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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 15429 del 31 marzo 2004
«Ai fini dell'osservanza dell'obbligo di dichiarazione o elezione di domicilio, gravante, ai sensi dell'art. 677, comma secondo bis, c.p.p., sul condannato non detenuto che avanzi domanda di applicazione di una misura alternativa alla detenzione,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3316 del 9 giugno 2000
«In tema di affidamento in prova in casi particolari, a norma dell'art. 94 del D.P.R. n. 309 del 1990, il quale richiama i commi 3 e 4, ma non il comma 1, dell'art. 91, la competenza a provvedere spetta in ogni caso — secondo il modello dell'ora...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1877 del 29 aprile 1999
«Ai fini dell'individuazione del magistrato competente territorialmente a deliberare sull'istanza di sospensione dell'esecuzione della pena presentata da soggetto detenuto in pendenza di domanda di concessione di misure alternative alla detenzione,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15083 del 22 novembre 2000
«Il locatore può chiedere la risoluzione del contratto e la condanna al rilascio del bene nei confronti del conduttore anche nel caso in cui al momento della proposizione della domanda detto bene è detenuto da un terzo, immessovi dal conduttore,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3087 del 13 febbraio 2007
«Qualora sia stato disposto il rilascio dell'immobile detenuto dal convenuto, il titolo può essere eseguito dall'attore anche nei confronti del terzo occupante abusivo, il quale potrà fare valere eventualmente le proprie ragioni ai sensi dell'art....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5384 del 5 marzo 2013
«In materia di esecuzione per rilascio, il decreto che trasferisca all'aggiudicatario una quota di comproprietà dell'immobile espropriato e condanni il debitore esecutato al rilascio può essere eseguito coattivamente nelle forme dell'esecuzione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2064 del 8 febbraio 1993
«Il limite di cui all'art. 78 primo comma, n. 1 c.p. non significa che nessuno possa essere detenuto per un periodo superiore a quello massimo indicato (trenta anni). Tale limite, infatti, è riferibile solo alle pene inflitte per reati commessi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3923 del 2 dicembre 1992
«La regola posta dall'art. 78 c.p. (applicabile, in virtù del successivo art. 80, anche nel caso di pluralità di condanne susseguitesi nel tempo) non significa che un soggetto, il quale abbia riportato più condanne a pene detentive temporanee, non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 31943 del 4 luglio 2008
«Al fine di determinare la pena da espiare, la custodia cautelare sofferta all'estero può essere computata solo se riferita al medesimo fatto per cui vi è stata condanna in Italia. Ne consegue che, qualora la condanna in Italia sia avvenuta per più...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5282 del 10 dicembre 1996
«Ai fini del differimento facoltativo della esecuzione di una pena detentiva ex art. 147 c.p., non è sufficiente che una o più infermità fisiche menomino in maniera più o meno rilevante la salute del soggetto e siano suscettibili di generico...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9847 del 8 marzo 2007
«In materia di misure di sicurezza personale, il giudice, nell'effettuare la prognosi di pericolosità sociale sotto il profilo penale, non può limitarsi a far proprio il giudizio espresso nella relazione criminologica, ma deve verificare se...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 95 del 8 gennaio 1998
«L'idoneità della violenza o minaccia ad intimidire ed a costringere un pubblico ufficiale deve essere verificata in relazione alla singola fattispecie e l'indagine in concreto deve necessariamente svolgersi nell'ambito delle seguenti coordinate:...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22453 del 28 maggio 2009
«Non integrano il delitto di resistenza a pubblico ufficiale le espressioni di minaccia rivolte nei suoi confronti, quando le stesse non rivelino alcuna volontà di opporsi allo svolgimento dell'atto d'ufficio, ma rappresentino piuttosto una forma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5284 del 11 febbraio 2011
«Ai fini della configurabilità del delitto di false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria, rientrano nella previsione della norma incriminatrice la certificazione di dati clinici non veri o l'attestazione di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 19802 del 9 maggio 2009
«Integra il reato di false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria non solo la falsa diagnosi di patologie inesistenti, ma anche la falsa diagnosi di una maggiore gravità di patologie esistenti. (Fattispecie in cui...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10123 del 12 marzo 2002
«In tema di falsità personale, deve ritenersi punibile ai sensi dell'art. 495 c.p. (falsa attestazione o dichiarazione ad un pubblico ufficiale sull'identità o su qualità personali proprie o di altri) e non dell'art. 374 bis c.p. (false...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14612 del 27 aprile 2006
«Risponde del reato di cui all'art. 386 c.p. anche colui che abbia agevolato l'evasione di una persona in stato di arresto presso la propria abitazione. (In applicazione di tale principio la Corte ha annullato con rinvio la sentenza con la quale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5241 del 30 aprile 1988
«Non integra l'ipotesi criminosa prevista dall'art. 386 c.p., neanche nella forma dell'agevolazione, la condotta di chi, avendo assunto l'obbligo anomalo di riaccompagnare in carcere un detenuto allo scadere del permesso concessogli ai sensi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25979 del 25 giugno 2010
«Ai fini dell'integrazione del reato di colpa del custode di cui all'art. 387 c.p. è necessario che sussista, e sia all'evidenza riconoscibile, il nesso di causalità tra l'evasione della persona sottoposta a custodia e il fatto addebitato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45158 del 18 dicembre 2001
«In tema di falsità in valori bollati, si configura il reato di cui all'art. 459 c.p. solo con la messa in circolazione degli stessi e non con l'uso che corrisponde alla naturale destinazione dei valori che integra il diverso reato di cui all'art....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10297 del 2 dicembre 1996
«Fra le condotte previste dagli artt. 648 (ricettazione) e 470 (vendita o acquisto di cose con impronte contraffatte di una pubblica autentificazione o certificazione) c.p. non esiste rapporto di specialità; non è dato rinvenire in esse, infatti,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1346 del 4 maggio 1994
«La competenza a provvedere in ordine alla conversione di pene pecuniarie è attribuita dal secondo comma dell'art. 660 c.p.p. al magistrato di sorveglianza, la cui competenza territoriale va individuata, quando il procedimento non riguardi reclusi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 789 del 10 gennaio 2014
«In tema di differimento facoltativo della pena detentiva, ai sensi dell'art. 147 cod. pen., comma primo, n. 2), è necessario che la malattia da cui è affetto il condannato sia grave, cioè tale da porre in pericolo la vita o da provocare rilevanti...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7701 del 31 maggio 1990
«Il reato di favoreggiamento può commettersi anche prima di un procedimento penale, essendo sufficiente la possibilità di investigazioni e di ricerche. (Nella specie è stato rilevato che la condotta dell'imputato era parimenti censurabile in sede...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17734 del 6 agosto 2014
«La P.A. non ha il potere di emettere, a norma dell'art. 823, secondo comma, cod. civ., atti autoritativi in autotutela per il conseguimento della disponibilità di un bene immobile detenuto in locazione da un privato nell'ambito di un rapporto di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40765 del 12 ottobre 2015
«Nella determinazione del trattamento sanzionatorio, il giudice di merito non può valutare un fatto integrante una specifica circostanza attenuante o aggravante sia ai fini della quantificazione della pena base che ai fini della sua successiva...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37635 del 12 settembre 2014
«La previsione dell'art. 78, comma primo, n. 1, c.p., secondo la quale la pena da applicare nel caso di concorso di reati che importano pene detentive temporanee non può superare il limite massimo di trent'anni di reclusione, funge da criterio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 24603 del 5 giugno 2003
«La mancata partecipazione del difensore all'udienza dibattimentale per adesione allo sciopero di categoria costituisce legittimo impedimento a comparire, a norma dell'art. 486, quinto comma c.p.p., solo se tempestivamente comunicata al giudice;...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1451 del 20 luglio 1995
«Il fatto giudicato cessa di fungere da causa determinante la decadenza dal beneficio della sospensione condizionale della pena solo quando, esperita la procedura di revoca della sentenza, non azionabile d'ufficio, venga accertato che ne è venuta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 34722 del 23 settembre 2011
«In tema di confisca, il bene detenuto in forza di un contratto di leasing appartiene all'utilizzatore, cui è attribuita la materiale disponibilità del bene stesso ed il diritto di goderne e di disporne sulla base di un titolo che esclude i terzi....»