbe nell'impossibilità di provvedere per il divieto posto dall'art. 671 c.p.p.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 710 del 9 marzo 1992
«Il giudice dell'esecuzione non può svolgere sindacato o controllo sulla correttezza, o meno, della decisione del giudice della cognizione, dovendosi interpretare in senso restrittivo la disposizione del citato art. 671, in quanto derogatrice del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 259 del 28 febbraio 1992
«Ai fini del riconoscimento del vincolo della continuazione in sede esecutiva, ai sensi dell'art. 671 c.p.p., il giudice dell'esecuzione non può prescindere dalla considerazione dell'eventuale analogo riconoscimento già operato in sede di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 132 del 4 gennaio 2013
«Il giudice dell'esecuzione quando sia richiesto dell'applicazione dell'indulto o comunque sia investito di un incidente di esecuzione ha il compito di interpretare il giudicato, al fine di verificare la sussistenza delle condizioni di legge per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 749 del 16 maggio 2000
«Qualora, invece, sia lo stesso giudice dell'esecuzione a dichiarare condonata la pena con provvedimento impugnabile a norma degli artt. 672, comma primo, e 667 c.p.p., la decisione assume — in forza del generale principio del ne bis in idem...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5569 del 16 dicembre 1998
«È illegittimo il provvedimento del giudice dell'esecuzione che de plano applichi l'amnistia, dopo aver fissato la data del commesso reato non precisata dal giudice della cognizione. E invero, in materia di applicazione dei provvedimenti di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2332 del 24 febbraio 1994
«...con le norme del codice previgente, poiché, trattandosi di materia attinente all'esecuzione del giudicato, si applica la normativa in vigore (art. 260 att. c.p.p. 1988), che riserva ogni statuizione al giudice dell'esecuzione (art. 672).»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4648 del 7 maggio 1993
«L'art. 672 c.p.p., innovando la disciplina contenuta nell'art. 593 del previgente codice, secondo cui solo il pretore poteva procedere d'ufficio, quale giudice dell'esecuzione, all'applicazione dell'amnistia o dell'indulto al condannato, ha...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3656 del 23 novembre 1992
«...da espletarsi con l'osservanza delle forme stabilite dall'art. 666 c.p.p. (Sulla scorta dell'enunciato principio la Cassazione ha annullato l'ordinanza con la quale il giudice dell'esecuzione aveva provveduto de plano alla revoca dell'indulto).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 412 del 25 maggio 1992
«L'art. 672, primo comma, c.p.p., innovando la disciplina prevista dall'art. 593, primo e terzo comma, c.p.p. previgente — il quale prevedeva che solo il pretore poteva procedere di ufficio all'applicazione dell'amnistia e dell'indulto al...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6593 del 3 giugno 1994
«Quando all'applicazione dell'indulto non abbia provveduto il giudice della cognizione, procede a norma dell'art. 672 c.p.p. il giudice dell'esecuzione: conseguentemente il ricorso per cassazione con il quale si lamenti la mancata applicazione del...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6679 del 3 giugno 1992
«...soltanto quando il giudice abbia esplicitamente escluso l'applicazione del beneficio e non anche quando abbia omesso di pronunciarsi. Fuori di tale ipotesi l'eventuale applicazione di detto beneficio va riservato al giudice dell'esecuzione.»