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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16017 del 13 giugno 2008
«Mentre l'effetto estensivo della nullità della singola clausola o del singolo patto all'intero contratto, avendo carattere eccezionale rispetto alla regola della conservazione, non può essere dichiarato d'ufficio dal giudice con la conseguenza che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5809 del 19 aprile 2001
«L'affermazione del giudice di merito circa la sussistenza di un fatto notorio può essere censurata in sede di legittimità solo se sia stata posta a base della decisione una inesatta nozione del notorio, da intendere come fatto conosciuto da un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2325 del 25 febbraio 1992
«Per il principio della libertà di forme vigente nel nostro sistema processuale, che consente alle parti di proporre le loro domande, difese ed eccezioni senza l'osservanza di particolari formulari, deve aversi riguardo al contenuto sostanziale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3364 del 6 giugno 1985
«Le conclusioni definitive possono essere contenute in un foglio separato dal processo verbale ed a questo allegato, né è necessario che tale foglio sia sottoscritto dal giudice o dal cancelliere, essendo sufficiente che della circostanza si dia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4866 del 1 marzo 2007
«La mancata comunicazione al procuratore costituito di una delle parti delle ordinanze pronunziate fuori udienza determina la nullità delle attività riconducibili alle udienze posteriormente celebrate, che si estende agli atti successivi del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23561 del 11 novembre 2011
«La rimessione in termini, tanto nella versione prevista dall'art. 184 bis c.p.c., quanto in quella di più ampia portata prefigurata nel novellato art. 153, secondo comma, c.p.c., presuppone la tempestività dell'iniziativa della parte che assuma di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14972 del 28 giugno 2006
«La valutazione delle prove, e con essa il controllo sulla loro attendibilità e concludenza, e la scelta, tra le varie risultanze istruttorie, di quelle ritenute idonee ad acclarare i fatti oggetto della controversia, sono rimesse al giudice del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12912 del 13 luglio 2004
«L'art. 116, primo comma, c.p.c. consacra il principio del libero convincimento del giudice, al cui prudente apprezzamento — salvo alcune specifiche ipotesi di prova legale — è pertanto rimessa la valutazione globale delle risultanze processuali,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6023 del 10 maggio 2000
«È devoluta al giudice del merito l'individuazione delle fonti del proprio convincimento e, pertanto, anche la valutazione delle prove, il controllo della loro attendibilità e concludenza, la scelta delle risultanze istruttorie ritenute idonee ad...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23670 del 11 novembre 2011
«La mancata indicazione espressa della parte nella sentenza - non prescritta a pena di nullità dall'art. 132, secondo comma, n. 2, c.p.c. - non ne determina la nullità per inidoneità al raggiungimento dello scopo ove l'atto abbia indicato un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16999 del 2 agosto 2007
«L'erronea trascrizione nella sentenza delle conclusioni delle parti, mentre costituisce, di norma, una semplice irregolarità formale irrilevante ai fini della validità della sentenza, determina un effetto invalidante della medesima allorché abbia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4015 del 27 febbraio 2004
«L'omessa trascrizione delle conclusioni delle parti e l'inadeguata esposizione dello svolgimento del processo di per sé non costituiscono motivo di nullità della sentenza, se le omissioni e le carenze espositive non hanno inciso in concreto sul...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12475 del 10 novembre 1999
«La mancata trascrizione delle conclusioni delle parti non costituisce di per sé motivo di nullità della sentenza, occorrendo a tale fine che l'omissione abbia in concreto inciso sull'attività del giudice nel senso cioè di avere determinato o la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 521 del 29 gennaio 1985
«L'esigenza d'indicare in sentenza le «conclusioni» delle parti (art. 132, n. 3, c.p.c.) deve intendersi riferita — in funzione del principio di cui all'art. 112 dello stesso codice — alle istanze ed eccezioni relative alla materia da decidere con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1771 del 3 marzo 1999
«È nulla, per carenza del requisito della motivazione (artt. 132 n. 4 e 156, comma secondo c.p.c.), la sentenza contenente l'indicazione del giudice che l'ha pronunciata, delle parti e dei loro difensori, del dispositivo, della data di...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 8702 del 10 aprile 2013
«In tema di motivazione della sentenza, l'onere del giudice quanto alle ragioni che lo inducano a disattendere, anziché accogliere, le conclusioni di una consulenza tecnica resa in altro giudizio si configura in modo analogo rispetto all'obbligo...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 7364 del 11 maggio 2012
«In tema di motivazione della sentenza, il principio secondo il quale non è carente di motivazione la sentenza che recepisce "per relationem" le conclusioni ed i passi salienti di una relazione di consulenza tecnica d'ufficio di cui dichiari di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3677 del 14 marzo 2001
«È nulla per vizio di sottoscrizione la sentenza che definisce un procedimento di primo grado dinanzi al giudice unico qualora quest'ultimo, designato con decreto presidenziale a sostituire il titolare del procedimento, abbia tenuto alcune udienze...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 26938 del 2 dicembre 2013
«La sentenza pronunciata da un giudice monocratico diverso da quello dinanzi al quale sono state precisate le conclusioni è affetta da nullità per vizio di costituzione del giudice, ai sensi dell'art. 158 cod. proc. civ., con la conseguenza che, da...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4448 del 25 febbraio 2014
«È meramente apparente la motivazione della sentenza in cui il giudice richiami le conclusioni raggiunte dal consulente tecnico d'ufficio, senza ulteriori specificazioni, non illustrando né le ragioni né l'"iter" logico seguito per pervenire,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7256 del 17 maggio 2002
«La norma di cui all'art. 157, secondo comma, c.p.c. deve essere interpretata nel senso che la parte interessata ha l'onere di eccepire la nullità di un atto del processo (nella specie, violazione dell'art. 244 c.p.c. in tema di ammissione di prove...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15707 del 12 giugno 2008
«a formulazione delle conclusioni richiesta dall'art. 167 c.p.c., pur integrando un elemento costitutivo della comparsa di risposta, non implica che il loro difetto sia di per sé causa di nullità dell'atto ove, dal tenore complessivo dello stesso,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3116 del 12 aprile 1990
«Le domande riconvenzionali — anche se tardivamente proposte (nella specie, in sede di precisazione dalle conclusioni), anziché con la comparsa di risposta, come richiede l'art. 167 c.p.c. — sono tuttavia ammissibili qualora la controparte non ne...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4805 del 14 luglio 1983
«La domanda riconvenzionale deve ritenersi implicitamente abbandonata qualora il convenuto che l'abbia formulata si limiti, in sede di precisazione delle conclusioni, a chiedere il rigetto della domanda attrice.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12832 del 3 giugno 2009
«A differenza del difetto di legittimazione passiva - rilevabile d'ufficio in ogni stato e grado del giudizio, salvo il limite del giudicato eventualmente formatosi - l'effettiva titolarità attiva del rapporto giuridico attiene al merito della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20581 del 21 ottobre 2004
«La finalità alla quale è ispirata la sequenza temporale di cui agli artt. 180, 183 e 184 c.p.c., con il connesso sistema delle preclusioni, è costituita dall'esigenza di assicurare il contraddittorio ed il diritto di difesa, restando nella...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4376 del 7 aprile 2000
«Il regime di preclusioni introdotto nel rito civile ordinario riformato deve ritenersi inteso non solo a tutela dell'interesse di parte ma anche dell'interesse pubblico al corretto e celere andamento del processo, con la conseguenza che la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3567 del 14 febbraio 2011
«L'art. 183 cod. proc. civ., nel testo di cui alla legge 26 novembre 1990, n. 353, vigente fino al 1° marzo 2006, applicabile "ratione temporis", dispone, al quarto comma, che nella prima udienza di trattazione l'attore può proporre le domande e le...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9522 del 20 aprile 2007
«Le variazioni puramente quantitative del petitum che non alterino i termini sostanziali della controversia e non introducano nuovi temi di indagine, non sono vietate, perché non comportano alcuna violazione del principio del contraddittorio, né...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8797 del 20 agosto 1993
«La domanda, formulata in corso di causa (e nell'udienza di precisazione delle conclusioni), di pagamento di una somma pari al costo necessario per riparare il danno, costituisce una mera modificazione (emendatio), e non mutamento (mutatio), della...»