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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 17048 del 27 aprile 2001
«Non è abnorme, né nullo il provvedimento con il quale il giudice di appello revochi precedente ordinanza ammissiva della rinnovazione parziale del dibattimento, in quanto abbia poi ritenuto sufficienti le prove acquisite.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8842 del 27 settembre 1993
«Con il disposto dell'art. 495, secondo comma, c.p.p., che riconosce all'imputato il diritto all'ammissione delle prove indicate a discarico sui fatti costituenti oggetto delle prove a carico, si è recepita nel nostro ordinamento la norma contenuta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 809 del 21 gennaio 1999
«In tema di questioni preliminari, le espressioni “subito dopo compiuto per la prima volta l'accertamento della costituzione delle parti” e “sono decise immediatamente” di cui all'art. 491 c.p.p. hanno il significato di imporre alle parti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3746 del 7 gennaio 1999
«Non è abnorme la sentenza che dichiari l'incompetenza territoriale del giudice per essere stata adottata la decisione oltre il termine di cui all'art. 491 c.p.p. dopo che la relativa eccezione sia stata già sollevata e disattesa dal collegio in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2205 del 13 aprile 1992
«Una volta che la questione di competenza per territorio sia stata tempestivamente proposta, il giudice rimane investito dal potere-dovere di decidere su di essa e di dichiarare, ove la ritenga fondata, la propria incompetenza, anche nel caso in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10357 del 6 marzo 2008
«Non è abnorme il decreto di rinvio a giudizio pronunciato dal G.u.p., allorquando lo stesso sia stato incorporato in una pronuncia avente anche natura di sentenza, potendosi in tal caso disporre, a norma degli artt. 431 e 491 c.p.p., lo stralcio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4688 del 26 gennaio 1993
«Atteso il principio di tassatività che vige in materia di impugnazioni, non è esperibile alcuna impugnazione avverso il provvedimento con il quale il giudice dell'udienza preliminare abbia respinto una eccezione di nullità, trattandosi di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2366 del 18 marzo 1992
«Stante il principio di tassatività delle impugnazioni e non essendo previsto nessun gravame contro gli atti relativi all'udienza preliminare, ad eccezione della sentenza di non luogo a procedere, anche le nullità assolute verificatesi in detta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28607 del 13 luglio 2001
«In tema di risoluzione delle questioni preliminari, l'ordinanza con la quale il giudice abbia omesso di provvedere su alcune delle eccezioni sollevate dalle parti in ordine alla formazione del fascicolo del dibattimento non è atto abnorme (e,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7153 del 22 luglio 1993
«La norma dell'art. 491, quinto comma, c.p.p., la quale prescrive che sulle questioni preliminari il giudice decide con ordinanza, non è sanzionata da nullità, cosicché ove il giudice del dibattimento decida la questione preliminare insieme al...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1603 del 16 gennaio 2002
«In tema di costituzione delle parti private, la preclusione stabilita dall'art. 491, comma primo, c.p.p. per la deduzione delle questioni riguardanti la citazione e l'intervento del responsabile civile ha la finalità di stabilire un preciso...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46753 del 2 dicembre 2004
«Il principio della decisione «allo stato degli atti» è previsto dalla legge solo per il giudizio abbreviato (ex art. 440 c.p.p.), mentre nel rito normale il dibattimento è l'asse portante del processo. (Nella specie, in ossequio a detto principio...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4721 del 30 gennaio 2008
«In tema di esame testimoniale, il divieto di porre domande suggestive riguarda l'esame condotto dalla parte che ha un interesse comune al testimone e non invece il controesame o l'esame condotto direttamente dal giudice per il quale non vi è il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2224 del 29 febbraio 1996
«Con l'entrata in vigore della legge 7 agosto 1992 n. 356 - che a seguito della sentenza 255/92 della Corte costituzionale ha modificato gli artt. 500 e 503 c.p.p. - le dichiarazioni contenute nel fascicolo del P.M. ed utilizzate per le...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23436 del 8 giugno 2001
«Il potere del giudice di disporre anche d'ufficio l'assunzione di nuovi mezzi di prova, previsto dall'art. 507 c.p.p., deve essere esercitato, a pena di nullità della sentenza, anche con riferimento ai testimoni del pubblico ministero,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5747 del 17 giugno 1997
«Il giudice ha l'obbligo di ricorrere al potere che l'art. 507 c.p.p. gli conferisce in ordine all'acquisizione anche d'ufficio di mezzi di prova quando ciò sia indispensabile per decidere non essendo rimessa alla sua mera discrezionalità la scelta...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3428 del 29 marzo 1995
«La norma di cui all'art. 507 c.p.p. costituisce lo strumento di controllo da parte del giudice rispetto all'inerzia, agli errori o alla rinuncia del pubblico ministero. In proposito la legge delega 16 febbraio 1987, n. 81, al punto 73, ultima...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 230 del 10 gennaio 2007
«Il giudice di appello, ove sia richiesta la riassunzione di una prova già acquisita o l'assunzione di una prova nuova, perché nota alle parti nel giudizio di primo grado ma non acquisita, dà luogo alla rinnovazione solo se ritiene di non essere in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 724 del 24 gennaio 1994
«In tema di ammissione di nuove prove (art. 507 c.p.p.), non sussiste l'obbligo del giudice di disporre d'ufficio tutte le prove astrattamente pertinenti e rilevanti, bensì il potere-dovere di disporre nuovi mezzi di prova quando risulti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2414 del 26 febbraio 1998
«Il disposto di cui al secondo comma dell'art. 539 c.p.p., che consente la condanna dell'imputato al pagamento di una provvisionale, è applicabile anche al danno non patrimoniale.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 144 del 11 aprile 1996
«Dalla complessa normativa risultante dagli artt. 238 e 511 bis c.p.p., si desume che le dichiarazioni rese dall'imputato in diverso procedimento penale, al di fuori dell'incidente probatorio o del dibattimento (nel qual caso costituiscono prova e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6585 del 2 giugno 2000
«Nel giudizio di appello, la richiesta di rinnovazione del dibattimento ai sensi dell'art. 6, comma terzo, della L. 7 agosto 1997, n. 267, per l'esame delle persone indicate nell'art. 513 c.p.p. che abbiano reso dichiarazioni al pubblico ministero,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13330 del 19 novembre 1999
«Se la parte richieda l'applicazione della disciplina transitoria di cui all'art. 6 della legge 7 agosto 1997, n. 267, secondo la lettura datane dalla sentenza della Corte costituzionale del 2 novembre 1998, n. 361, nel corso del giudizio di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5563 del 11 maggio 2000
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 1, comma quarto, D.L. 7 gennaio 2000, n. 2, convertito dalla legge 25 febbraio 2000, n. 35 in riferimento agli artt. 3 e 24 Cost., che prevede che alle dichiarazioni...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3091 del 8 marzo 1999
«La disciplina della acquisizione e valutazione delle prove contemplate dall'art. 513 c.p.p. conseguente alla sentenza della Corte costituzionale 1988, n. 361 si applica anche ai giudizi in corso davanti alla Corte di cassazione, per i quali,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 4265 del 7 aprile 1998
«In tema di istruzione dibattimentale, le disposizioni di cui all'art. 6, L. 7 agosto 1997, n. 267, che contengono la disciplina transitoria della nuova normativa posta dall'art. 513, c.p.p., in ordine alla lettura delle dichiarazioni rese...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 16632 del 2 maggio 2007
«Il giudice di appello, se accerta che il fatto è diverso da quello contestato, non potendo decidere in ordine allo stesso perché altrimenti sottrarrebbe all'imputato un grado di giudizio e ne violerebbe conseguentemente in maniera irreparabile il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6374 del 2 luglio 1997
«Le norme disciplinanti le nuove contestazioni (artt. 516-522 c.p.p.) hanno lo scopo di assicurare il contraddittorio sul contenuto dell'accusa e, quindi, il pieno esercizio del diritto di difesa dell'imputato. Ne consegue che le dette norme non...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5180 del 15 novembre 1999
«Il provvedimento con cui il giudice del dibattimento dichiara inammissibile la contestazione suppletiva effettuata dal pubblico ministero ai sensi dell'art. 517 c.p.p., per quanto erroneo (essendo il pubblico ministero dominus dell'azione penale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1431 del 15 gennaio 2002
«La contestazione in dibattimento di un reato connesso a norma dell'art. 12, comma 1, lett. b), c.p.p., o di una circostanza aggravante di cui non vi sia menzione nel decreto che dispone il giudizio, è ammessa solo quando si fondi su elementi...»