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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10167 del 4 marzo 2013
«Integra il reato di favoreggiamento personale la condotta di chi, a seguito di un colloquio in carcere con una persona sottoposta a misura custodiale, si renda disponibile a consegnare fuori dell'istituto penitenziario una serie di messaggi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37384 del 1 ottobre 2003
«Integra il reato di favoreggiamento nella condotta di un ufficiale della Guardia di Finanza che su richiesta di un politico disponga il trasferimento di un ufficiale della polizia giudiziaria che sta conducendo indagini di vasta portata in materia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25715 del 12 giugno 2003
«Il rifiuto dell'acquirente di sostanza stupefacente di rivelare il nome del fornitore non è assimilabile a dichiarazione indiziante relativa a una sua condotta pregressa, ma costituisce esso stesso il reato di favoreggiamento personale, con la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21624 del 4 giugno 2002
«Non integra il reato di favoreggiamento personale la condotta del medico il quale acconsenta a prestare un intervento chirurgico ad un ricercato, quando all'attività professionale non sia seguita un'ulteriore condotta in favore del latitante per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31657 del 24 agosto 2001
«Non integra il reato di favoreggiamento personale la condotta permanente omissiva del medico, il quale, pedinato dalle forze di polizia, pone in essere accorgimenti vari allo scopo di non completare il tragitto verso la abitazione del latitante...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7913 del 6 luglio 2000
«Non è configurabile il reato di favoreggiamento personale a carico del difensore il quale, avendo acquisito in modo lecito notizie interessanti la posizione processuale del proprio assistito, gliele riveli, prospettandogli nel contempo il pericolo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12817 del 19 marzo 2013
«In tema di falsa testimonianza, l'esimente prevista dall'art. 384, comma primo, c.p., esclude la punibilità del testimone che abbia reso false dichiarazioni al fine di sottrarsi al pericolo di essere incriminato per un reato in precedenza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 28631 del 18 luglio 2007
«È scriminata, ai sensi dell'art. 384 c.p., la condotta di colui che rende falsa testimonianza per non confessare di avere erogato prestiti a tassi usurari, pur se già processato e assolto da tale imputazione, perché tale condotta,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3742 del 27 marzo 1992
«Le esimenti di cui agli artt. 54 e 384 c.p. sono inapplicabili alla condotta favoreggiatrice di chi neghi di aver aderito a richiesta estorsiva, assicurando così all'estorsore il prezzo o il profitto del reato.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15208 del 8 aprile 2009
«La sussistenza del reato di evasione dagli arresti domiciliari disposti a seguito di aggravamento della misura cautelare dell'obbligo di dimora non è esclusa qualora sia stata successivamente accertata la carenza dei presupposti in fatto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30983 del 30 luglio 2007
«In caso di evasione cosiddetta impropria, la condotta tipica è individuata nell'allontanamento dal luogo in cui si ha l'obbligo di rimanere. Per abitazione, individuata come luogo dove rimanere agli arresti, deve intendersi soltanto il luogo in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8978 del 5 marzo 2010
«Integra il delitto di evasione la condotta posta in essere dal condannato in regime di semidetenzione, che si allontani dalla casa circondariale ove si trova ristretto, senza farvi più ritorno.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35074 del 19 settembre 2007
«Integra la condotta del reato di evasione, e non l'ipotesi di mera trasgressione delle prescrizioni imposte, l'allontanamento del condannato dal luogo di espiazione della pena in regime di detenzione domiciliare in orario diverso da quello...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7659 del 23 febbraio 2004
«Configura il delitto di evasione la condotta di colui che si allontani dal luogo ove si trovi in stato di coercizione personale e vigilato dagli organi di polizia che hanno operato l'arresto, anche se non sia stato ancora redatto il relativo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13678 del 13 ottobre 1989
«Non integra gli estremi del delitto di evasione la condotta dell'imputato che, trovandosi agli arresti domiciliari con autorizzazione ad uscire dalla propria abitazione per recarsi al lavoro, arbitrariamente si allontani, per qualche istante, dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14037 del 3 aprile 2015
«Il delitto di evasione dagli arresti domiciliari ha natura istantanea e si consuma nel momento in cui il soggetto attivo si allontana dal luogo di esecuzione della misura, con la conseguenza che, per l'eventuale applicabilità di cause di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22014 del 22 giugno 2006
«Configura il delitto di evasione la condotta di colui che, destinatario di un provvedimento coercitivo, si allontani dalla propria abitazione alla vista delle forze dell'ordine che verbalmente lo hanno dichiarato in arresto.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10082 del 15 marzo 2005
«Integra gli estremi del reato di evasione (art. 385 c.p.) la condotta del detenuto agli arresti domiciliari che si allontani dal luogo in cui è autorizzato a svolgere l'attività lavorativa, considerato che detta autorizzazione non sospende il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1752 del 16 gennaio 2003
«Integra il reato di evasione la condotta della persona ristretta agli arresti domiciliari che, autorizzata dal giudice a svolgere attività lavorativa, rientri nella propria abitazione con trenta minuti di ritardo, rispetto all'orario stabilito...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 781 del 13 marzo 1997
«La condotta di colui che, colpito dalla misura cautelare degli arresti domiciliari ed autorizzato ad assentarsi ai sensi dell'art. 284 comma terzo c.p.p., si assenta per ragioni diverse da quelle per le quali è stata concessa l'autorizzazione non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3024 del 26 marzo 1993
«L'autorizzazione data a chi si trovi costretto agli arresti domiciliari di allontanarsi dal luogo ove è tenuto a rimanere per recarsi al lavoro, fissa il limite invalicabile entro il quale la condotta stessa non è punibile. Ne consegue che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9388 del 4 settembre 1992
«Integra gli estremi del delitto di evasione, di cui all'art. 385 comma terzo c.p., la condotta di colui il quale, trovandosi agli arresti domiciliari, se ne allontani, anche se per breve tempo, recandosi nella via antistante l'abitazione propria,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13113 del 2 ottobre 1990
«L'art. 385 terzo comma c.p. nel punire l'allontanamento dell'imputato, sottoposto agli arresti domiciliari, dalla propria abitazione configura un'autonoma fattispecie delittuosa equiparata al delitto di evasione di cui ai precedenti commi soltanto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22109 del 29 maggio 2014
«Integra il reato di evasione la condotta di volontario allontanamento dal luogo di restrizione domiciliare e di presentazione presso la stazione dei Carabinieri ancorché per chiedere di essere ricondotto in carcere. (Nel caso di specie l'imputato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 27124 del 12 luglio 2011
«Integra il delitto di evasione la condotta dell'imputato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari che, senza la preventiva autorizzazione dell'autorità giudiziaria, si allontana dal luogo di restrizione per presenziare ad una udienza...»
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Cassazione penale, Sez. VII, sentenza n. 4186 del 29 gennaio 2003
«L'attenuante di cui all'art. 385, comma 4, c.p., che ha carattere di specialità rispetto a quella prevista dall'art. 62 n. 6 c.p., è applicabile all'imputato evaso dagli arresti domiciliari nelle sole ipotesi in cui questi, prima della condanna,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1458 del 30 ottobre 1995
«In tema di evasione dagli arresti domiciliari (art. 385, comma 3, c.p.) l'attenuante della costituzione prima della condanna è applicabile solo ove l'evaso si sia costituito in carcere o abbia posto in essere una condotta a questa assimilabile,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1837 del 7 luglio 1992
«La condotta di chi, essendo agli arresti domiciliari, si allontani dal domicilio assegnatogli, è equiparabile all'evasione solo quoad poenam, cosicché non è applicabile l'attenuante di cui al quarto comma dell'art. 385. Il terzo comma di questo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2369 del 12 marzo 1985
«In ipotesi di concorso del reato di evasione, circostanziato ai sensi del primo capoverso dell'art. 385 c.p., con il reato di resistenza e con quello di violenza a pubblico ufficiale, la violenza e la minaccia considerate nella norma citata...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 841 del 11 febbraio 1981
«La violenza e la minaccia considerata nel primo cpv. dell'art. 385 c.p. sono quelle di cui alle previsioni generiche degli artt. 581 e 612 c.p. e, pertanto, non giungono ad integrare una condotta specifica, diversa e più grave, come quella...»