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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8547 del 28 maggio 2003
«Nel rito camerale in appello l'acquisizione dei mezzi di prova, e segnatamente dei documenti, è ammissibile sino all'udienza di discussione in camera di consiglio, sempre che sulla produzione si possa considerare instaurato un pieno e completo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6332 del 19 marzo 2014
«Le norme poste dal codice civile in materia d'onere della prova e di ammissibilità ed efficacia dei vari mezzi probatori attengono al diritto sostanziale, sicché la loro violazione integra un "error in iudicando", e non "in procedendo"; da ciò...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4717 del 27 febbraio 2014
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, la parte, la cui prova non sia stata ammessa nel giudizio di primo grado, deve dolersi di tale mancata ammissione attraverso un apposito motivo di gravame, senza che possa attribuirsi significato di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17281 del 23 luglio 2010
«In tema di procedimento per la dichiarazione di fallimento, l'art. 1, secondo comma, legge fall., nel testo modificato dal d.l.vo 12 settembre 2007, n. 169, pone a carico del debitore l'onere di provare di essere esente dal fallimento, così...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 21639 del 8 giugno 2010
«L'accertamento del reato di esercizio di giuochi d'azzardo richiede non solo la prova dell'effettiva esistenza di mezzi atti ad esercitarlo, ma, da un lato, la prova dell'effettivo svolgimento di un gioco e, dall'altro, ove si tratti di apparecchi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9001 del 9 settembre 1986
«In tema di esercizio di gioco d'azzardo praticato mediante apparecchio o congegno vietato, la prova dell'uso non deve essere necessariamente desunta dalla sorpresa di una o più persone in flagranza di partecipazione al gioco stesso, potendo essere...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7129 del 21 luglio 1998
«Il provvedimento che ammette l'accertamento tecnico preventivo non è suscettibile di ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., trattandosi di provvedimento connotato dal carattere della provvisorietà e strumentalità, come risulta...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22546 del 5 novembre 2010
«Nel giudizio di impugnazione avverso la sentenza dichiarativa di fallimento, quanto ai procedimenti in cui trova applicazione la riforma di cui al d.l.vo n. 169 del 2007, che ha modificato l'art. 18 legge fall., ridenominando tale mezzo come...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5215 del 27 febbraio 2008
«Nel giudizio di opposizione alla dichiarazione di fallimento, la verifica, ex art. 5 legge fall., dello stato d'insolvenza dell'imprenditore commerciale esige la prova di una situazione d'impotenza, strutturale e non soltanto transitoria, a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10523 del 1 agosto 2001
«Pertanto, allorquando vi è stata rituale allegazione dei fatti rilevanti e gli stessi possono ritenersi incontroversi o dimostrati per effetto di mezzi di prova legittimamente disposti, il giudice può trarne d'ufficio (anche nel silenzio della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 131 del 14 marzo 1990
«Tra le acquisizioni probatorie rientra la perizia che è un mezzo di prova, tanto che l'art. 402 c.p.p. (R.D. 19 ottobre 1930, n. 1399) nel prevedere i casi di riapertura dell'istruzione espressamente annovera al terzo comma, fra le «nuove prove»...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10499 del 8 maggio 2006
«Il vigente ordinamento processuale è ispirato ai princìpi del libero convincimento del giudice e di libertà delle prove, in forza dei quali tutti i mezzi di prova hanno pari valore sicché nulla esclude che il giudice tragga gli elementi del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2707 del 12 febbraio 2004
«Le norme (art. 2697 ss.) poste dal libro VI, titolo II del codice civile regolano le materie: a) dell'onere della prova; b) dell'astratta idoneità di ciascuno dei mezzi in esse presi in considerazione all'assolvimento di tale onere in relazione a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12763 del 26 settembre 2000
«Nell'ordinamento processuale vigente, manca una norma di chiusura sulla tassatività tipologica dei mezzi di prova. Ne consegue che il giudice può legittimamente porre a base del proprio convincimento anche prove cosiddette atipiche, purché idonee...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6023 del 10 maggio 2000
«È devoluta al giudice del merito l'individuazione delle fonti del proprio convincimento e, pertanto, anche la valutazione delle prove, il controllo della loro attendibilità e concludenza, la scelta delle risultanze istruttorie ritenute idonee ad...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 898 del 14 dicembre 1999
«Nel quadro del principio, espresso nell'art. 116 c.p.c., di libera valutazione delle prove (salvo che non abbiano natura di prova legale), il giudice civile ben può apprezzare discrezionalmente gli elementi probatori acquisiti e ritenerli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2329 del 17 marzo 1997
«Il sistema delle fonti di prova, il contegno processuale delle parti che, a norma dell'art. 116 c.p.c., consente di desumere argomenti di prova non ha un rilievo gerarchicamente sovraordinato che possa consentire al giudice di utilizzarlo come...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28939 del 30 dicembre 2005
«In tema di sanzioni amministrative per violazione del codice della strada, la lettura e la trascrizione nel verbale di accertamento del numero di targa di un autoveicolo in sosta costituiscono operazioni semplici, che non implicano rilevanti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 623 del 20 gennaio 1995
«Il giudice può utilizzare, per la formazione del proprio convincimento, anche le prove raccolte in un diverso processo, svoltosi tra le stesse o altre parti, una volta che la relativa documentazione sia stata ritualmente prodotta dalla parte...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8071 del 4 settembre 1996
«Ne consegue che il destinatario dell'atto deve proporre querela di falso solo per contestare l'avvenuta affissione risultante dalla relazione di notificazione e di tutti gli atti conseguenti al provvedimento invalidamente notificato, senza che il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7919 del 22 luglio 1999
«Il divieto di nuovi mezzi di prova in grado di appello, sancito dall'art. 437, secondo comma, c.p.c., si riferisce solo alle prove costituende, richiedenti una ulteriore attività processuale, e non anche a nuovi documenti la cui produzione è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 120 del 11 gennaio 1986
«Nel caso in cui l'originale dell'atto di citazione (nella specie di appello) presenti i requisiti previsti dall'art. 163 c.p.c., il convenuto che, nonostante la conformità all'originale dell'atto notificatogli, ivi risultante dalla relata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4251 del 9 febbraio 1994
«Il sequestro probatorio, nel nuovo codice di rito, risulta inserito nel titolo relativo ai mezzi di ricerca della prova; e, come chiarito anche nella relazione ministeriale al progetto preliminare del codice, attraverso il riferimento dell'art....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11999 del 27 novembre 1997
«La regola della non revocabilità delle ordinanze pronunciate sull'accordo delle parti opera solo con riferimento alle materie su cui le parti possono disporre (art. 177, terzo comma, n. 1, c.p.c.) e quindi non può trovare applicazione riguardo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20581 del 21 ottobre 2004
«Più in particolare ancora, in caso di costituzione del convenuto oltre la prima udienza di trattazione, i mezzi di prova articolati dal medesimo devono ritenersi ammissibili se dedotti prima della chiusura dell'istruzione senza incontrare alcuna...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12119 del 17 maggio 2013
«Ai sensi dell'art. 184 cod. proc. civ., nel testo - applicabile "ratione temporis" alla presente fattispecie - introdotto dall'art. 18 della legge 26 novembre 1990, n. 353 (e anteriore alle modifiche apportate dall'art. 39-quater del d.l. 30...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 81 del 10 gennaio 2012
«Nel regime processuale degli artt. 183 e 184 c.p.c. risultante dalle modifiche di cui alla legge 26 novembre 1990, n. 353, applicabile alla fattispecie "ratione temporis", le preclusioni all'esercizio dei poteri processuali, fra i quali quello di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15691 del 15 luglio 2011
«Nel nuovo rito ordinario, nel regime processuale di cui alla legge 26 novembre 1990, n. 353, prima delle modifiche introdotte dalle leggi 14 maggio 2005, n. 80 e 28 dicembre 2005, n. 263, è possibile articolare i mezzi di prova sino alla scadenza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8164 del 15 giugno 2000
«Il giudizio sull'ammissibilità e rilevanza dei mezzi di prova proposti dalle parti, che il giudice di merito deve compiere (a norma dell'art. 184 c.p.c. nel testo attuale e dell'art. 187 c.p.c. nel testo anteriore alla riforma del 1990) prima di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2935 del 20 marzo 1998
«Il giudice di merito ha il potere-dovere di rilevare i casi di inammissibilità della prova (nella specie, per mancata indicazione delle persone che la parte intende escutere sui capitoli formulati), indipendentemente dall'istanza della parte...»