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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 832 del 27 gennaio 1996
«Il dato differenziale tra dolo eventuale e colpa cosciente va rinvenuto nella previsione dell'evento. Questa, nel dolo eventuale, si propone non come incerta, ma come concretamente possibile e l'agente nella volizione dell'azione ne accetta il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2269 del 2 marzo 1992
«Il dolo diretto si sostanzia nella coscienza e volontà di perseguire l'evento tipicizzato nella norma penale. Infatti il dolo diretto od intenzionale non è escluso dalla previsione dell'evento perseguito come meramente possibile, poiché...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8254 del 2 marzo 2011
«Nell'esercizio dell'attività medico-chirurgica, non può dirsi esclusa la responsabilità colposa del medico in riguardo all'evento lesivo occorso al paziente per il solo fatto che abbia rispettato le linee guida, comunque elaborate, avendo il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 46412 del 17 dicembre 2008
«In tema di colpa professionale medica, l'errore diagnostico si configura non solo quando, in presenza di uno o più sintomi di una malattia, non si riesca ad inquadrare il caso clinico in una patologia nota alla scienza o si addivenga ad un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9296 del 1 settembre 1995
«Per configurare il concorso di persone nel reato, non essendo necessario il previo accordo, assume carattere decisivo l'unitarietà del «fatto collettivo» realizzato. Tale circostanza deve ritenersi realizzata ogni volta che le condotte dei...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9590 del 14 settembre 1991
«La disciplina del concorso di persone nel reato esige in ciascuno degli agenti l'elemento psichico del reato che si commette e la coscienza della partecipazione altrui: non il compimento, da parte di ognuno, dell'attività materiale in cui si...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5449 del 13 aprile 1990
«Perché possa parlarsi di concorso di persone nel reato è necessario, sotto l'aspetto soggettivo, che esista nei compartecipi la coscienza e volontà di concorrere con gli altri nella realizzazione del reato, essendo ravvisabile il concorso anche se...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44633 del 5 novembre 2013
«In tema di detenzione di sostanze stupefacenti, la distinzione tra connivenza non punibile e concorso nel reato va individuata nel fatto che, mentre la prima postula che l'agente mantenga un comportamento meramente passivo, inidoneo ad apportare...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1120 del 25 giugno 1997
«Il concorso eventuale nel reato associativo è configurabile e si realizza ogni qualvolta un soggetto, senza essere stabilmente inserito nella struttura dell'associazione criminosa, svolga, con coscienza e volontà, un'attività, ancorché occasionale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10995 del 15 marzo 2007
«Sussiste la responsabilità per concorso anomalo in ordine al reato più grave e diverso da quello voluto (art. 116 c.p.) qualora vi siano la coscienza e volontà di concorrere con altri nella realizzazione di un reato, un evento diverso, voluto e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3617 del 14 marzo 1990
«Per il carattere unitario del reato concorsuale, l'elemento psicologico che anima la condotta dell'autore materiale di esso si comunica al correo ai sensi dell'art. 110 c.p., a meno che non risulti dimostrato un accordo criminoso diretto alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6919 del 11 giugno 1992
«La clausola con la quale si subordini la sospensione condizionale della pena inflitta per il reato di diserzione alla riassunzione del servizio entro una certa data è illegittima. Essa, invero è fuori dall'ambito di quelle consentite dall'art. 165...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14979 del 2 aprile 2013
«In tema di rifiuto di atti di ufficio, il carattere di urgenza dell'atto ricorre nel caso del medico in servizio di guardia che sia richiesto di prestare il proprio intervento da personale infermieristico e medico con insistenti sollecitazioni,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35035 del 29 settembre 2005
«Nell'ipotesi in cui un sanitario addetto al servizio di guardia medica non aderisca alla richiesta di intervento urgente, sussiste il reato di omissione di atti d'ufficio solo quando sia comprovato che l'urgenza prospettata era effettiva e reale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 38786 del 23 settembre 2014
«In tema di resistenza a pubblico ufficiale, il dolo specifico si concreta nella coscienza e volontà di usare violenza o minaccia al fine di opporsi al compimento di un atto dell'ufficio, mentre del tutto estranei sono lo scopo mediato ed i motivi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9119 del 25 agosto 1995
«In tema di resistenza a pubblico ufficiale il dolo specifico si concreta nella coscienza e volontà di usare violenza o minaccia al fine di opporsi al compimento di un atto dell'ufficio, mentre del tutto estranei sono lo scopo mediato ed i motivi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7932 del 18 luglio 1995
«Il delitto di calunnia si può commettere anche riferendo ciò che si è appreso da altri ovvero voci o maldicenze correnti, qualora il denunciante abbia la coscienza che l'incolpato non ha commesso il fatto: in tale ipotesi l'elemento psicologico...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6990 del 17 giugno 1995
«Nel delitto di calunnia il dolo non è integrato dalla coscienza e volontà della denuncia, ma richiede l'immanente consapevolezza da parte dell'agente dell'innocenza dell'incolpato, consapevolezza non ravvisabile nei casi di dubbio o di errore...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8411 del 28 luglio 1992
«In tema di calunnia, e con riguardo all'elemento soggettivo del reato, la certezza dell'innocenza dell'incolpato costituisce l'essenza del dolo e deve essere piena e assoluta nel momento in cui l'incolpazione ha luogo.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8722 del 6 agosto 1991
«In tema di calunnia, l'individuazione del richiesto dolo generico — cioè la consapevolezza da parte del denunciante dell'innocenza del calunniato, che è coscienza della lesività concreta del fatto attribuito all'incolpato — è evidenziato, di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4819 del 16 aprile 1999
«Il motivo è futile quando la spinta al reato manca di quel minimo di consistenza che la coscienza collettiva esige per operare un collegamento accettabile sul piano logico con l'azione commessa. La futilità, così intesa, appartiene, dunque, alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19966 del 9 maggio 2013
«Per la configurabilità dell'aggravante di aver adoperato sevizie e di aver agito con crudeltà è necessario che il reo agisca con la coscienza e volontà di infliggere alla vittima sofferenze aggiuntive rispetto al normale processo di causazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13387 del 21 marzo 2014
«Ai fini della integrazione della circostanza aggravante della minorata difesa, è sufficiente la coscienza e volontà dell'agente di compiere l'azione in presenza di obiettive circostanze favorevoli o agevolatrici della condotta criminosa, mentre...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 439 del 19 gennaio 1994
«In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, non può invocare l'attenuante di cui all'art. 62 n. 1 c.p., ossia avere agito per motivi di particolare valore morale o sociale, colui che si rende responsabile dell'inquinamento ed adduca di averlo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14856 del 15 novembre 1990
«L'illecito penale, è sempre «immorale» per definizione ma moralmente apprezzabili possono essere i motivi che lo hanno determinato, i quali vanno quindi valutati nella loro autonoma rilevanza quando si faccia questione della ricorrenza o meno...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4401 del 31 marzo 1990
«L'attenuante di cui all'art. 62, n. 1, c.p. non ricorre quando il movente del fatto, pur prestandosi ad una generica valutazione positiva sul piano della comune coscienza etica e della solidarietà sociale, non si presenti con caratteri di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2511 del 22 febbraio 1990
«Gli scopi del terrorismo internazionale sono del tutto estranei ed antitetici con i fini dell'attenuante dei motivi di particolare valore morale o sociale, trattandosi, tra l'altro, di aberrazione culturale non favorevolmente apprezzata dalla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10735 del 18 ottobre 1994
«Il dolo costitutivo del delitto di favoreggiamento personale (art. 378 c.p.) consiste nella coscienza e volontà di prestare aiuto ad una persona in relazione ad un reato commesso, per eludere le investigazioni o per sottrarsi alle ricerche....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6308 del 7 luglio 1983
«L'elemento psicologico del reato di favoreggiamento personale consiste nella coscienza e volontà di prestare aiuto ad una persona in relazione ad un reato commesso per eludere le investigazioni o sottrarsi alle ricerche dell'autorità. Pertanto,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 511 del 19 gennaio 1994
«La detenzione illegale di arma tutela l'ordine pubblico, a fini di prevenzione dei delitti contro la vita e l'incolumità pubblica, mentre il favoreggiamento personale è delitto contro l'amministrazione della giustizia. Il primo reato si concreta...»