-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9348 del 27 giugno 2002
«...vantaggioso, trattandosi di elementi non casualmente collegati ad un comportamento del sindaco idoneo a mettere a disposizione dell'ente la prestazione o l'opera e a manifestare con fatti concludenti e univoci il riconoscimento della loro utilità.»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8285 del 19 giugno 2000
«In tema di indebito arricchimento della P.A., il riconoscimento, da parte di enti pubblici, dell'utilità di una prestazione professionale (nella specie, attività di consulenza legale da parte di un avvocato nei confronti di una Usl, concretatasi,...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10629 del 26 ottobre 1998
«Pertanto, il trasportato, indipendentemente dal titolo del trasporto, può invocare i primi due commi della disposizione citata per far valere la responsabilità extracontrattuale del conducente ed il terzo comma per far valere quella solidale del...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6227 del 16 marzo 2007
«L'illegittimità dell'atto adottato dall'amministrazione per un'errata interpretazione di una norma ambigua adottata dall'amministrazione medesima, non può far presumere la colpa dell'agente e, per esso, della P.A. che lo abbia incaricato, non...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3004 del 17 febbraio 2004
«La vendita di una porzione di terreno edificabile, facente parte di un fondo di maggiore estensione di proprietà del venditore, non implica di per sé la realizzazione da parte di quest'ultimo di una lottizzazione soggetta a preventiva...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23734 del 10 novembre 2009
«In tema di risarcimento del danno, il fatto colposo del creditore che abbia contribuito al verificarsi dell'evento dannoso - ipotesi regolata dall'art. 1227, primo comma, c.c. - è rilevabile d'ufficio, per cui la sua prospettazione non richiede la...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17429 del 18 novembre 2003
«Nel giudizio di equità da parte del giudice di pace, venendo in gioco una equità cosiddetta formativa o sostitutiva della norma di diritto sostanziale, non opera la limitazione del risarcimento del danno non patrimoniale ai soli casi determinati...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11554 del 6 novembre 1995
«Al fine dell'individuazione del contratto collettivo postcorporativo applicabile al rapporto di lavoro, l'appartenenza alla categoria professionale si determina, ai sensi dell'art. 2070 c.c., secondo l'attività effettivamente esercitata...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11939 del 26 giugno 2004
«La concorrenza delle due discipline, nazionale e aziendale, non rientrando nella disposizione recata dall'art. 2077 c.c., va risolta tenuto conto dei limiti di efficacia connessi alla natura dei contratti stipulati, atteso che il contratto...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18278 del 5 agosto 2010
«Il potere organizzativo del datore di lavoro comprende senz'altro la predisposizione di regole finalizzate ad una migliore coesistenza delle diverse realtà operanti all'interno dei luoghi di lavoro e ad evitare conflittualità ma non può tradursi...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 29323 del 15 dicembre 2008
«Ne consegue che, ove l'infortunio sia occorso al preposto per la mancata individuazione delle modalità esecutive di intervento e dei relativi mezzi di protezione da adottare, va esclusa la responsabilità del datore di lavoro trattandosi di profili...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12445 del 25 maggio 2006
«Nel secondo caso — in cui si discorre di misure di sicurezza cosiddette «innominate» — la prova liberatoria a carico del datore di lavoro (fermo restando il suddetto onere probatorio spettante al lavoratore) risulta invece generalmente correlata...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5508 del 18 marzo 2004
«L'apprezzamento in concreto circa la riconducibilità di determinate prestazioni all'uno o all'altro tipo di rapporto costituisce accertamento di merito devoluto al giudice del merito, come tale incensurabile in sede di legittimità, se...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2842 del 26 febbraio 2002
«Ai fini della distinzione fra rapporto di lavoro subordinato e rapporto di lavoro autonomo, assume comunque valore determinante — anche a voler accedere ad una nozione più ampia della subordinazione, con riferimento a sistemi di organizzazione del...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19352 del 17 dicembre 2003
«Anche ai lavoratori autonomi, ai soci di fatto o agli associati in partecipazione possono essere impartite (dai datori di lavoro o dai consociati) direttive o indicazioni in ordine allo svolgimento del lavoro (specie se sia necessario sopperire a...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1093 del 24 gennaio 2003
«In sede di interpretazione delle clausole di un contratto collettivo relative alla classificazione del personale in livelli o categorie, ha rilievo preminente, soprattutto se il contratto ha, come nella specie, carattere aziendale, la...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13162 del 8 giugno 2009
«Ove, invece, la prestazione con il più elevato livello della connessa qualifica sia stata effettuata, assume rilievo il diverso principio previsto dall'art. 2103 cod. civ., in presenza delle necessarie condizioni normative, salvo che, in presenza...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8596 del 5 aprile 2007
«La disposizione dell'art. 2103 c.c. sulla regolamentazione delle mansioni del lavoratore e sul divieto del declassamento di dette mansioni va interpretata — stante le. statuizioni di cui alla sentenza delle Sezioni unite n. 25033 del 2006, ed in...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8268 del 29 aprile 2004
«Ai fini dell'efficacia del provvedimento di trasferimento del lavoratore, non è necessario che vengano contestualmente enunciate le ragioni del trasferimento stesso, atteso che l'art. 2103 c.c., nella parte in cui dispone che le ragioni tecniche,...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11437 del 3 novembre 1995
«Infatti gli artt. 2104 e 2105 c.c., richiamati dalla disposizione dell'art. 2106 relativa alle sanzioni disciplinari, non vanno interpretati restrittivamente e non escludono che il dovere di diligenza del lavoratore subordinato si riferisca anche...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15419 del 4 dicembre 2000
«Infatti, per la disciplina antecedente alla legge n. 196 del 1997, tale legittimità presupponeva il rispetto continuo e costante — e cioè in riferimento ad ogni singola giornata di esecuzione dell'attività lavorativa e ad ogni periodo di sette...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10312 del 16 luglio 2002
«Infatti la disposizione dell'art. 1 del R.D. 15 marzo 1923 n. 692, a norma del quale la durata massima della giornata lavorativa non può eccedere le "otto ore al giorno o le 48 ore settimanali di lavoro effettivo", va interpretata nel senso che...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7434 del 1 giugno 2001
«Al riguardo si deve tener presente, in primo luogo, che l'avvicendamento nel turno di lavoro si realizza quando il periodo assegnato a ciascun lavoratore per l'esecuzione della prestazione venga predisposto in regolare alternanza con i turni di...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14065 del 14 dicembre 1999
«Ne consegue, stante la prevalenza dell'art. 2110 c.c. (disposizione speciale) sulla disciplina generale della risoluzione del rapporto di lavoro, che, anche nella ipotesi di reiterate assenze per malattia del dipendente, il datore di lavoro non...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16696 del 24 agosto 2004
«La sussistenza delle condizioni legittimanti il potere di recesso disciplinato dall'art. 2110 c.c. deve essere verificata al momento del suo esercizio, atteso che il superamento del periodo di comporto non implica la risoluzione automatica del...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4629 del 11 aprile 2000
«Ai fini della determinazione del periodo di comporto, l'art. 2110 c.c. rinvia alla legge, ai contratti collettivi, agli usi e all'equità, onde è possibile ricorrere a quest'ultima solo in assenza delle altre fonti; ne consegue che quando la...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15105 del 25 ottobre 2002
«Tale disposizione, anche nel testo anteriore alle modifiche di cui al D.L.vo 18/2001, pur non impedendo la cessione di singole funzioni o servizi (c.d. esternalizzazione), impone che essi si presentino, prima del trasferimento, funzionalmente...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7517 del 29 marzo 2010
«La disciplina posta dal secondo comma dell'art. 2112 c.c., che prevede la solidarietà tra cedente e cessionario per i crediti vantati dal lavoratore al momento del trasferimento d'azienda a prescindere dalla conoscenza o conoscibilità degli stessi...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6221 del 13 marzo 2009
«Gli atti di disposizione, ai quali si applica la disciplina dell'art. 2113 c.c., debbono attenere alle conseguenze patrimoniali del mancato o irregolare versamento dei contributi e non già all'obbligo del datore di lavoro di corrispondere i...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11107 del 26 luglio 2002
«La disposizione dell'art. 2213, primo comma, c.c., che stabilisce l'invalidità delle rinunzie e transazioni aventi per oggetto diritti del prestatore di lavoro derivanti da disposizioni inderogabili della legge e dei contratti collettivi...»