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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15210 del 19 luglio 2005
«La concessione del godimento di un locale adibito ad esercizio commerciale può integrare affitto di azienda, ovvero locazione di immobile munito di pertinenze, a seconda che, sulla scorta della effettiva e comune intenzione delle parti, in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13689 del 6 novembre 2001
«Trattasi di locazione ad uso commerciale e non di affitto di azienda quando il locatore cede in godimento al conduttore i locali ove esercitare l'attività commerciale e non anche i beni strumentali per detto esercizio, giacché se è vero che la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5986 del 16 giugno 1998
«Nell'affitto di azienda l'oggetto è costituito da un complesso unitario di beni organizzati per l'esercizio dell'attività imprenditoriale, cosicché l'immobile è considerato come uno dei beni aziendali, sia pure principale, in rapporto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10587 del 8 maggio 2009
«Ai fini della valutazione della possibilità di confusione tra le denominazioni di due società, alla stregua dell'art. 2564 c.c., per l'oggetto delle imprese ed il luogo in cui esse sono esercitate, non è necessario prendere in considerazione le...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3224 del 1 aprile 1994
«La tutela del marchio non registrato (cosiddetto marchio di fatto) trova fondamento nella funzione distintiva che esso assolve in concreto, per effetto della notorietà presso il pubblico, e, pertanto, presuppone la sua utilizzazione effettiva, con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9404 del 17 dicembre 1987
«La disposizione, contenuta nell'art. 15 del R.D. 21 giugno 1942, n. 929, secondo la quale la cessione del marchio già registrato non può avvenire se non in dipendenza del trasferimento dell'azienda o di un ramo particolare di questa, è rivolta ad...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6259 del 20 novembre 1982
«A norma dell'art. 2573 c.c. non occorre che la cessione del marchio sia contestuale o contemporanea al trasferimento dell'azienda, in quanto la ratio del divieto di alienazione non esige la contemporaneità dell'un trasferimento rispetto all'altro,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7159 del 6 luglio 1990
«Nel contratto di fornitura di energia elettrica da parte dell'Enel (il quale, pur vertendosi in tema di servizio pubblico essenziale reso da un ente strumentale dello Stato, ha natura privatistica), deve ritenersi consentita la previsione di un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21392 del 4 novembre 2005
«La mancanza di un rapporto di concorrenzialità tra l'autore di un determinato fatto e l'imprenditore che si assume da esso danneggiato, o anche la mancanza in capo al primo di una qualsiasi relazione con l'imprenditore concorrente tale da far...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13071 del 8 settembre 2003
«Il principio secondo il quale la concorrenza sleale deve ritenersi fattispecie tipicamente riconducibile ai soggetti del mercato in concorrenza, non configurabile, quindi, qualora non sussista il cosiddetto «rapporto di concorrenzialità», non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5375 del 11 aprile 2001
«Il principio secondo il quale la concorrenza sleale deve ritenersi fattispecie tipicamente riconducibile ai soggetti del mercato in concorrenza, non configurabile, pertanto, ove manchi tale presupposto soggettivo (il cosiddetto «rapporto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3179 del 2 aprile 1987
«Il titolare d'impianto di trasmissioni televisive via etere in ambito locale, il quale, senza autorizzazione dell'amministrazione, utilizzi di fatto e con preuso un determinato canale o banda di frequenza, è portatore, nel rapporto con altro...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18206 del 21 agosto 2006
«L'attività svolta dai Consorzi di Bonifica deve essere accertata non alla stregua di criteri generali ed astratti, ma in conformità dell'enunciazione del primo comma dell'art. 2070 c.c., posta in necessario collegamento con gli artt. 2195 e 2135...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 34622 del 16 ottobre 2002
«La fattispecie di bancarotta impropria da reato societario di cui all'art. 223 della legge fallimentare, come sostituita dall'art. 4 del D.L.vo 11 aprile 2002, n. 61, si pone in rapporto di specialità rispetto alla precedente, in quanto introduce,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21532 del 3 giugno 2002
«In tema di falso in bilancio, a seguito dell'entrata in vigore del D.L.vo 11 aprile 2002, n. 61, si è verificato un fenomeno di successione di norme nell'ambito del quale la vigente disciplina si pone in rapporto di specialità rispetto alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39896 del 4 dicembre 2006
«In tema di reati societari, l'integrazione della fattispecie delittuosa di cui all'art. 2622 c.c. (false comunicazioni sociali in danno dei soci o dei creditori) e la sua improcedibilità per remissione di querela non comporta l'inapplicabilità...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 34558 del 20 agosto 2003
«Al fine di individuare se l'attività svolta da un soggetto possa essere qualificata come pubblica, ai sensi e per gli effetti di cui agli artt. 357 e 358 c.p., è necessario verificare se essa sia o meno disciplinata da norme di diritto pubblico o...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13110 del 27 marzo 2008
«Il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione addebitabile, ai sensi del combinato disposto degli artt. 216 e 223, comma primo, l. fall., all'amministratore della società fallita, può concorrere con quello di bancarotta per infedeltà...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 29268 del 20 luglio 2007
«In tema di reati societari, non sussiste continuità normativa tra il reato di indebita concessione di prestiti e garanzie ad amministratori, direttori generali, sindaci e liquidatori di società commerciali (art. 2624 c.c.) e il reato di infedeltà...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6140 del 14 febbraio 2007
«La condotta dell'amministratore di una società a responsabilità limitata che ceda i diritti d'autore ad altra società di cui sia pure amministratore integra il delitto di bancarotta patrimoniale per distrazione (art. 223 comma primo in relazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40921 del 10 novembre 2005
«Le norme incriminatrici dell'infedeltà patrimoniale (2634 c.c.) e dell'appropriazione indebita (646 c.p.) sono in rapporto di specialità reciproca. L'infedeltà patrimoniale tipizza la necessaria relazione tra un preesistente conflitto di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 30546 del 13 luglio 2004
«Il reato di appropriazione indebita e quello di infedeltà patrimoniale, introdotto dal D.L.vo 11 aprile 2002 n. 61, modificativo dell'art. 2634 c.c., si pongono in rapporto di specialità reciproca, in quanto il citato art. 2634 configura un reato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1252 del 14 gennaio 2003
«Tra la fattispecie di reato prevista dall'art. 134 D.L.vo 1 settembre 1993, n. 385 (in tema di tutela dell'attività di vigilanza bancaria e finanziaria) e quella prevista dall'art. 2638 c.c., così come novellato dall'art. 1 D.L.vo 11 aprile 2002,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7515 del 15 dicembre 1986
«L'art. 2659, primo comma, n. 2, c.c., secondo cui nella nota di trascrizione devono essere indicati il titolo di cui si richiede la trascrizione e la data del medesimo, va interpretato in collegamento con il successivo art. 2665 il quale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8460 del 11 aprile 2006
«In tema di trascrizione, ai sensi dell'art. 2665 c.c. l'omessa indicazione dei dati catastali degli immobili non determina l'invalidità della relativa nota di trascrizione, atteso che l'eventuale carenza di detti estremi non assume rilievo se non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1942 del 23 febbraio 1998
«... Non è inficiata da alcun vizio di validità la nota che, tra l'altro, contenga una erronea indicazione della sede della persona giuridica acquirente, poiché, a mente dell'art. 2665 c.c., è da ritenersi causa di invalidità della nota de qua non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 158 del 8 gennaio 1981
«Ai fini della validità della trascrizione, non solo non possono richiedersi indicazioni diverse da quelle espressamente richieste dagli artt. 2659 e 2660 c.c., ma deve altresì ritenersi sufficiente, a norma dell'art. 2665 c.c., che le indicazioni...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2671 del 23 aprile 1980
«La convalida del sequestro conservativo immobiliare autorizzato in corso di causa presuppone il semplice controllo formale della tempestiva trascrizione del provvedimento cautelare nella conservatoria dei registri immobiliari del luogo dei beni...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5756 del 24 ottobre 1988
«L'obbligo del notaio, ai sensi dell'art. 2671 c.c., di risarcire i danni che abbia provocato al cliente con la ritardata trascrizione di un atto ricevuto e con la conseguente inopponibilità del medesimo ad un terzo, integra un'ipotesi di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3775 del 20 aprile 1996
«Ai fini della ripartizione dell'onere della prova, il convenuto, soltanto se contrapponga una difesa articolata su fatti diversi da quelli posti a base della domanda (invece di contestare genericamente l'assunto attoreo), propone una eccezione in...»