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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11474 del 21 ottobre 1992
«La domanda diretta ad ottenere dal consulente tecnico la restituzione di somme corrispostegli, in relazione ad una consulenza poi dichiarata nulla, fa valere il diritto della parte alla ripetizione di un indebito oggettivo senza trovare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2091 del 20 febbraio 1992
«La domanda proposta nell'udienza di precisazione delle conclusioni deve ritenersi ritualmente introdotta in giudizio per accettazione implicita del contraddittorio in ordine ad essa, ove la parte nei cui confronti la nuova domanda sia stata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2598 del 7 febbraio 2006
«Diversamente da quanto accade nei casi di nullità del compromesso o di mera nullità del lodo arbitrale, previsti dall'art. 829 c.p.c., nel caso — equiparabile ad inesistenza del lodo — di vizio derivante dalla mancanza del compromesso o della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1869 del 24 marzo 1982
«Il difetto di deposito ed omologazione del lodo comporta la preclusione della sua impugnazione, esimendo anche il giudice dalla necessità di accertare la natura rituale dell'arbitrato conclusosi con tale atto, senza che ne resti pregiudicata la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4156 del 24 febbraio 2006
«Qualora sia stata instaurata una procedura di arbitrato irrituale (con l'effetto che non trova applicazione l'impugnativa di nullità ex art. 829 c.p.c. che al n. 4 del primo comma richiama l'art. 817 c.p.c., in tal senso implicando che il suo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2050 del 26 febbraio 1988
«Il decreto emesso in camera di consiglio, nella procedura di cui all'art. 9 L. n. 898 del 1970, sostituito dall'art. 13, L. n. 74 del 1987, di revisione delle disposizioni della sentenza di divorzio riguardanti l'affidamento dei figli ed i...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10254 del 1 dicembre 1994
«La revoca del sequestro conservativo dietro prestazione di idonea cauzione (nella specie il giudice istruttore, nel revocare il sequestro, ha imposto la prestazione di fidejussione assicurativa), costituendo un provvedimento di mera...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 387 del 16 gennaio 1991
«Con riguardo ad un contratto di locazione, per cui sia prevista in forza di clausola compromissoria la cognizione di arbitri per le relative controversie, questa trova limite nel procedimento di convalida di sfratto, per cui sussiste la competenza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7505 del 2 luglio 1994
«Il principio di legalità della pena è vincolante non solo quando venga applicata una pena non prevista o diversa da quella contemplata dalla legge, ma anche quando venga applicata una pena che esula dalle singole fattispecie legali penali perché...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 24864 del 16 giugno 2009
«Il limite minimo di quindici giorni stabilito per la reclusione deve essere osservato sia ai fini del computo finale della pena da irrogare, sia ai fini delle operazioni intermedie di calcolo.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5419 del 11 maggio 1995
«In tema di reato continuato, l'art. 81 c.p., mentre pone un duplice sbarramento al massimo di pena irrogabile (triplo della pena prevista per la violazione più grave) nonché, nel rispetto del principio del favor rei, il divieto di infliggere,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9442 del 19 ottobre 1993
«Il limite minimo di quindici giorni previsto dalla legge per la reclusione (art. 23 c.p.) non è suscettibile di riduzione sia ai fini del computo della pena da infliggere in concreto sia ai fini dei calcoli intermedi consistenti anch'essi in un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 487 del 24 gennaio 1997
«Il limite minimo di quindici giorni stabilito per la reclusione dell'art. 23, comma primo, c.p., è assoluto e, per ciò, irriducibile, sia ai fini della pena da infliggersi in concreto sia ai fini dei calcoli intermedi. Né il predetto limite può...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8301 del 5 settembre 1996
«In sede di patteggiamento non è in ogni caso possibile quantificare la pena detentiva della reclusione in misura inferiore al minimo di 15 giorni fissato dall'art. 23 c.p. indipendentemente dalla circostanza che, per effetto della successiva...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9140 del 7 ottobre 1993
«Anche in tema di patteggiamento, il limite di giorni quindici di reclusione stabilito per la pena detentiva concernente i delitti (art. 23 c.p.) è irriducibile, sia ai fini del computo della pena da infliggere in concreto, sia ai fini dei calcoli...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2119 del 20 settembre 1996
«In caso di contestazione dell'ipotesi di reato prevista dall'art. 74 D.P.R. n. 309 del 1990, al fine di stabilire il termine massimo di custodia cautelare, la pena massima secondo la regola generale dettata dall'art. 23 c.p., va individuata in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2383 del 25 febbraio 2000
«La diminuente prevista per la celebrazione del processo con rito abbreviato ha genesi e finalità che la rendono non assimilabile a una circostanza attenuante. Ne consegue che qualora venga inflitta per il reato di concussione una pena inferiore a...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5558 del 12 maggio 1992
«Sia l'art. 9, D.P.R. 16 dicembre 1986, n. 865 e sia l'art. 2, D.P.R. 22 dicembre 1990, n. 394 prevedono la concessione dell'indulto solo per le pene accessorie temporanee. È, quindi, esclusa da tale beneficio, la pena accessoria della interdizione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12741 del 29 dicembre 1995
«L'interdizione temporanea dai pubblici uffici, ai sensi dell'art. 29 c.p., consegue a condanna alla reclusione per tempo non inferiore a tre anni di reclusione. Detta pena, in caso di reati unificati per continuazione, è quella irrogata per quello...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8605 del 5 settembre 1997
«In caso di omessa pronuncia su una delle domande introdotte in causa, la parte ha il diritto di denunciare l'omissione in sede di gravame, ovvero di coltivare la domanda in separato giudizio, posto che la rinuncia implicita alla pretesa,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4327 del 13 aprile 1994
«Poiché la diminuente prevista per la celebrazione del processo con il rito abbreviato ha genesi e finalità meramente processuali che la rendono non assimilabile ad una circostanza attenuante del reato, i limiti di pena fissati dall'art. 29 c.p....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9315 del 30 agosto 1994
«L'art. 57 della L. 24 novembre 1981, n. 689, che disciplina gli effetti delle pene sostitutive ed i criteri di ragguaglio, dispone al comma 2 che la pena pecuniaria si considera sempre tale, anche se sostitutiva di quella detentiva. Pertanto,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19807 del 16 maggio 2008
«La durata delle pene accessorie temporanee conseguenti di diritto alla condanna e fissata dalla legge solo nel massimo, quando non sia stata espressamente determinata dal giudice, è eguale a quella della pena principale inflitta. (Nella specie,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11383 del 11 marzo 2003
«Qualora la condanna inflitta per i delitti di cui agli artt. 314 e 317 c.p. sia inferiore ai tre anni di reclusione, la pena accessoria da irrogare è la interdizione temporanea, commisurata alla pena principale.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4703 del 15 aprile 1992
«La sostituzione, ai sensi dell'art. 65, n. 2, c.p., per effetto di circostanze attenuanti, della reclusione da venti a ventiquattro anni alla pena dell'ergastolo, opera solo quando trattasi di reato per il quale detta ultima pena sia prevista...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 49 del 13 febbraio 1982
«Il limite all'aumento della pena detentiva, fissato dalla legge in trent'anni per la reclusione nel caso di concorso di reati, non significa che nessuno possa, nel corso della sua vita, essere detenuto per più di detto periodo. Esso è, invece,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5901 del 12 maggio 1980
«I limiti alla diminuzione di pena nel caso di una sola attenuante o nel caso di concorso di più circostanze attenuante, previsti rispettivamente dagli artt. 65, primo comma n. 2 e 67, primo comma n. 2 del c.p., vanno coordinati col nuovo testo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 973 del 20 ottobre 1970
«Nella disciplina dell'art. 67 c.p. rientrano tutte le attenuanti, senza alcuna distinzione tra attenuanti attinenti all'imputabilità e attenuanti attinenti alla responsabilità o tra attenuanti comuni e attenuanti generiche. Pertanto, anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1074 del 19 aprile 1991
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del secondo comma dell'art. 73 c.p. (che prevede che quando concorrono più delitti per ciascuno dei quali deve infliggersi la pena della reclusione non inferiore a ventiquattro...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6560 del 22 febbraio 2011
«Il limite massimo di trenta anni di reclusione, previsto per il caso di concorso di reati che importano pene detentive temporanee, non si applica nella ipotesi in cui concorrano più delitti per ciascuno dei quali deve infliggersi la pena della...»