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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1197 del 20 gennaio 2006
«In tema di comunione legale tra coniugi, il denaro ottenuto a titolo di prezzo per l'alienazione di un bene personale rimane nella esclusiva disponibilità del coniuge alienante anche quando esso venga dal medesimo accantonato sotto forma di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 566 del 14 febbraio 1975
«La relatività e la variabilità insite nel tempo occorrente allo svolgimento di un'attività, specie quando questa sia complessa (come nel caso del tempo occorrente per provvedere all'estinzione delle passività gravanti su un immobile) sono...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 14112 del 18 giugno 2009
«Allorché fra le parti di un contratto di compravendita avente ad oggetto un'area edificabile sia stato pattuito che, per il caso della realizzazione di una maggiore volumetria da parte dell'acquirente, questi sia obbligato al pagamento di un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15344 del 1 dicembre 2000
«...dell'alienante, e non dell'acquirente. (Fattispecie in tema di vendita dal Ministero delle finanze a privati di arenile eroso dalle mareggiate nel periodo di tempo intercorrente tra il momento dell'aggiudicazione e quello dell'approvazione).»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2386 del 4 marzo 1998
«...con riguardo alle cose aventi un prezzo corrente di cui al precedente art. 1515, ne determina l'ammontare nella differenza fra il prezzo convenuto e quello corrente sul mercato nel luogo e nel giorno della consegna, salva prova del maggior danno.»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2565 del 25 marzo 1988
«In tema di garanzia per vizi della cosa venduta, e per il caso in cui l'azione di riduzione del prezzo sia accordata al compratore non in via esclusiva (art. 1492 terzo comma c.c.), ma in via concorrente con l'azione di risoluzione (art. 1492...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4094 del 9 novembre 1976
«La misura della riduzione del prezzo di vendita, per il caso di vizi della cosa venduta e di esperimento da parte del compratore della actio quanti minoris (art. 1492 c.c.), deve essere determinata in funzione della necessità di ripristinare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 992 del 18 febbraio 1981
«...debitore per agevolare gli scambi secondo la corrente prassi commerciale e non comporta sostituzione del luogo del pagamento del prezzo (domicilio del venditore) con quello di presentazione della cambiale (art. 44, comma primo, legge cambiaria).»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6133 del 17 novembre 1980
«...con carattere esclusivo, mentre la sostituzione non avviene quando manchi tale previsione, giacché, in tal caso quella modalità rappresenta una semplice facoltà concessa al creditore per agevolare gli scambi secondo la corrente prassi commerciale.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5222 del 29 luglio 1983
«...è costituito dalla differenza tra il prezzo convenuto e quello corrente nel luogo e nel giorno in cui si doveva fare la consegna, salva la prova di un maggiore danno — ove si tratti di cose non previste in tale norma di carattere eccezionale.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3614 del 16 aprile 1994
«L'art. 1518 c.c. contiene un criterio per la liquidazione del danno da inadempimento delle obbligazioni nascenti dalla compravendita di cose che abbiano un prezzo corrente, a, norma dell'art. 1515 comma terzo c.c., dispensando la parte adempiente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3280 del 18 maggio 1981
«Il danno derivato dall'inadempimento di un contratto di compravendita di cose mobili aventi un prezzo corrente ben può risultare superiore alla differenza fra il prezzo pattuito e quello realizzato attraverso la vendita a terzi delle medesime cose...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 827 del 29 gennaio 1983
«...mentre se i contraenti hanno indicato la misura come ulteriore elemento concorrente ai fini della descrizione e dell'identificazione dell'immobile (o, anche, per un diverso fine), nessuna conseguenza può derivare dall'errore su tale indicazione.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5250 del 15 marzo 2004
«...l'eliminazione dei vizi se la relativa domanda non è stata proposta dal committente, mentre può procedere alla detta eliminazione, prima della sentenza, se il committente ha chiesto la condanna dell'appaltatore al pagamento della somma occorrente.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1174 del 5 aprile 1976
«...valore corrente, ma deve essere fissato in base a quest'ultimo, come desumibile dal ricavato della vendita in danno (detratto il nolo che non sia stato altrimenti accollato), salvo che il danneggiato dimostri la sua inferiorità al prezzo corrente.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 641 del 30 gennaio 1990
«La norma dell'art. 1696 c.c., per la quale il danno derivante da perdita o da avaria si calcola secondo il prezzo corrente delle cose trasportate nel luogo e nel tempo dalla riconsegna, non importa che l'obbligazione del vettore sia per ciò...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 289 del 23 gennaio 1985
«Nel caso di perdita, per colpa del vettore, di cosa individuata di cui non sia stato indicato il valore e che non abbia un prezzo corrente, cioè determinato in base a tariffe fissate dalla pubblica autorità oppure alla stregua di listini di borsa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5793 del 28 ottobre 1980
«La disposizione dell'art. 1696 c.c., secondo cui il danno derivante da perdita o avaria delle cose trasportate si calcola secondo il prezzo corrente di queste nel luogo e nel tempo della riconsegna, collega la liquidazione del danno emergente ad...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1466 del 29 marzo 1978
«Per la liquidazione del danno derivante da perdita o avaria delle cose trasportate non si applica la disciplina stabilita in via generale dell'art. 1223 c.c., neppure nell'ipotesi di dolo o di colpa grave del vettore, bensì la disciplina dell'art....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4820 del 25 luglio 1980
«In materia di operazioni su titoli, quotati in borsa ed acquistati o riportati a prezzo corrente determinato, non è configurabile alcun conflitto di interessi nel contratto posto in essere da una società controllante della stessa commissionaria,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2136 del 25 febbraio 2000
«Né, una volta concluso l'affare, assume rilevanza, sotto il profilo della incidenza sulla efficienza causale esclusiva o concorrente dell'opera di detto mediatore, la assoluta identità delle condizioni alle quali la trattativa sia stata portata a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26898 del 10 novembre 2008
«In tema di pegno avente per oggetto titoli del debito pubblico, gli atti di incasso del controvalore dei titoli stessi venduti dalla banca creditrice e accreditati sul conto corrente del cliente poi fallito, con corrispondente parziale riduzione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 45389 del 5 dicembre 2008
«È legittimo il sequestro preventivo, funzionale alla confisca di cui all'art. 322-ter c.p., eseguito in danno di un concorrente del reato di cui all'art. 316 - bis c.p., per l'intero importo relativo al prezzo o profitto dello stesso reato,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 325 del 29 marzo 1994
«Qualora oggetto del sequestro siano somme di denaro depositate presso banche (e quindi beni che non sono normalmente destinati alla commissione di reati) il rapporto di pertinenza fra le cose ed i reati deve essere individuato e chiarito nella...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26728 del 19 giugno 2003
«...445, primo comma, c.p.p.). Ciò in quanto il ricorrente, dato che la somma irritualmente confiscata è oggetto di prestazione concernente un negozio contrario a norme imperative, non potrebbe comunque vantare un diritto alla relativa restituzione.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9786 del 8 marzo 2007
«È configurabile il reato di truffa aggravata ex art. 640, commi primo e secondo, n. 1, c.p., a carico di dipendenti di un ente pubblico i quali, facendo artificiosamente figurare le loro normali prestazioni lavorative come rientranti invece...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9530 del 3 luglio 1990
«...somme riscosse, la quota percentuale di esse e nemmeno sul ricavato, al netto di eventuali detrazioni del denaro occorrente per la fornitura di altre merci da commerciare, non contabilizza i corrispettivi delle merci piazzate e non ne rende conto.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7363 del 28 luglio 1982
«...ai fini dell'esclusione della ricettazione, tra denaro sporco, direttamente proveniente dal riscatto di un sequestro di persona a scopo di estorsione, e denaro riciclato, trattandosi del provento di un reato di cui il ricorrente era consapevole).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21192 del 17 maggio 2013
«Integra la condotta tipica del delitto di induzione indebita prevista dall'art. 319 quater c.p., così come introdotto dall'art. 1, comma 75 della l. n. 190 del 2012, la coazione psicologica, non ricollegabile ad una minaccia, né esplicita né...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 46826 del 21 dicembre 2005
«È configurabile il reato di usurpazione di funzioni pubbliche, concorrente con quello di truffa, nel caso di soggetto il quale, presentandosi presso esercizi commerciali con la falsa qualifica di appartenente al corpo della Guardia di Finanza e...»