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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3465 del 17 marzo 1999
«Per la sussistenza di tale terzo requisito, non basta il mero nesso di causalità materiale, ma è necessario che il reato diverso e più grave, commesso dal concorrente, possa rappresentarsi nella mente dell'agente come uno sviluppo, logicamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10795 del 22 settembre 1999
«Ne deriva che in tale situazione egli non deve sottovalutare il pericolo che i compartecipi o taluno di essi abbiano a deviare dall'azione principale con l'assumere iniziative per fronteggiare eventuali difficoltà sopravvenute improvvisamente,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1673 del 24 febbraio 1986
«L'art. 83 c.p. nel disciplinare l'ipotesi di «evento diverso da quello voluto dall'agente» stabilisce che qualunque sia in concreto nelle singole fattispecie il determinismo causale che dà luogo all'aberratio, l'evento non voluto può esser posto a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5250 del 30 aprile 1988
«L'art. 116 c.p. assoggetta, nel quadro della maggiore pericolosità della delinquenza associata, la deviazione individuale dal piano concordato da parte di uno dei concorrenti, ad una disciplina più severa di quella predisposta dall'art. 83 stesso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 122 del 10 gennaio 1995
«Tale profitto, tuttavia, deve necessariamente derivare dall'impossessamento della cosa sottratta, e non dal suo danneggiamento o dalla sua sottrazione, perché in tal caso l'autore non agisce secondo il paradigma del furto, ma eventualmente del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12875 del 24 marzo 2009
«La circostanza aggravante della premeditazione, che implica l'esistenza del dolo intenzionale, non è applicabile al concorrente chiamato a rispondere di un reato diverso da quello voluto, la cui condotta in riguardo al reato diverso non può essere...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11024 del 20 dicembre 1996
«... Comune è, pertanto, la previsione dell'evento diverso da quello voluto mentre ciò che diverge è l'accettazione o l'esclusione del rischio relativo. Trattasi di atteggiamenti psicologici che vanno ricostruiti affidandosi agli elementi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7712 del 30 giugno 1988
«In materia di concorso di persone nel reato, qualora il correo abbia avuto conoscenza di circostanze dalle quali potesse apparire probabile o anche solo possibile la verificazione di reato più grave rispetto a quello deliberato, l'accettazione del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10995 del 15 marzo 2007
«Sussiste la responsabilità per concorso anomalo in ordine al reato più grave e diverso da quello voluto (art. 116 c.p.) qualora vi siano la coscienza e volontà di concorrere con altri nella realizzazione di un reato, un evento diverso, voluto e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 744 del 11 gennaio 2006
«Per la sussistenza di tale terzo requisito, non è sufficiente il mero nesso di causalità materiale, ma è necessario che il reato diverso e più grave, commesso dal concorrente, possa rappresentarsi nella mente dell'agente come uno sviluppo,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1979 del 21 febbraio 1992
«Non è configurabile l'ipotesi del «reato diverso da quello voluto da taluno dei concorrenti», prevista dall'art. 116 c.p., qualora i correi versino in dolo alternativo (equiparato al dolo diretto), avendo agito con la volontà di commettere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16006 del 17 novembre 1989
«L'art. 116 c.p. non configura una ipotesi di responsabilità oggettiva, bensì una ipotesi di responsabilità a titolo di dolo rispetto alla condotta, ed a titolo di colpa rispetto all'evento diverso da quello voluto, essendosi il correo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7482 del 28 luglio 1982
«Il concorso atipico, previsto dall'art. 116 c.p., richiede: a) l'adesione di tutti i correi ad un reato concorsualmente voluto; b) la realizzazione di un evento diverso (che costituisce un altro reato da quello voluto, cagionato soltanto da taluno...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3634 del 6 aprile 1982
«Il concorso anomalo di persone nel reato, previsto dell'art. 116 c.p., trova il suo fondamento nel previo concerto criminoso relativo al reato meno grave e si realizza quando l'azione di chi volle il concordato reato meno grave e l'azione del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1948 del 9 marzo 1981
«In base ai principi della teoria monistica, accolti nel nostro ordinamento giuridico, nel caso di concorso di più persone in una impresa criminosa, tutti i compartecipi debbono rispondere dei reati che obiettivamente dipendono dalla concordata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8837 del 14 marzo 2006
«I presupposti del cosiddetto concorso anomalo, ossia del concorso del concorrente nel reato diverso da quello voluto, sono l'adesione dell'agente ad un reato concorsualmente voluto, la commissione da parte di altro concorrente di un reato diverso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5188 del 25 maggio 1996
«In tema di concorso di persone nel reato, la responsabilità del compartecipe ai sensi dell'art. 116 c.p. (concorso «anomalo») richiede, anzitutto, l'adesione di tutti ad un reato concorsualmente voluto ad un evento diverso che costituisce un altro...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2146 del 18 febbraio 1988
«Il nesso causale di carattere psicologico che costituisce uno degli elementi della responsabilità di cui all'art. 116 c.p. consiste nel fatto che il reato diverso, o diverso e più grave, deve potersi rappresentare alla psiche dell'agente come uno...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8887 del 11 ottobre 1985
«La disposizione dell'art. 116 c.p. costituisce norma speciale rispetto a quella generale dell'art. 83 c.p., mentre il ristretto, corrispondente campo comune di operatività — da individuare, rispettivamente, nell'esecuzione plurisoggettiva di un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4894 del 15 maggio 1996
«Per la configurazione del concorso anomalo sono necessari tre elementi e, cioè, l'adesione dell'agente a un reato concorsualmente voluto, la commissione, da parte di altro concorrente, di un reato diverso o più grave e l'esistenza di un nesso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11352 del 10 novembre 1994
«Il primo di essi è costituito dall'accertamento che l'evento diverso non sia stato voluto neppure sotto il profilo del dolo indiretto (indeterminato, alternativo od eventuale) e, perciò, che il reato più grave non sia stato in effetti già...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3617 del 14 marzo 1990
«In quest'ultima ipotesi occorre distinguere fra dolo indiretto, il quale postula comunque la effettiva previsione ed accettazione anche di un evento diverso da quello in origine voluto e pattuito con il compartecipe; dolo eventuale che, mirando a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3921 del 11 aprile 1995
«Non sussiste compatibilità tra l'aggravante del nesso teleologico di cui all'art. 61 n. 2 c.p., che ha natura soggettiva e concerne i motivi soggettivi dell'agire, e non già l'elemento materiale del fatto reato cui inerisce, il concorso ex art....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2202 del 18 febbraio 1987
«Infatti, tale forma di dolo si configura quando l'agente si sia rappresentato, come probabile o possibile, anche un evento diverso da quello voluto e, ciò nonostante, abbia agito ugualmente accettando il rischio del suo verificarsi. Ne deriva che,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7262 del 24 luglio 1993
«L'art. 116 c.p., del resto, espressamente disciplina il caso di reato diverso da quello «voluto», e, cioè di reato non voluto, e quindi non deliberato, che non può essere stato oggetto, conseguentemente, di preventivo ed unitario disegno...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3349 del 5 aprile 1996
«L'ipotesi prevista dal comma 2 dell'art. 116 c.p. non è applicabile all'omicidio preterintenzionale, in quanto trattasi di una forma attenuata di concorso configurabile solo nell'ipotesi in cui il concorrente che si vuole anomalo abbia voluto un...»