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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11624 del 26 marzo 2012
«In tema di bancarotta fraudolenta impropria, nell'ipotesi del fallimento cagionato per effetto di operazioni dolose, il concorso dell'"extraneus" istigatore e beneficiario delle operazioni è configurabile qualora questi risulti consapevole del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5461 del 8 aprile 2003
«Nel procedimento di cui all'art. 103 della legge fallimentare, la domanda di rivendica (nella specie, di titoli azionari) formulata in via principale non è ostativa alla richiesta, in via subordinata (in caso, cioè, di mancato accoglimento della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23215 del 17 dicembre 2012
«In tema di rivendicazione di beni mobili rinvenuti nella casa o nell'azienda del fallito ed acquisiti dal curatore, incombe sul ricorrente, ex art. 103 legge fall., l'onere di dare dimostrazione del proprio diritto sui medesimi beni, trovando...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12684 del 9 luglio 2004
«Poiché la dichiarazione di fallimento attua un pignoramento generale dei beni del fallito, le rivendiche dei beni inventariati proposte nei confronti del fallimento hanno la stessa natura e soggiacciono alla stessa disciplina delle opposizioni di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4065 del 22 giugno 1981
«Qualora il bene mobile, in possesso del fallito, sia vittoriosamente rivendicato da un terzo, l'obbligo di restituzione a carico del fallimento conserva la natura di debito di valore anche nel caso in cui, a seguito dell'intervenuta vendita del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2526 del 6 luglio 1992
«La sospensione dei termini di custodia cautelare, prevista dall'art. 304, comma primo, c.p.p., è diretta ad evitare che l'imputato possa beneficiare di eventi o situazioni da lui determinati a fini meramente dilatori. Tale principio non si applica...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 6563 del 2 giugno 1994
«Sussiste l'interesse ad impugnare e deve pertanto ritenersi ammissibile il gravame nei confronti di provvedimento che sospende condizionalmente la pena dell'ammenda concernente contravvenzioni per le quali è ammessa l'oblazione in quanto,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 35697 del 28 settembre 2007
«In tema di revisione, anche nella fase rescindente le nuove prove dedotte, sebbene ai limitati fini della formulazione di un giudizio astratto, devono essere comparate con quelle già raccolte nel normale giudizio di cognizione per giungere, in una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3020 del 14 settembre 1994
«Poiché, una volta divenuta irrevocabile la sentenza di condanna, lo stato di privazione della libertà in regime di arresti domiciliari, nel quale si trovi l'imputato, si trasforma automaticamente in espiazione di pena, ne deriva che in detta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6799 del 4 febbraio 1997
«In tema di competenza per territorio nel procedimento di sorveglianza relativo a soggetti sottoposti allo speciale programma di protezione per i collaboratori di giustizia, l'art. 13 ter comma terzo del decreto legge 15 gennaio 1991 n. 8,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 4687 del 6 febbraio 2006
«Il giudice dell'esecuzione può applicare, a norma dell'art. 673 c.p.p., la sospensione condizionale della pena qualora disponga la revoca per abolitio criminis delle precedenti sentenze di condanna che abbiano impedito, nel giudizio di cognizione,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 20693 del 22 maggio 2001
«Nell'ipotesi in cui vi sia stata sentenza di condanna irrevocabile per più reati unificati dalla continuazione ad una pena complessiva ostativa alla concessione della sospensione condizionale della pena, e successivamente intervenga una revoca...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 928 del 20 giugno 1998
«L'istituto della revoca della sentenza per abolitio criminis derivante da abrogazione o da declaratoria di illegittimità costituzionale della norma incriminatrice, quale previsto dall'art. 673 c.p.p., non può trovare applicazione con riguardo...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2 del 23 marzo 1998
«In tema di revoca della sentenza di condanna per abolizione del reato, qualora il reato abrogato riguardi un solo capo di condanna, legittimamente il giudice della esecuzione revoca la sentenza limitatamente a tale capo, atteso che nell'economia...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 79 del 22 febbraio 1994
«Qualora la revoca dell'indulto, applicato ai sensi del D.P.R. 16 dicembre 1986, n. 865, possa derivare da successiva condanna per il reato di cui all'art. 73, D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, il giudice dell'esecuzione, tenuto conto dell'esito del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40334 del 29 ottobre 2008
«Il giudice dell'esecuzione che disponga la revoca di condanna per "abolitio criminis" può applicare ad altra condanna la sospensione condizionale della pena che sia stata impedita, nel giudizio di cognizione, dalla sentenza revocata, quando la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7211 del 16 gennaio 1999
«L'abrogazione della norma incriminatrice, in base alla quale la confisca è stata ordinata con sentenza irrevocabile, non può incidere sulla confisca che costituisce una misura di sicurezza patrimoniale destinata, per definizione normativa, a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4851 del 26 marzo 2012
«In tema di interruzione del processo per morte del procuratore costituito, non costituisce mezzo di conoscenza legale dell'evento interruttivo per le altre parti il telegramma inviato dalla parte rappresentata all'organo giudiziario per comunicare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 520 del 16 gennaio 2012
«La qualità di parte legittimata a proporre appello o ricorso per cassazione, come a resistervi, spetta ai soggetti che abbiano formalmente assunto la veste di parte nel previo giudizio di merito, con la conseguenza che va dichiarata inammissibile...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3349 del 7 aprile 1999
«La parte vittoriosa nel merito in primo grado non è tenuta a proporre appello incidentale — difettando il presupposto della soccombenza — relativamente ad errati presupposti di fatto sui quali si sia fondata la sentenza che abbia comunque accolto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3688 del 15 febbraio 2011
«Due opposizioni proposte separatamente nei confronti della medesima esecuzione da parte di due condebitori solidali e fondata su contestazioni comuni circa l'esistenza della pretesa esecutiva danno vita, se riunite, a cause scindibili, qualora...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5186 del 9 maggio 1991
«Sebbene nel codice di rito manchi una norma specifica relativa alle pretese restitutorie conseguenti alla riforma in appello della sentenza di primo grado, tali pretese possono trovare ingresso nella fase di gravame predetta al fine di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 21348 del 30 novembre 2012
«Quando fra due giudizi esista rapporto di pregiudizialità, e quello pregiudicante sia stato definito con sentenza non passata in giudicato, la sospensione del giudizio sulla causa pregiudicata, salvi i casi in cui essa sia imposta da una...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11372 del 16 maggio 2006
«Il thema decidendi nel giudizio di secondo grado è delimitato dai motivi di impugnazione, la cui specifica indicazione è richiesta, ex artt. 342 e 434 c.p.c. per l'individuazione dell'oggetto della domanda d'appello e per stabilire l'ambito entro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10681 del 22 luglio 2002
«Ai fini della individuazione del thema decidendum in appello, sebbene l'art. 342 c.p.c. preveda la devoluzione al giudice d'appello delle sole questioni che siano state fatte oggetto di specifici motivi di gravame, esso si estende ai punti della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10617 del 26 giugno 2012
«Sebbene sia consentito al giudice d'appello qualificare il contratto oggetto del giudizio in modo diverso rispetto a quanto ritenuto dal giudice di primo grado, tale attività gli è vietata se, per pervenire alla nuova qualificazione debba prendere...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 27187 del 28 dicembre 2007
«A norma dell'art. 363, terzo comma, c.p.c. — come novellato dall'art. 4 del D.L.vo 2 febbraio 2006, n. 40 — se le parti non possono, nel loro interesse e sulla base della normativa vigente, investire la Corte di cassazione di questioni di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8738 del 26 giugno 2001
«La parte che, a causa dell'esecuzione di una misura cautelare, abbia subito danni, può far valere il relativo diritto al risarcimento nel procedimento di reclamo in cui impugni la misura cautelare soltanto nel caso previsto dal primo comma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26905 del 10 novembre 2008
«A norma dell'art. 345 c.p.c. si ha domanda nuova, inammissibile in appello, quando la modifica della domanda originale si risolva in una pretesa sostanzialmente e formalmente diversa da quella fatta valere in primo grado, mentre si è in presenza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4034 del 21 febbraio 2007
«A norma dell'art. 345 c.p.c., può configurarsi un mutamento della domanda non consentito, riguardo al petitum solo quando risulti innovato l'oggetto della pretesa, inteso non come petitum immediato (ossia come provvedimento richiesto), bensì come...»