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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21495 del 12 ottobre 2007
«Nel caso di prestazione d'opera professionale di natura intellettuale effettuata da chi non sia iscritto nell'apposito albo previsto dalla legge, il fatto che l'attività svolta non integri eventualmente una fattispecie di rilevanza penale — come,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11947 del 2 dicembre 1993
«Per il disposto dell'art. 2231 c.c. l'esecuzione di una prestazione d'opera professionale di natura intellettuale effettuata da chi non sia iscritto nell'apposito albo previsto dalla legge, dà luogo a nullità assoluta del rapporto tra...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5248 del 27 agosto 1986
«In tema di prestazione d'opera intellettuale, la facoltà per il professionista di servirsi, ai sensi dell'ari. 2232 c.c., della collaborazione di sostituti od ausiliari non comporta mai che costoro diventino parti del rapporto di clientela,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6170 del 16 marzo 2011
«Il prestatore d'opera intellettuale che receda dal contratto in presenza di una giusta causa ha diritto al compenso per le prestazioni già eseguite, a condizione che provi l'esistenza del suo credito e, dunque, anche il risultato utile derivato al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24367 del 1 ottobre 2008
«In tema di contratto d'opera, risponde ad interessi meritevoli di tutela per entrambe le parti, "ex" art. 1322 cod. civ., la pattuizione di predeterminazione della durata in deroga alla regolamentazione legale del recesso dal contratto, con la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3062 del 4 marzo 2002
«L'art. 2230 c.c., relativo alla prestazione d'opera intellettuale, stabilisce che il relativo contratto è disciplinato dalle norme contenute nel capo secondo del titolo terzo del libro quinto del codice civile, nonché, se compatibili, da quelle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5738 del 6 maggio 2000
«La previsione della possibilità di recesso ad nutum del cliente nel contratto di prestazione d'opera intellettuale, quale contemplata dall'art. 2237, comma primo, c.c., non ha carattere inderogabile e quindi è possibile che per particolari...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5775 del 11 giugno 1999
«L'art. 2237 c.c. nel consentire al cliente di recedere dal contratto di prestazione di opera intellettuale ammette, in senso solo parzialmente analogo a quanto stabilito dall'art. 2227 c.c. per il contratto d'opera, la facoltà di recesso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3145 del 25 marzo 1998
«Le parti di un contratto di opera professionale, pur subordinando la facoltà di recesso a determinate condizioni, non perciò rinunciano alla generale facoltà di recesso stabilita dall'art. 2237 c.c., dovendo invece tale rinuncia esser inequivoca,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4501 del 15 maggio 1996
«Il carattere fiduciario del rapporto avente ad oggetto una prestazione d'opera intellettuale comporta, stante il principio del recesso ad nutum da parte del cliente di cui all'art. 2237 c.c., che la pattuizione di una scadenza contrattuale debba...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7753 del 24 giugno 1992
«La semplice apposizione di un termine finale al contratto di prestazione d'opera professionale non implica rinuncia alla facoltà di recesso a norma dell'art. 2237 c.c. — applicabile anche all'attività degli spedizionieri doganali — a meno che la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11896 del 7 agosto 2002
«Gli studi professionali in genere, ed in particolare quelli in cui venga esercitata l'attività medica (nella specie, odontoiatrica), possono anche essere organizzati sotto forma di azienda c.d. professionale tutte le volte in cui, al profilo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23624 del 22 novembre 2010
«In tema di rapporto di lavoro domestico in situazione di convivenza, l'esistenza di un contratto a prestazioni corrispettive deve essere escluso solo in presenza della dimostrazione di una comunanza di vita e di interessi tra i conviventi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1961 del 22 febbraio 2000
«L'esistenza di una qualunque società, semplice, di persone, di capitali, regolare, irregolare, e quindi anche di una società di fatto, richiede il concorso di un elemento oggettivo, rappresentato dal conferimento di beni o servizi, con la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12663 del 18 dicembre 1998
«Elementi essenziali del contratto di società (anche di fatto) sono la previsione dell'esercizio in comune di una determinata attività economica e la conseguente costituzione di un «fondo comune» - vincolato all'esercizio collettivo dell'attività...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5961 del 11 marzo 2010
«La mancanza della prova scritta del contratto di costituzione di una società di fatto o irregolare (non richiesta dalla legge ai fini della sua validità) non impedisce al giudice del merito l'accertamento "aliunde", mediante ogni mezzo di prova...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 366 del 17 gennaio 1998
«La mancata esteriorizzazione del rapporto societario costituisce il presupposto indispensabile perché possa legittimamente predicarsi, da parte del giudice, la esistenza di una società occulta, ma ciò non toglie che si richieda pur sempre la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8187 del 29 agosto 1997
«La concreta mancanza della prova scritta di un contratto societario relativo ad una società di fatto o irregolare (non richiesta, peraltro, dalla legge ai fini della sua validità), non impedisce, al giudice del merito, l'accertamento, aliunde,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4187 del 13 maggio 1997
«Ai fini della configurabilità di una società di fatto, la sussistenza del contratto sociale può risultare, oltre che da prove dirette specificamente riguardanti i suoi requisiti tipici (quali l'affectio societatis, la costituzione di un fondo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6361 del 1 aprile 2004
«In tema di differenze tra società e comunione a scopo di godimento, mentre quest'ultima (espressamente disciplinata dall'art. 2248 c.c.) postula una situazione giuridica di contitolarità (presupponendo, pertanto, la comproprietà del bene in capo a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7536 del 12 aprile 2005
«Il principio di autonomia negoziale è applicabile al contratto di società di capitali, con i limiti derivanti dalla circostanza che l'art. 2249 c.c., nel prevedere che le società aventi ad oggetto l'esercizio di attività commerciali devono...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 29885 del 19 dicembre 2008
«Il contratto di una società semplice, tranne nel caso in cui venga conferito un bene il cui trasferimento richieda una forma speciale, è a forma libera e può pertanto essere validamente concluso anche "per facta concludentia"; l'onere di provare...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 16175 del 23 dicembre 2000
«Il combinato disposto degli artt. 2252 e 2275 c.c., autorizza, in conformità con i principi generali in materia di società di persone, i soci di tali enti a determinare liberamente le modalità di liquidazione delle società, sia in via preventiva...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9471 del 19 luglio 2000
«Al fine di accertare se il versamento del socio alla società possa ritenersi effettuato per un titolo che ne giustifichi la restituzione al di fuori dell'ipotesi di liquidazione, occorre accertare quale sia stata la reale intenzione dei soggetti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3980 del 20 marzo 2001
«Il criterio di ripartizione dei guadagni e delle perdite, stabilito dal secondo comma dell'art. 2263 c.c. per il socio che ha conferito la propria opera, vale anche all'atto dello scioglimento della società limitatamente al socio predetto per la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24376 del 1 ottobre 2008
«Al contratto di associazione in partecipazione non si applica il divieto del patto leonino, dettato in materia societaria dall'art. 2265 c.c., ai sensi del quale è vietato che uno o più soci siano esclusi in modo totale e costante dagli utili o...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8927 del 29 ottobre 1994
«Il divieto del cosiddetto patto leonino posto dall'art. 2265 c.c. (ed estensibile a tutti i tipi sociali, attenendo alle condizioni essenziali del tipo «contratto di società») presuppone una situazione statutaria — costitutiva dei diritti e degli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7228 del 7 agosto 1996
«Anche alle società di persone, nonostante la loro non perfetta autonomia patrimoniale, — in relazione alle previsioni degli artt. 2267, 2268 e 2304 c.c. in materia di responsabilità personale dei soci per le obbligazioni sociali —, va riconosciuta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3887 del 26 aprile 1996
«La rappresentanza legale della società semplice, a norma dell'art. 2266, comma 2, c.c., spetta a ciascun socio amministratore, in mancanza di diversa disposizione del contratto; con la conseguenza che le parti possono pattiziamente derogare a tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 29776 del 19 dicembre 2008
«L'assunzione della qualità di socio e l'obbligo di buona fede nell'adempimento delle obbligazioni, che discendono dal contratto di società, non comportano la preventiva rinuncia del socio ad avvalersi dei suoi diritti e facoltà, anche derivanti da...»