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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5328 del 4 aprile 2003
«La rilevabilità del difetto di legittimazione processuale, pur rientrando tra le questioni rilevabili anche d'ufficio dal giudice, deve essere coordinata con il sistema processuale vigente, introdotto dalla novella n. 353 del 1990 con le modifiche...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7507 del 16 luglio 1999
«L'autorizzazione del legale rappresentante di un ente a stare in giudizio costituisce condizione di efficacia e presupposto necessario per la valida costituzione del rapporto processuale, con la conseguenza che la mancanza della delibera...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14260 del 19 giugno 2007
«L'autorizzazione del consiglio d'amministrazione di un ente al presidente ad agire o resistere in giudizio, che concorre ad integrare la capacità processuale dell'ente medesimo, costituendo una condizione dell'azione, può intervenire per tutto il...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 17936 del 6 settembre 2004
«L'autorizzazione a stare in giudizio è condizione di efficacia e non requisito di validità della costituzione in giudizio dell'ente pubblico, con la conseguenza che essa, sebbene intervenuta successivamente all'introduzione della causa, è idonea a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12908 del 4 settembre 2003
«A norma dell'art. 77 c.p.c., il procuratore generale e quello preposto a determinati affari non possono stare in giudizio per il preponente se tale potere non sia stato loro conferito espressamente per iscritto; deve quindi ritenersi inammissibile...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6132 del 6 marzo 2008
«La legittimazione ad agire e contraddire deve essere accertata in relazione non alla sua sussistenza effettiva ma alla sua affermazione con l'atto introduttivo del giudizio, nell'ambito d'una preliminare valutazione formale dell'ipotetica...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24457 del 18 novembre 2005
«La legitimatio ad causam attiva e passiva (che si ricollega al principio di cui all'art. 81 c.p.c., inteso a prevenire una sentenza inutiliter data), è istituto processuale riferibile al soggetto che ha il potere di esercitare l'azione in giudizio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19786 del 14 settembre 2006
«Anche nell'ipotesi di rappresentanza e difesa facoltativa degli enti pubblici da parte dell'Avvocatura dello Stato, non è necessario che, in ordine ai singoli giudizi, l'ente rilasci uno specifico mandato all'Avvocatura medesima, né che questa...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 3081 del 8 febbraio 2011
«Ai fini della competenza del tribunale a dichiarare il fallimento, a norma dell'art. 9, comma 2, legge fall. - nel testo, "ratione temporis" vigente, di cui al D.L.vo 9 gennaio 2006, n. 5, resta imprescindibile la verifica dell'effettività del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 32539 del 29 settembre 2006
«Il semplice rifiuto del minore di frequentare la scuola non costituisce motivo di esclusione dalla responsabilità in ordine al reato di cui all'art. 731 c.p., inosservanza dell'obbligo di istruzione dei minori, atteso che si configura quale giusto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5023 del 26 aprile 1988
«Non può non ammettersi che la volontà del minore, contraria a ricevere l'istruzione obbligatoria, costituisca «giusto motivo», idoneo ad escludere l'antigiuridicità dell'ipotesi contravvenzionale di cui all'art. 731 c.p. ascritta al genitore. Deve...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7129 del 21 luglio 1998
«Il provvedimento che ammette l'accertamento tecnico preventivo non è suscettibile di ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., trattandosi di provvedimento connotato dal carattere della provvisorietà e strumentalità, come risulta...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1777 del 17 maggio 1996
«In materia di esercizio di cave in zone sottoposte a vincolo ai sensi della L. 8 agosto 1985, n. 431 il fatto che la cava sia in attività da lungo tempo (nel caso di specie dal 1961) non è sufficiente ad escludere di per sè la sussistenza delle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 524 del 24 gennaio 1996
«Nell'ipotesi in cui una società di capitali sia dichiarata fallita da due diversi tribunali, è esperibile da parte del socio il ricorso per regolamento facoltativo volto a denunziare il conflitto positivo attuale di competenza, in difetto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8413 del 21 giugno 2000
«Ha natura di sentenza ed è impugnabile con il regolamento necessario di competenza ex art. 42 c.p.c. la pronuncia, anche se contenuta in un provvedimento diverso dalla sentenza, con la quale il tribunale fallimentare, a seguito dell'individuazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7011 del 14 luglio 1993
«Il coltello a serramanico può essere inteso anche in senso più lato, onnicomprensivo pure di quello a scatto, caratterizzato dalla incorporazione della lama all'interno del manico; sicché, ove manchi la speciale strutturazione dello scatto e del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24968 del 6 novembre 2013
«La previsione dell'art. 10 legge fall., per il quale una società cancellata dal registro delle imprese può essere dichiarata fallita entro l'anno dalla cancellazione, implica che il procedimento prefallimentare e le eventuali successive fasi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17205 del 11 luglio 2013
«Ai sensi dell'art. 15, comma terzo, legge fall., nel testo modificato dal d.l.vo 9 gennaio 2006, n. 5, e dal successivo decreto correttivo 2 settembre 2007, n. 169, la notificazione al debitore del ricorso e del decreto di fissazione dell'udienza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22926 del 29 ottobre 2009
«Nel procedimento per la dichiarazione di fallimento, divenuto - per effetto delle modifiche all'art. 15 della legge fall. introdotte dal D.L.vo n. 5 del 2006, nel testo "ratione temporis" applicabile - un procedimento a cognizione piena, il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6191 del 7 marzo 2008
«In tema di procedimento officioso per la dichiarazione di fallimento, allorchè il debitore sia stato già sentito dal tribunale a norma dell'art. 15 legge fall., ove alla desistenza dal ricorso dell'unico creditore ricorrente segua un'iniziativa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19214 del 4 settembre 2009
«In tema di procedimento per la dichiarazione di fallimento, non sussiste un diritto del debitore, convocato avanti al giudice, ad ottenere il differimento della trattazione per consentire il ricorso a procedure concorsuali alternative (nella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2783 del 23 marzo 1994
«Contro la sentenza dichiarativa di fallimento è proponibile il ricorso per regolamento di competenza, esperibile dai soggetti legittimati all'opposizione ex art. 18, L. fall., e cioè da chi abbia un qualunque interesse (economico o soltanto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11303 del 16 giugno 2004
«La contestuale proposizione, da parte del fallito, da un canto, dell'opposizione alla dichiarazione di fallimento ex art. 18 della legge fallimentare, dall'altro, del ricorso per regolamento di competenza deve ritenersi del tutto legittima, atteso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23506 del 19 novembre 2010
«Nei procedimenti per la dichiarazione di fallimento pendenti alla data di entrata in vigore della riforma di cui al d.l.vo n. 169 del 2007, al ricorso per cassazione avverso la sentenza della corte d'appello, depositata successivamente al 1...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22545 del 5 novembre 2010
«Nei procedimenti per la dichiarazione di fallimento pendenti alla data di entrata in vigore della riforma di cui al d.l.vo n. 169 del 2007, le disposizioni della normativa riformata trovano applicazione immediata, ai sensi dell'art. 22 del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6705 del 19 marzo 2010
«Nei procedimenti per la dichiarazione di fallimento pendenti alla data di entrata in vigore della riforma di cui al d.l.vo n. 169 del 2007, le disposizioni della normativa riformata trovano applicazione immediata, ai sensi dell'art. 22 del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23043 del 30 ottobre 2009
«Nei procedimenti per la dichiarazione di fallimento pendenti alla data di entrata in vigore della riforma di cui al D.L.vo n. 169 del 2007, le disposizioni della normativa riformata trovano applicazione immediata, ai sensi dell'art. 22 del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7471 del 20 marzo 2008
«In tema di impugnativa avverso la sentenza dichiarativa di fallimento depositata in data successiva all'entrata in vigore del D.L.vo n. 5 del 2006 (cioè dopo il 16 luglio 2006), ma su ricorso depositato anteriormente, trova applicazione la nuova...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4921 del 8 marzo 2006
«Dai principi generali dettati in tema di procura alle liti (artt. 83 e 365 c.p.c.) e dalla disciplina sostanziale di cui all'art. 1716 c.c., disciplinante l'ipotesi di pluralità di mandatari, discende che, ove il mandato alle liti venga conferito...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2572 del 22 febbraio 2012
«L'art. 92, secondo comma, c.p.c., nella parte in cui permette la compensazione delle spese di lite allorché concorrano "gravi ed eccezionali ragioni", costituisce una norma elastica, quale clausola generale che il legislatore ha previsto per...»