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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24246 del 21 novembre 2007
«In tema di licenziamento ingiustificato, non sussiste un interesse all'affermazione dell'esistenza di una forma di illiceità piuttosto che di un'altra, sotto il profilo della non giustificatezza, ove la distinzione non produca rilevanti effetti in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 27197 del 20 dicembre 2006
«Il dirigente che, in conseguenza della risoluzione del rapporto con il suo datore di lavoro causata dal recesso ingiustificato di quest'ultimo, rivendica il risarcimento del danno biologico riconducibile alla condotta datoriale è tenuto a provare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7838 del 15 aprile 2005
«La specialità della posizione assunta dal dirigente nell'ambito dell'organizzazione aziendale impedisce una identificazione della nozione di «giustificatezza» del suo licenziamento — sottratto al regime della tutela obbligatoria di cui all'art. 3...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 322 del 13 gennaio 2003
«Ai fini della legittimità del licenziamento di un dirigente, la legge richiede che esso appaia giustificato, non richiedendo invece l'esistenza di una giusta causa o di un giustificato motivo, come previsto in riferimento agli altri lavoratori...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6268 del 24 giugno 1998
«I limiti al potere di recesso del datore di lavoro nei confronti dei dirigenti d'azienda, ai quali non trova applicazione la disciplina limitativa del licenziamento individuale, sono rimessi all'autonomia privata, sia collettiva che individuale,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14310 del 5 ottobre 2002
«Anche dopo l'entrata in vigore della legge n. 108 del 1990, il rapporto di lavoro del dirigente non è assoggettato alle norme limitative dei licenziamenti individuali di cui agli artt. 1 e 3 della legge n. 604 del 1966, non avendo la suddetta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1591 del 12 febbraio 2000
«La nozione di «giustificatezza» del licenziamento del dirigente ai fini dell'indennità supplementare spettante alla stregua della contrattazione di categoria non s'identifica con quella di «giusta causa o «giustificato motivo» del licenziamento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6169 del 19 giugno 1999
«Anche dopo l'entrata in vigore della legge n. 108 del 1990 il cui art. 2 ha esteso, al licenzia-mento del dirigente, l'obbligo di comunicazione per iscritto, ma non quello della motivazione la nozione di «giustificatezza» del licenziamento per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14461 del 22 giugno 2006
«Il rapporto di lavoro dei dirigenti, anche dopo l'entrata in vigore della legge n. 108 del 1990, non è assoggettato alle norme limitative dei licenziamenti individuali di cui agli artt. 1 e 3, legge n. 604 del 1966, non avendo la suddetta legge n....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7478 del 14 maggio 2003
«Nel caso in cui il datore di lavoro faccia seguire al licenziamento ingiustificato di un dirigente un altro valido atto di recesso, la legittimità di quest'ultimo non esclude il diritto dello stesso dirigente a percepire l'indennità supplementare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16263 del 19 agosto 2004
«Il rapporto di lavoro del dirigente non è assoggettato alle norme limitative dei licenziamenti individuali di cui agli artt. 1 e 3 della legge n. 604 del 1966. Inoltre, la nozione di «giustificatezza» del licenziamento del dirigente, posta dalla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8313 del 19 giugno 2000
«Ai fini della valutazione dell'importanza dell'inadempimento del lavoratore, che può dar luogo a recesso del datore di lavoro per giusta causa (art. 2119 c.c.) o per giustificato motivo oggettivo (art. 3 legge 15 luglio 1966 n. 604), il giudice —...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 360 del 15 gennaio 1997
«La mera tolleranza manifestata dal datore di lavoro in occasione di precedenti mancanze del lavoratore non vale a rendere legittimi i relativi comportamenti lesivi e non preclude al datare di lavoro di mutare atteggiamento in occasione di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12759 del 13 dicembre 1995
«Anche nel licenziamento che richieda per legge l'esistenza di una giustificazione, una volta accertata l'obiettiva esistenza dei fatti necessari per radicare il potere di recesso, restano irrilevanti eventuali profili di arbitrarietà e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16260 del 19 agosto 2004
«La previsione di ipotesi di giusta causa di licenziamento contenuta in un contratto collettivo non vincola il giudice, dato che questi deve sempre verificare, stante la inderogabilità della disciplina dei licenziamenti, se quella previsione sia...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6900 del 26 maggio 2000
«Il fatto che la disciplina collettiva preveda un comportamento come giusta causa di licenziamento non esime il giudice, investito della impugnativa della legittimità di tale recesso, dal dovere di valutare — mediante un accertamento che è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4395 del 29 aprile 1998
«Quando il contratto collettivo punisca con sanzione disciplinare non espulsiva un determinato comportamento del lavoratore, non è consentito al giudice di merito di apprezzare tale condotta quale ragione di irrimediabile lesione del rapporto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10582 del 25 ottobre 1993
«Il fatto che una disposizione collettiva indichi una determinata condotta del lavoratore come giusta causa di licenziamento non preclude la possibilità che quella medesima condotta sia considerata, in ragione di particolari circostanze che ne...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12530 del 21 novembre 1991
«È assistito da giusta causa, ai sensi dell'ari. 2119 c.c., il licenziamento intimato da un istituto di istruzione religioso di confessione cattolica ad un proprio insegnante laico, per avere questi contratto matrimonio col rito civile e non con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9474 del 21 aprile 2009
«L'espletamento di altra attività, lavorativa ed extralavorativa, da parte del lavoratore durante lo stato di malattia è idoneo a violare i doveri contrattuali di correttezza e buona fede nell'adempimento dell'obbligazione e a giustificare il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3915 del 27 aprile 1996
«L'assenza ingiustificata alla visita medica di controllo del lavoratore assente per malattia rileva, oltre che ai fini dell'applicazione dell'art. 5 del D.L. n. 463/1983 (convertito con modificazioni nella L. n. 638/1983), anche sotto il profilo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 37 del 3 gennaio 2011
«Ai fini della legittimità del licenziamento disciplinare irrogato per un fatto astrattamente costituente reato, non rileva la valutazione penalistica del fatto né la sua punibilità in sede penale, né la mancata attivazione del processo penale per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 29825 del 19 dicembre 2008
«Il principio di non colpevolezza fino alla condanna definitiva sancito dall'art. 27, secondo comma, Cost. concerne le garanzie relative all'attuazione della pretesa punitiva dello Stato, e non può quindi applicarsi, in via analogica o estensiva,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4935 del 1 aprile 2003
«L'art. 102 bis disp. att. c.p.p., nel prevedere che chi sia stato sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere ovvero a quella degli arresti domiciliari ha diritto ad essere reintegrato nel posto di lavoro qualora venga pronunciata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10315 del 5 agosto 2000
«Il giudice del lavoro adito con impugnativa di licenziamento, ove pure comminato in base agli stessi comportamenti che furono oggetto di imputazione in sede penale, non è affatto obbligato a tener conto dell'accertamento contenuto nel giudicato di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4175 del 13 maggio 1997
«In tema di licenziamento per giusta causa, il rilievo che il fatto contestato, oltre che inadempimento delle obbligazioni proprie del rapporto di lavoro, costituisca anche illecito penale, se è indice di gravità del fatto, non è idoneo da solo a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6814 del 17 giugno 1991
«Nell'ipotesi di licenziamento intimato per una mancanza del lavoratore che si concreti in una violazione non solo del dovere di diligenza, ex art. 2104 c.c., ma anche del dovere di fedeltà all'impresa di cui all'art. 2105 c.c. (nella specie, per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1165 del 4 febbraio 1992
«In pendenza di un processo penale a carico del lavoratore il principio dell'immediatezza che condiziona la validità del recesso in tronco per giusta causa deve essere coordinato con l'esigenza di accertamento dei fatti, ed il comportamento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3515 del 28 maggio 1981
«In virtù della specifica disposizione del terzo comma dell'art. 2118 c.c.; l'obbligo del datore di lavoro di corrispondere, nel caso di morte del lavoratore, l'indennità sostitutiva del preavviso agli aventi diritto indicati dal primo comma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2912 del 28 luglio 1975
«In caso di recesso del committente dal contratto d'opera, il prestatore d'opera ha diritto al compenso per «mancato guadagno», rappresentato dall'utile netto che egli avrebbe tratto dai lavori previsti e non eseguiti.»