-
Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 30432 del 30 dicembre 2011
«Nella vigenza della disciplina processuale delle conseguenze della mancata comparizione delle parti prevista negli artt. 181 e 309, c.p.c., anteriormente alla riforma introdotta dall'art. 50 del d.l. 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16170 del 21 dicembre 2001
«Nel giudizio di appello, non soltanto la richiesta di restituzione delle somme pagate alla controparte in esecuzione della sentenza di primo grado non configura una domanda nuova — essendo conseguente alla richiesta di modifica della decisione...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19639 del 7 ottobre 2005
«Il provvedimento con cui il giudice del gravame dispone una consulenza tecnica d'ufficio è, per sua natura, revocabile e funzionale allo svolgimento di un'attività istruttoria, e non ha un contenuto decisorio bensì meramente ordinatorio. Ne...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 383 del 15 gennaio 1999
«Il giudice di merito, nell'esercizio del suo potere di interpretazione e qualificazione giuridica della domanda, non è in alcun modo condizionato dalle formule adottate in concreto dalla parte, dovendo egli tener conto, al fine di identificare...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7953 del 23 luglio 1999
«Il provvedimento con il quale il giudice di appello abbia disposto, nella forma dell'ordinanza collegiale ex art. 356 c.p.c., l'assunzione di nuovi mezzi di prova (o, comunque, abbia impartito disposizioni funzionali alla prosecuzione del...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1902 del 27 gennaio 2011
«a consumazione del potere d'impugnazione, che ai sensi dell'art. 358 c.p.c., consegue alla dichiarazione di inammissibilità od improcedibilità dell'appello, presuppone che l'impugnazione sia stata rivolta contro un provvedimento idoneo a...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 25837 del 11 dicembre 2007
«Posto che, al fine di stabilire se un provvedimento abbia natura di sentenza o di ordinanza, è decisiva non già la forma adottata ma il suo contenuto (cosiddetto principio della prevalenza della sostanza sulla forma), al provvedimento del giudice,...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 547 del 1 giugno 2000
«In tema di disciplina dell'immigrazione e sulla condizione dello straniero, il ricorso per Cassazione previsto dall'art. 12 legge n. 40 del 1998 (riprodotto con qualche modifica nell'art. 14 D.L.vo n. 286 del 1998) avverso il decreto pretorile di...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8738 del 26 giugno 2001
«Nel caso in cui sia fatto valere il diritto al risarcimento ai sensi del suddetto primo comma dell'art. 96, avverso il rigetto della relativa istanza, pur in presenza della revoca della misura cautelare ovvero avverso l'accoglimento dell'istanza...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4034 del 21 febbraio 2007
«A norma dell'art. 345 c.p.c., può configurarsi un mutamento della domanda non consentito, riguardo al petitum solo quando risulti innovato l'oggetto della pretesa, inteso non come petitum immediato (ossia come provvedimento richiesto), bensì come...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 21980 del 16 ottobre 2009
«In tema di giudizio di appello, l'art. 345, terzo comma, c.p.c., come modificato dalla L. 26 novembre 1990, n. 353, nell'escludere l'ammissibilità di nuovi mezzi di prova, ivi compresi i documenti, consente al giudice di ammettere, oltre alle...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26020 del 5 dicembre 2011
«...relativa istruzione, non era apprezzabile come utile e necessario. Tale facoltà deve esercitata in modo non arbitrario, in quanto il giudizio di indispensabilità, positivo o negativo, deve essere comunque espresso in un provvedimento motivato.»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 288 del 11 gennaio 2006
«Difatti, pure se l'art. 375 c.p.c. non richiama espressamente l'ipotesi della improcedibilità del ricorso, questa stessa appare unificata con quella della inammissibilità nell'art. 138 disp. att. (secondo cui «il primo presidente della Corte...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 382 del 21 gennaio 1986
«L'art. 418 c.p.c. sulla richiesta in caso di proposizione di domanda riconvenzionale di emissione di un nuovo decreto per la fissazione dell'udienza trova la sua specifica ragione nella necessità di provocare la modificazione di un provvedimento...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2760 del 9 marzo 1995
«Il provvedimento con il quale il presidente del tribunale, a modifica del decreto di fissazione dell'udienza per la discussione dell'appello con il rito del lavoro, emesso ai sensi dell'art. 435 c.p.c., fissa tale udienza a data diversa ed...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9209 del 9 giugno 2003
«In tema di integrazione al minimo di trattamento pensionistico, la verifica del rispetto del termine di decadenza sostanziale previsto dall'art. 47 D.P.R. 30 aprile 1970, n. 639 — come autenticamente interpretato dall'art. 6 D.L. 29 marzo 1991, n....»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6192 del 22 giugno 1998
«La rivalutazione e gli interessi ex art. 429 e 442 (così come inciso da Corte Cost. n. 156 del 1991) c.p.c. sono dovute anche nel caso in cui il diritto alla prestazione previdenziale derivi da legge di interpretazione autentica entrata in vigore...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3723 del 9 marzo 2012
«Il provvedimento del giudice dell'esecuzione di rigetto dell'istanza di modifica o di revoca di un proprio precedente provvedimento rientra nel novero degli atti esecutivi impugnabili (e cioè opponibili o reclamabili) solo quando, pur rimanendo...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5238 del 15 marzo 2004
«I provvedimenti emessi dal giudice dell'esecuzione sono normalmente assunti, ai sensi dell'art. 487, primo comma, c.p.c., con ordinanza, e sono modificabili o revocabili finchè non abbiano avuto esecuzione, costituendo anch'essi espressione del...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2316 del 10 marzo 1994
«In tema di esecuzione forzata immobiliare, l'ordinanza di vendita all'incanto di un immobile seguita da aggiudicazione provvisoria costituisce, ancorché siano state presentate offerte di aumento del sesto, un provvedimento conclusivo di una fase...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1943 del 23 febbraio 1998
«I provvedimenti emessi dal pretore in qualità di giudice dell'esecuzione sulle istanze di revoca o modifica di un proprio, precedente provvedimento non sono impugnabili con il ricorso straordinario per Cassazione ex art. 111 Cost., poiché il...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15903 del 20 luglio 2011
«Ne consegue che, nelle opposizioni distributive, caratterizzate nella nuova formulazione dell'art. 512 c.p.c. da una fase a cognizione sommaria che si chiude con ordinanza e da una successiva fase (eventuale) che si volge nelle forme...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16731 del 17 luglio 2009
«Pertanto, qualora il giudice dell'esecuzione revochi un precedente provvedimento di assegnazione mobiliare senza aver prima sentito il debitore, non si verifica una violazione del principio del contraddittorio, deducibile in ogni momento della...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17520 del 23 agosto 2011
«Pertanto la nuova formulazione dell'art. 546, primo comma, c.p.c. non è applicabile ove la procedura esecutiva si sia conclusa con provvedimento di assegnazione anteriore al 1° marzo 2006, essendo, appunto, l'ordinanza di assegnazione l'atto che...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4494 del 28 marzo 2001
«Nell'espropriazione presso terzi, il provvedimento di assegnazione di crediti di cui all'art. 552 (Recte: 553 - N.d.R.) c.p.c., emesso dal giudice dell'esecuzione, è configurato come una cessio pro solvendo in favore del creditore; cosicché...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15623 del 30 giugno 2010
«Il provvedimento con il quale il giudice dell'esecuzione, ai sensi dell'art. 560, comma terzo, c.p.c. (come sostituito dall'art. 2, comma terzo, lettera e), n. 21, del d.l. 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni nella legge 14 maggio...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13202 del 31 maggio 2010
«In tema di espropriazione immobiliare, ai sensi del terzo comma dell'art. 560 c.p.c. (come sostituito dall'art. 2, comma terzo, lett. e), n. 21, del d.l. n. 35 del 2005, conv., con modif., nella legge n. 80 del 2005), al giudice dell'esecuzione è...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12275 del 15 maggio 2008
«Con riferimento al procedimento ordinato all'emissione dell'ordinanza di autorizzazione alla vendita di cui all'art. 569 cod. proc. civ., è inammissibile il ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., avverso il provvedimento del giudice...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14842 del 27 giugno 2007
«Pertanto il giudice dell'esecuzione può modificarla anche nella parte che concerne la cauzione, senza che sia prevista alcuna pubblicità del provvedimento quando, come nella specie, la modifica sia contenuta nello stesso verbale di vendita, di cui...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 27148 del 19 dicembre 2006
«Nell'attuale disciplina normativa dell'esecuzione forzata vige il principio della tassatività delle ipotesi di estinzione del processo esecutivo e, conseguentemente, non è legittimo un provvedimento di c.d. estinzione atipica fondato sulla...»