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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3894 del 7 settembre 1977
«Laddove vi sia successione per rappresentazione, la divisione ereditaria deve essere fatta per stirpi. A questo principio non può derogarsi se non col consenso di tutti i condividenti, che non possono esser tenuti a subire le remore e le spese di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2093 del 24 febbraio 2000
«In tema di divisione ereditaria, chi agisce per lo scioglimento della comunione, non essendo terzo, in quanto subentra nella posizione del de cuius, trae da questa sia il diritto di agire per la dichiarazione della simulazione delle donazioni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7142 del 29 luglio 1994
«La domanda di collazione proposta nel giudizio di divisione ereditaria con riguardo ai beni che si assumono donati in vita dal coerede con atto di alienazione simulato, non implica domanda di riduzione delle relative attribuzioni patrimoniali,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2918 del 7 aprile 1990
«L'art. 718 c.c., nel riconoscere a ciascuna delle parti del giudizio di divisione il diritto di conseguire la sua porzione in natura di un bene immobile comodamente divisibile, attribuisce al giudice, onde realizzare la divisione in natura, il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7797 del 13 luglio 1991
«In tema di divisione ereditaria, l'art. 723 c.c. prescrive che i condividenti, nel corso delle operazioni divisionali, si debbono rendere i conti, ma non stabilisce le modalità del rendiconto, né in particolare impone il ricorso a quelle degli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1528 del 21 febbraio 1985
«Ai fini della determinazione dei frutti che uno dei condividenti deve corrispondere in relazione alla detenzione di un immobile oggetto di divisione giudiziale occorre far riferimento ai frutti civili, i quali si identificano nel corrispettivo del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25646 del 23 ottobre 2008
«Nel giudizio di divisione ereditaria, la collazione per imputazione nella quale il giudice, a norma degli artt. 724 e 725 c.c., imputa alla quota del coerede le somme di denaro delle quali il medesimo sia debitore verso gli altri coeredi, per poi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3617 del 11 aprile 1987
«Dal combinato disposto del secondo comma dell'art. 724 e del primo comma dell'art. 725 c.c. si evince che nel giudizio di divisione, il giudice, prima della formazione delle singole porzioni, deve imputare alla quota del coerede le somme di danaro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 27410 del 13 dicembre 2005
«Ai sensi dell'art. 725 c.c. la collazione per imputazione, istituto diretto ad assicurare la par condicio degli eredi, opera immediatamente mediante il prelievo, da parte degli altri eredi, dalla massa ereditaria, di beni in proporzione delle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11519 del 25 maggio 2011
«In tema di divisione giudiziale, qualora al condividente sia assegnato un bene di valore superiore alla sua quota (trattandosi di bene non comodamente divisibile, attribuito al titolare della quota maggiore ex art. 720 c.c.) e, sin dall'apertura...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9659 del 24 luglio 2000
«Finalità del giudizio divisorio è assicurare la formazione di porzioni di valore corrispondente alle quote; a tal fine deve procedersi alla stima del bene e, se risulti effettuata in epoca troppo antecedente alla decisione, alla rivalutazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15105 del 22 novembre 2000
«La norma di cui all'art. 727, comma primo, c.c. secondo la quale in sede di divisione le quote da assegnare ai condividenti devono comprendere una quantità di beni di uguale natura e qualità in proporzione all'entità di ciascuna quota, non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15583 del 26 luglio 2005
«Un progetto di divisione di comunione, redatto da un terzo, cui sia stato affidato tale compito, ove si presenti di contenuto tale da integrare gli elementi della proposta e dell'accettazione della divisione e venga sottoscritto per adesione da...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8693 del 2 settembre 1998
«Il principio secondo il quale non ricorre alcuna ipotesi di evizione nell'ipotesi di nullità del negozio giuridico traslativo del diritto in contestazione (poiché in tal caso il bene oggetto del trasferimento non entra a far parte del patrimonio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4224 del 23 febbraio 2007
«In tema di divisione ereditaria, il retratto successorio, avendo la finalità di impedire l'intromissione di estranei nello stato di indivisione determinato dall'apertura della successione mortis causa si applica soltanto alle comunioni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 18351 del 13 settembre 2004
«Tenuto conto che la comunione ereditaria ha ad oggetto non soltanto la comproprietà o contitolarità di diritti ma il complesso dei rapporti attivi e passivi che formavano il patrimonio del de cuius al momento della morte, lo scioglimento dello...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1529 del 21 febbraio 1985
«In tema di comunione ordinaria ed ereditaria il compartecipe può usucapire la cosa senza necessità dell'interversione del possesso (art. 1164 c.c.), attraverso la semplice estensione del possesso medesimo in termini di esclusività, ma a questo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2100 del 4 febbraio 2004
«Il diritto sul palco in teatro non ha come oggetto, i posti, a sedere o in piedi, che esso contiene, ma lo spazio intero — aperto sulle balconate sovrapposte nelle pareti perimetrali della sala, in cui si svolgono gli spettacoli — dal quale i...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2335 del 1 marzo 1995
«L'art. 720 c.c. prevede la vendita all'incanto degli immobili non divisibili come rimedio residuale cui ricorrere quando nessuno dei coeredi voglia avvalersi della facoltà di domandare l'attribuzione dell'intero con addebito dell'eccedenza....»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4111 del 3 maggio 1996
«La comoda divisibilità di un bene, ai fini dell'eventuale assegnazione in natura delle quote spettanti agli aventi diritto, ricorre solo quando, in relazione alla struttura del bene, sia possibile la formazione di un numero di quote omogenee...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2117 del 24 febbraio 1995
«In tema di divisione di cose comuni, il principio dell'art. 1114 c.c., per il quale la divisione ha luogo in natura se la cosa può essere comodamente divisa in porzioni corrispondenti alle quote dei partecipanti, non esclude la possibilità del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7700 del 8 settembre 1994
«In sede di divisione di una comunione ereditaria, qualora di essa facciano parte più immobili che, seppure isolatamente considerati non possano dividersi in tante frazioni quante sono le quote dei condividenti, ma consentano da soli o insieme con...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7835 del 3 agosto 1990
«In tema di divisione ereditaria, per l'accertamento della comoda (o meno) divisibilità degli immobili, ai sensi dell'art. 720 c.c., deve aversi riguardo al numero delle quote che spettano agli originari chiamati (di primo grado: una quota per ogni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2806 del 21 marzo 1987
«In tema di scioglimento delle comunioni e formazione delle porzioni dei condividenti con riguardo all'indivisibilità di un fondo (ai fini della sua attribuzione unitaria o della vendita ex art. 720 c.c.) non assumono rilievo le esigenze della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11641 del 13 maggio 2010
«L'art. 720 c.c., nel disciplinare l'ipotesi in cui l'immobile oggetto di comunione non sia divisibile o comodamente divisibile a prescindere dal fatto che le quote dei condividenti siano o meno eguali, configura la vendita all'incanto come rimedio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5679 del 22 marzo 2004
«Ai sensi dell'art. 720 c.c., secondo cui se l'immobile non sia comodamente divisibile ovvero se il frazionamento creerebbe pregiudizio alle ragioni dell'economia pubblica o dell'igiene, l'immobile deve essere preferibilmente ricompreso per intero...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6105 del 13 luglio 1987
«L'art. 720 c.c. per il quale, in caso di divisione, gli immobili indivisibili devono essere compresi per intero, con addebito dell'eccedenza, nella porzione di uno dei coeredi aventi diritto alla quota maggiore, pone non una disciplina...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 320 del 18 gennaio 1982
«In tema di divisione ereditaria, l'art. 720 c.c. prevede la vendita all'incanto degli immobili non divisibili come ultima ratio , cui ricorrere quando nessuno dei condividenti possa o voglia giovarsi della facoltà di attribuzione dell'intero, con...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2163 del 25 febbraio 1995
«Nell'ipotesi di non comoda divisibilità dell'immobile comune e di richiesta di assegnazione da parte di più condividenti, ciascuno titolare di una quota di comproprietà pari a quella spettante all'altro, il giudice di merito è tenuto a dare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8922 del 20 agosto 1991
«In applicazione del principio del favor divisionis , cui è ispirato l'art. 720 c.c., nel caso in cui, in presenza d'una pluralità di richieste di assegnazione, nell'eredità sia compreso un immobile non comodamente divisibile, salvo che vi siano...»