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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15039 del 4 luglio 2007
«La S.C., nel rigettare il ricorso contro la sentenza che aveva respinto la domanda dei lavoratori, ha evidenziato che dal testo del contratto collettivo non risultava in alcun modo sostenibile la tesi di una non applicabilità del medesimo ai...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10551 del 3 luglio 2003
«Ai fini della qualificabilità come rapporto di pubblico impiego di un rapporto di lavoro prestato alle dipendenze di un ente pubblico non economico, rileva che il dipendente risulti effettivamente inserito nella organizzazione pubblicistica ed...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13728 del 14 ottobre 2000
«I rapporti di lavoro costituiti iure privatorum da un ente pubblico sono soggetti alla disciplina privatistica, con la conseguenza che, in ipotesi di licenziamento, anche quando il datore di lavoro sia un ente istituzionale territoriale (nella...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12092 del 1 luglio 2004
«...l'autorità del giudicato, riconosciuta non nell'interesse del singolo soggetto che lo ha provocato, ma nell'interesse pubblico, essendo essa destinata a esprimersi - nei limiti in cui ciò sia concretamente possibile - per l'intera comunità.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4437 del 20 aprile 1995
«Il riconoscimento ad un lavoratore subordinato della qualifica di dirigente a prescindere della corrispondenza della stessa alle mansioni effettivamente svolte e la successiva stipulazione con lo stesso di una clausola di durata minima del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19558 del 13 settembre 2006
«Tale principio si applica anche ai rapporti di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche che, dopo la privatizzazione, «sono disciplinati dalle disposizioni del capo I, titolo II, del libro V del codice civile e delle leggi sui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24738 del 7 ottobre 2008
«In materia di pubblico impiego privatizzato, la sottoutilizzazione professionale di un dirigente a seguito di trasferimento ad un organismo amministrativo di nuova formazione (nella specie, ali Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 28276 del 26 novembre 2008
«In tema di impiego pubblico privatizzato, dall'assetto legislativo delineato, in attuazione del precetto di cui all'art. 97 Cost., dall'art. 2, comma 1, del D.lgs. n. 165 del 2001, che dispone che le linee fondamentali di organizzazione degli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6687 del 19 marzo 2009
«Il diritto del pubblico dipendente, avuto riguardo all'ipotesi del trasferimento, in mancanza di specifiche discipline recate dai contratti collettivi, non può che rapportarsi alla garanzia apprestata dall'art. 2103, primo comma, ultimo periodo,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3097 del 17 febbraio 2004
«Nell'ambito del rapporto di lavoro subordinato, il «comando» del dipendente pubblico si differenzia dal «distacco» del dipendente privato per la natura provvedimentale dell'atto che dispone il comando, adottato dal soggetto nella cui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4435 del 4 marzo 2004
«...in relazione all'attività di un pubblico esercizio, che fosse onere del lavoratore, al quale era stata contestata l'assenza ingiustificata nella giornata del 15 agosto, provare che in tale giornata non fosse prevista la sua presenza in servizio).»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3267 del 10 febbraio 2009
«In materia di pubblico impiego privatizzato, le dimissioni del lavoratore - a cui equivale la rinuncia alla concessa proroga a rimanere in servizio fino al sessantacinquesimo anno di età a seguito di superamento della massima anzianità...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20787 del 4 ottobre 2007
«Nel regime del rapporto di lavoro alle dipendenze della P.A. successivo all'entrata in vigore del D.L.vo n. 29 del 1993, regolato dalle norme del codice civile e dalle leggi civili sul lavoro nonché dalle norme sul pubblico impiego solo in quanto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12759 del 13 dicembre 1995
«...dei motivi dell'atto, così come l'esigenza di ipotesi di discriminazione diverse da quelle tipizzate dalla legge, sempreché non sia configurabile un motivo determinante contrario a norme imperative, all'ordine pubblico o al buon costume.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6900 del 26 maggio 2000
«...il locale al pubblico con la giustificazione della mancanza di personale a causa di uno sciopero delle maestranze e di consegnare le chiavi del locale al capo area pretendendo da questo una formale dichiarazione di scarico da ogni responsabilità).»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7410 del 26 marzo 2010
«In tema di licenziamento disciplinare, ove sussista un rilevante intervallo temporale tra i fatti contestati e l'esercizio del potere disciplinare, la tempestività di tale esercizio deve essere valutata in relazione al tempo necessario per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5516 del 4 giugno 1999
«...parti di costituire un rapporto previdenziale vietato da norme imperative di ordine pubblico perché afferente ad un rapporto denunciato all'ente previdenziale come subordinato, ma rivelatosi ab origine mancante del vincolo della subordinazione.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8471 del 21 giugno 2000
«Il difetto della forma scritta, necessaria ad substantiam per tutti i contratti della pubblica amministrazione, determina la nullità del contratto di lavoro autonomo stipulato da un ente pubblico, senza che, pur in presenza degli elementi della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2219 del 29 gennaio 2009
«...oggetto di ordinario giudizio di cognizione, nonchè privo del carattere di decisorietà, in quanto, non incidendo su posizioni di diritto soggettivo, si risolve in un mero atto di gestione di un pubblico registro a tutela di interessi generali.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21495 del 12 ottobre 2007
«...d'opera intellettuale, con conseguente diritto al compenso, stante l'evidente violazione di norme imperative, attinenti all'ordine pubblico, quali appunto sono quelle concernenti le materie che le singole figure professionali possono trattare.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10427 del 18 luglio 2002
«...della causa (dovuta a contrarietà a norme imperative o all'ordine pubblico), giacché l'azione di indebito arricchimento potrebbe essere esclusa solo nell'ipotesi di contratto nullo per illiceità della causa dovuta a contrarietà al buon costume.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 560 del 17 gennaio 2001
«Il verbale di assemblea ordinaria di una società di capitali, se redatto (secondo l'espressa previsione dell'art. 2375 c.c.) da un notaio come atto tipico rientrante nelle sue attribuzioni d'ufficio, ha le caratteristiche dell'atto pubblico,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3052 del 2 marzo 2001
«La delibera di aumento del capitale sociale fondata sulla consapevole falsità dei presupposti di fatto realizza un insanabile contrasto con la norma di ordine pubblico diretta a conservare, anche a tutela dei terzi, la veridicità dei presupposti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3181 del 17 aprile 1990
«...che affida agli altri amministratori la sostituzione dell'amministratore venuto a mancare nel corso dell'esercizio, costituiscono norme inderogabili, in quanto di ordine pubblico per la loro incidenza su interessi generali della collettività.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23015 del 12 novembre 2010
«L'offerta al pubblico di valori mobiliari di associazione in partecipazione - mediante emissione di certificati rappresentativi della posizione di associato - non costituisce negozio in frode alla legge, ex art. 1344 c.c. in relazione all'art....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6865 del 17 giugno 1995
«...del socio di una banca popolare aveva pignorato azioni nominative precedentemente dallo stesso socio cedute a un terzo mediante girata per atto pubblico, senza che fosse intervenuta l'autorizzazione del consiglio d'amministrazione della banca.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10062 del 16 aprile 2008
«In tema di cessione d'azienda, il divieto di concorrenza, posto a carico dell'alienante dall'art. 2557, primo comma, c.c., non persegue un interesse pubblico, trattandosi di una norma di natura dispositiva che, prima dell'entrata in vigore della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3224 del 1 aprile 1994
«La tutela del marchio non registrato (cosiddetto marchio di fatto) trova fondamento nella funzione distintiva che esso assolve in concreto, per effetto della notorietà presso il pubblico, e, pertanto, presuppone la sua utilizzazione effettiva, con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2060 del 24 marzo 1983
«...nel pubblico dei consumatori la conoscenza del prodotto contraddistinto con il marchio di fatto e di ottenere, pertanto, la notorietà obiettiva dell'uso dello stesso, poiché non toglie al marchio originario protetto il requisito della novità.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7159 del 6 luglio 1990
«Nel contratto di fornitura di energia elettrica da parte dell'Enel (il quale, pur vertendosi in tema di servizio pubblico essenziale reso da un ente strumentale dello Stato, ha natura privatistica), deve ritenersi consentita la previsione di un...»