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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11079 del 11 giugno 2004
«Pertanto, mentre in primo grado il giudizio, per la sua natura pienamente devolutiva, non resta vincolato dagli eventuali motivi, in sede di gravame avverso la pronuncia del tribunale, invece, non subisce deroghe il principio secondo cui l'ambito...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23088 del 10 ottobre 2013
«In tema di associazioni non riconosciute, stabilire se una struttura organizzativa locale che fa capo ad un'associazione costituisca un organo di quest'ultima, ovvero sia invece, a sua volta, un'associazione munita di autonoma legittimazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16076 del 15 novembre 2002
«In tema di associazioni non riconosciute, stabilire se una struttura organizzativa locale che fa capo ad un'associazione avente carattere nazionale costituisca un organo di quest'ultima, ovvero sia invece, a sua volta, un'associazione munita di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24594 del 23 novembre 2005
«La questione relativa alla legittimazione, peraltro, si distingue dall'accertamento in concreto che l'attore ed il convenuto siano, dal lato attivo e passivo, effettivamente titolari del rapporto fatto valere in giudizio; tale ultima questione,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8421 del 4 maggio 2004
«Nel quadro del principio per cui non può essere attribuita la rappresentanza processuale quando non risulti conferita al medesimo soggetto anche la rappresentanza sostanziale in ordine al rapporto dedotto in giudizio, deve escludersi che il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20819 del 26 settembre 2006
«Quando, invece, le parti controvertono sulla effettiva titolarità, in capo al convenuto, della situazione dedotta in giudizio, ossia sull'accertamento di una situazione di fatto favorevole all'accoglimento o al rigetto della domanda attrice, la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13756 del 14 giugno 2006
«La legittimazione ad agire ed a contraddire si risolve nell'accertare se, secondo la prospettazione dell'attore, quest'ultimo ed il convenuto assumano la veste di — rispettivamente — soggetto che ha il potere di chiedere la pronunzia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8476 del 21 giugno 2001
«Non attiene alla legittimatio ad causam, ma al merito della lite la questione relativa alla titolarità, attiva e passiva del rapporto sostanziale dedotto in giudizio, risolvendosi nell'accertamento di una situazione di fatto favorevole...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10843 del 5 novembre 1997
«Viceversa, non attiene alla legitimatio ad causam, ma al merito della lite la questione relativa alla reale titolarità attiva o passiva del rapporto sostanziale dedotto in giudizio, risolvendosi essa nell'accertamento di una situazione di fatto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11190 del 27 ottobre 1995
«Dalla questione relativa alla legittimazione si distingue quella relativa alla effettiva titolarità del rapporto giuridico dedotto in causa, che non può essere rilevata d'ufficio dal giudice dell'impugnazione in difetto di specifico gravame....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7073 del 17 giugno 1988
«In tema di rapporti tra la contravvenzione di possesso ingiustificato di chiavi alterate o di grimaldelli e il reato di furto circostanziato, tentato o consumato, quando il soggetto attivo è sorpreso mentre si accinge, essendo in possesso di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 408 del 16 giugno 1995
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale relativa al nuovo testo dell'art. 727 c.p., la cui fattispecie, pur caratterizzata da forma aperta, per la ragione che indica il risultato e non le specifiche modalità del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13357 del 7 giugno 2007
«L'art. 186 legge fall. dispone che il concordato preventivo si risolve per il solo fatto obiettivo della impossibilità di corrispondere una qualsiasi precentuale ai creditori chirografari e di soddisfare integralmente i creditori privilegiati,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 20598 del 30 luglio 2008
«Ne consegue che deve ritenersi assolto l'obbligo del giudice anche allorché le argomentazioni svolte per la statuizione di merito (o di rito ) contengano in sé considerazioni giuridiche o di fatto idonee a giustificare la regolazione delle spese...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4984 del 4 aprile 2001
«L'accertamento e la valutazione dell'interesse ad agire (da compiersi in via preliminare, prescindendo dall'esame del merito della controversia e dall'ammissibilità della domanda sotto altri e diversi profili) si risolvono in un'indagine...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10062 del 9 ottobre 1998
«L'interesse ad agire, previsto quale condizione dell'azione dall'art. 100 c.p.c., con disposizione che consente di distinguere fra le azioni di mera iattanza e quelle oggettivamente dirette a conseguire il bene della vita consistente nella...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14581 del 22 giugno 2007
«Ne consegue che (fatti salvi casi particolari) è vietato al giudice porre alla base della propria decisione fatti che non rispondano ad una tempestiva allegazione delle parti, ovvero il giudice non può basare la propria decisione su un fatto,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 455 del 11 gennaio 2011
«Il giudice di merito ha il potere-dovere di inquadrare nella esatta disciplina giuridica i fatti e gli atti che formano oggetto della contestazione; tale potere incontra peraltro il limite del rispetto dell'ambito delle questioni proposte in modo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1684 del 26 febbraio 1999
«In tema di risarcimento del danno, l'ipotesi del fatto colposo del creditore che abbia concorso al verificarsi dell'evento dannoso (primo comma dell'art. 1227 c.c.) va distinta da quella (disciplinata dal secondo comma della medesima norma)...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8924 del 19 agosto 1995
«Spetta al giudice di merito il compito di definire la domanda propostagli dalla parte — domanda che, nel rito del lavoro, non può essere modificata nel corso del processo — identificando e qualificando giuridicamente il bene della vita destinato a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3951 del 13 marzo 2012
«La non contestazione del fatto ad opera della parte che ne abbia l'onere è irreversibile, ma non impedisce al giudice di acquisire comunque la prova del fatto non contestato. Pertanto, in tale ultima ipotesi, resta superata la questione sulla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8660 del 26 giugno 2000
«Quando nel provvedimento negativo (di rigetto) la questione risolta non attenga ai presupposti di fatto, dei quali sarà sempre possibile un diverso apprezzamento nella mutevolezza degli stessi, ma riguardi invece profili di diritto, al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5116 del 3 aprile 2003
«Invero, dall'art. 269 c.c. non deriva una restrizione della libertà personale, avendo il soggetto piena facoltà di determinazione in merito all'assoggettamento o meno ai prelievi, mentre il trarre argomenti di prova dai comportamenti della parte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 161 del 8 gennaio 2009
«Ne consegue che non può ritenersi affetta da nullità la sentenza per il solo fatto che si limiti a recepire, trascrivendola, la motivazione di un altro provvedimento giudiziale adottato sulla medesima questione, ferma la necessità che la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1376 del 14 gennaio 2003
«L'applicazione di una misura di prevenzione motivata anche con il richiamo incidentale e occasionale all'appartenenza del prevenuto a un'associazione per delinquere di stampo mafioso non rende il giudice che abbia concorso a disporla incompatibile...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5090 del 14 gennaio 1997
«Pertanto, il fatto che il presidente di un collegio abbia partecipato alla stesura di un provvedimento che, successivamente, viene depositato come prova a carico, non può costituire causa di incompatibilità nello stesso modo in cui non è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26414 del 11 luglio 2002
«L'art. 195, comma 4, c.p.p., nel testo sostituito dall'art. 4 della L. 1 marzo 2001, n. 63, limita il divieto di testimonianza indiretta degli ufficiali e agenti di polizia giudiziaria al solo contenuto di dichiarazioni acquisite con le specifiche...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4687 del 16 aprile 1992
«Nell'azione di surrogazione di cui all'art. 1916 c.c., rivolta dall'Inail contro il terzo responsabile, a differenza dell'azione di rivalsa o di regresso esercitata nei confronti del datore di lavoro o del lavoratore ai sensi degli artt. 2, 4, 10...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1650 del 2 marzo 1990
«Ne consegue che al creditore del curatore deve riconoscersi la facoltà, in via surrogatoria (art. 2900 c.c.), di chiedere al tribunale fallimentare la liquidazione di detto compenso, salva restando ogni questione sulla spettanza e l'ammontare del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2991 del 10 febbraio 2006
«Il termine di sessanta giorni per la proposizione del ricorso straordinario per cassazione avverso i provvedimenti definitivi di contenuto decisorio adottati dal tribunale fallimentare, e dunque anche avverso il decreto che pronuncia sul compenso...»