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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4939 del 10 ottobre 1985
«L'inosservanza del termine perentorio, non superiore a trenta giorni, stabilito dal giudice ai sensi del secondo comma dell'art. 428 c.p.c., per la riassunzione della causa in caso di dichiarazione d'incompetenza, comporta l'estinzione del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15021 del 21 novembre 2000
«Il terzo e il quarto comma dell'art. 431 c.p.c. contemplano un'ipotesi di sospensione dell'esecuzione provvisoria del dispositivo della sentenza favorevole al lavoratore, cosicché l'ordinanza di sospensione adottata sulla base delle richiamate...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10401 del 6 maggio 2009
«Nel rito del lavoro il potere, conferito al giudice dall'art. 432 c.p.c., di liquidare con valutazione equitativa la somma dovuta al lavoratore quando sia certo il relativo diritto, può essere esercitato dal giudice del merito soltanto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7827 del 8 giugno 2001
«La valutazione equitativa delle prestazioni, prevista dall'art. 432 c.p.c., consente al giudice del lavoro di liquidare secondo equità il valore economico di un diritto del lavoratore che sia certo nella sua esistenza, una volta indicati, con...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9264 del 8 settembre 1990
«L'appello con riserva dei motivi, previsto con riferimento al rito del lavoro dal secondo comma dell'art. 433 c.p.c., non è ammissibile nelle controversie in tema di locazione soggette al medesimo rito, poiché l'art. 51 della legge 27 luglio 1978...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2171 del 12 maggio 1989
«La sola intimazione del precetto, sulla base del dispositivo di sentenza di condanna esecutiva, pronunciata in primo grado in una controversia di lavoro, non costituisce, secondo i principi ordinari, inizio dell'esecuzione forzata e non consente,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4829 del 13 maggio 1998
«La competenza del giudice d'appello è funzionale ed inderogabile ai sensi dell'art. 341 c.p.c. e del successivo art. 433 c.p.c. relativo alle controversie di lavoro e previdenziali, in considerazione della peculiarità del giudizio di impugnazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4573 del 19 aprile 1993
«La concessione del termine di cui all'art. 439 c.p.c. in relazione all'art. 426 stesso codice è volta solo a consentire alle parti di mettersi in regola con le prescrizioni introdotte dal rito del lavoro e non può quindi essere utilizzato per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11169 del 12 novembre 1993
«La consulenza tecnica, quale mezzo di acquisizione di elementi di cognizione utili ai fini del decidere, può essere disposta dal giudice anche di ufficio, senza incontrare limite alcuno al regime delle preclusioni previsto dal rito del lavoro per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 499 del 13 gennaio 2009
«In tema di contribuzione previdenziale, gli sgravi contributivi e la fiscalizzazione degli oneri sociali, pur costituendo misure distinte di riduzione dell'obbligo contributivo (la prima, legata ad un criterio di territorialità ed incidente sulla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9387 del 7 settembre 1993
«L'azione del coniuge divorziato volta ad ottenere dall'Inadel la corresponsione in forma indiretta — ai sensi dell'art. 3 della L. 8 marzo 1968, n. 152, in relazione all'art. 9 della L. 1 dicembre 1970, n. 898, sostituito dall'art. 2 della L. 1...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2423 del 26 febbraio 1993
«Le controversie aventi ad oggetto domande proposte da dipendenti della soppressa O.N.M.I., trasferiti ad enti locali, per conseguire l'indennità di anzianità, in relazione all'attività lavorativa svolta alle dipendenze dell'ente soppresso, sono...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3213 del 18 febbraio 2004
«La domanda proposta dal lavoratore contro il datore di lavoro volta a conseguire il risarcimento del danno sofferto per la mancata adozione, da parte dello stesso datore, delle misure previste dall'art. 2087 c.c., non ha natura previdenziale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8828 del 20 agosto 1993
«La domanda, proposta dal lavoratore contro il datore di lavoro, volta a conseguire il risarcimento del danno (differenziale rispetto a quanto erogato dall'Inail) sofferto per la mancata adozione, da parte dello stesso datore, delle misure previste...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4995 del 1 marzo 2011
«In tema di controversie in materia di previdenza e assistenza obbligatoria, il diritto ad ottenere l'assegno di inabilità ex art. 13 della legge n. 118 del 1971 presuppone, quale requisito, la residenza in Italia dell'interessato, la cui verifica,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7141 del 9 maggio 2003
«L'indennizzo ai soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni ed emoderivati, di cui alla L. n. 210 del 1992, ha natura non già risarcitoria, bensì assistenziale in senso lato, riconducibile agli articoli 2 e 32 Cost., ed alle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12869 del 4 settembre 2002
«In tema di crediti soggetti alla disciplina dettata, quanto a interessi legali e rivalutazione monetaria, dall'art. 429 c.p.c., nei quali rientrano i crediti previdenziali e assistenziali, poiché la rivalutazione monetaria, non corrisposta al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9085 del 18 ottobre 1996
«La rivalutazione ex artt. 429 e 442 (così come inciso da Corte cost. n. 156 del 1991) c.p.c. è dovuta anche nel caso in cui il diritto alla prestazione previdenziale derivi da legge di interpretazione autentica entrata in vigore in data successiva...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6192 del 22 giugno 1998
«La rivalutazione e gli interessi ex art. 429 e 442 (così come inciso da Corte Cost. n. 156 del 1991) c.p.c. sono dovute anche nel caso in cui il diritto alla prestazione previdenziale derivi da legge di interpretazione autentica entrata in vigore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10720 del 14 ottobre 1995
«L'inesatta liquidazione da parte dell'Inps del trattamento pensionistico per mancata inclusione nella base retributiva di emolumenti pensionabili non corrisposti al dipendente e non comunicati all'Inps dal datore di lavoro al tempo della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1267 del 6 febbraio 1998
«La non cumulabilità di interessi e rivalutazione relativamente alle prestazioni previdenziali, a norma dell'art. 16 della legge 30 dicembre 1991, n. 412, può essere dedotta per la prima volta con il ricorso per cassazione, qualora in primo grado e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 128 del 9 gennaio 2003
«Ove il ricorrente abbia compiutamente enunciato nel ricorso introduttivo i fatti costitutivi della domanda volta alla costituzione di rendita unica (preesistente rendita Inail del 78 per cento e inabilità per ipoacusia dell'8 per cento,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1040 del 16 gennaio 2009
«La sentenza di condanna pronunciata in un processo tra il creditore della società ed una società di persone costituisce titolo esecutivo anche contro il socio illimitatamente responsabile, in quanto dall'esistenza dell'obbligazione sociale deriva...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16934 del 8 luglio 2013
«Nell'ipotesi di esecuzione fondata su titolo esecutivo costituito da una sentenza di primo grado, la riforma in appello di tale sentenza determina il venir meno del titolo esecutivo, atteso che l'appello ha carattere sostitutivo e pertanto la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18363 del 6 agosto 2010
«La morte del cliente, causando l'estinzione del mandato e la perdita dello "ius postulandi" in capo all'avvocato, priva quest'ultimo della legittimazione a domandare il rilascio della copia esecutiva di una sentenza. Nondimeno tale vizio resta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14189 del 7 agosto 2012
«È consentito al creditore notificare al debitore una seconda volta il precetto, al fine di sanare un vizio formale del primo (nella specie, accompagnato da un titolo privo di formula esecutiva), ma solo a condizione che nel frattempo l'azione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1639 del 29 aprile 1977
«La domanda volta ad ottenere in via principale la limitazione del cumulo dell'espropriazione mobiliare con l'espropriazione immobiliare ai sensi dell'art. 483 c.p.c. ed, in subordine, la riduzione del pignoramento ai sensi dell'art. 496 c.p.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12618 del 15 novembre 1999
«La norma di cui all'art. 496 c.p.c., integra gli estremi di una «misura speciale di salvaguardia» a tutela del debitore volta ad evitare eccessi nell'uso del procedimento di esecuzione forzata, e non presuppone, pertanto, neppure implicitamente,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2604 del 6 marzo 1995
«L'istanza con cui il debitore esecutato, senza contestare il diritto della controparte a procedere ad esecuzione forzata né dedurre vizi formali della procedura, lamenti che il creditore abbia proceduto (nella specie sulla base di un titolo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15932 del 20 settembre 2012
«Quando il debitore esecutato vanti a sua volta un credito nei confronti del creditore procedente, non può chiedere di sostituirsi a questi nella distribuzione della somma ricavata, ai sensi dell'art. 511 c.p.c., ma può soltanto opporsi...»