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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19750 del 17 luglio 2008
«Il cosiddetto superminimo, ossia l'eccedenza della retribuzione rispetto ai minimi tabellari, che sia stato individualmente pattuito, è normalmente soggetto al principio generale dell'assorbimento nei miglioramenti contemplati dalla disciplina...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10636 del 9 maggio 2006
«Posto che le indennità aventi natura retributiva possono anche svolgere la funzione di compensare particolari disagi o di compensare forfettariamente oneri economici, la qualificazione come retributiva di un'indennità di mensa prevista da un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11607 del 2 agosto 2002
«La corresponsione di un emolumento nel corso del rapporto di lavoro in favore della generalità dei dipendenti è sufficiente a farlo considerare come elemento della retribuzione, sia per la presunzione di onerosità che assiste tutte le prestazioni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14395 del 3 novembre 2000
«Non esistendo una generale e onnicomprensiva nozione legale di retribuzione, l'autonomia privata, individuale o collettiva, ben può escludere un determinato compenso dalla base di calcolo di istituti di retribuzione indiretta, ne tale facoltà può...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9764 del 25 luglio 2000
«Il criterio di onnicomprensività della retribuzione adottato in tema di festività infrasettimanali dall'art. 5 della legge 27 maggio 1949 n. 260, modificato dall'art. 1 della legge 31 marzo 1954 n. 90, si riferisce al compenso stabilito per il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13389 del 1 dicembre 1999
«I compensi per lavoro straordinario, anche se erogati in misura fissa e continuativa, non entrano - in difetto di una contraria volontà delle parti rigorosamente provata ed accertata dal giudice di merito - a far parte della retribuzione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11137 del 5 novembre 1998
«L'inesistenza di un principio di onnicomprensività della retribuzione comporta che un certo emolumento non possa, in mancanza di una previsione esplicita di legge o di contratto collettivo, essere incluso nella base di calcolo di altri istituti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4524 del 8 luglio 1988
«La legittimità o meno di un accordo aziendale in tema di cottimo e di determinazione delle relative tariffe deve essere dal giudice del merito verificata mediante una compiuta analisi dell'accordo stesso in relazione ai parametri normativi...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 25033 del 24 novembre 2006
«Ai fini della verifica del legittimo esercizio dello ius variandi da parte del datore di lavoro, deve essere valutata, dal giudice di merito - con giudizio di fatto incensurabile in cassazione ove adeguatamente motivato - la omogeneità tra le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6763 del 10 maggio 2002
«L'esercizio dello ius variandi rientra nella discrezionalità del datore di lavoro, che non è di per sé sottratta — in linea generale — all'osservanza dei doveri di correttezza e buona fede e, per il caso di violazione, al rimedio del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6043 del 15 marzo 2007
«La contrattazione collettiva, muovendosi nell'ambito, e nel rispetto, della prescrizione posta dal primo comma dell'art. 2103 c.c. — che fa divieto di un'indiscriminata fungibilità di mansioni che esprimano in concreto una diversa professionalità,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3451 del 15 febbraio 2010
«Il sistema normativo del lavoro pubblico dirigenziale negli enti locali (trasfuso da ultimo nell'art. 109 del d.l.vo n. 267 del 2000), nell'escludere la configurabilità di un diritto soggettivo a conservare in ogni caso determinate tipologie di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24738 del 7 ottobre 2008
«In materia di pubblico impiego privatizzato, la sottoutilizzazione professionale di un dirigente a seguito di trasferimento ad un organismo amministrativo di nuova formazione (nella specie, ali Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17564 del 2 agosto 2006
«Il lavoratore — cui l'art. 2103 c.c. (nel testo sostituito dall'art. 13 della legge 20 maggio 1970, n. 300), con norma applicabile anche ai dirigenti, riconosce esplicitamente il diritto a svolgere le mansioni per le quali è stato assunto ovvero...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15517 del 7 dicembre 2000
«La garanzia della irriducibilità della retribuzione, prevista dall'art. 2103 c.c., riguarda le indennità corrisposte in considerazione delle qualità professionali intrinseche alle mansioni del lavoratore — le quali non possono essere soppresse dal...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5237 del 4 marzo 2011
«In caso di accertato demansionamento professionale, la risarcibilità del danno all'immagine derivato al lavoratore a cagione del comportamento del datore di lavoro presuppone che la lesione dell'interesse sia grave, nel senso che l'offesa superi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12852 del 26 maggio 2010
«Ai fini del riconoscimento del diritto alla qualifica superiore ai sensi dell'art. 2103 c.c., qualora la qualificazione del livello sia connessa alla classificazione in ambito aziendale dell'importanza dell'ufficio (nella specie, agenzia postale)...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5618 del 15 marzo 2006
«In relazione alla disciplina dell'art. 2103 c.c. ed ai fini della cosiddetta promozione automatica prevista da tale norma, sono equiparabili l'ipotesi in cui muti il contenuto materiale delle mansioni, a seguito dell'adibizione del lavoratore a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17158 del 13 novembre 2003
«La mancanza del titolo di studio o altro requisito analogo previsto per l'attribuzione di una qualifica superiore non esclude l'acquisibilità della medesima, ai sensi dell'art. 2103, primo comma, c.c., nel caso di effettivo esercizio delle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 28276 del 26 novembre 2008
«In tema di reggenza, allorché il dirigente dell'ufficio sia provvisoriamente sostituito da personale in possesso, a sua volta, di qualifica dirigenziale, non sorge il diritto alla tutela prevista dall'art. 2103 cod. civ. - espressamente esclusa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7126 del 23 marzo 2007
«In materia di sostituzione di lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto con altro lavoratore di qualifica inferiore l'art. 2103 c.c. non prescrive che perché sia escluso il diritto del sostituto alla definitiva assegnazione alle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2642 del 11 febbraio 2004
«Ai fini dell'insorgenza del diritto all'assegnazione definitiva alle mansioni superiori ai sensi dell'art. 2103 c.c., il periodo di espletamento delle suddette mansioni può anche essere non continuo, bensì costituito dalla somma di distinti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14875 del 6 luglio 2011
«Il trasferimento del lavoratore ad una sede di lavoro diversa da quella dove prestava precedentemente servizio, ove non si ricolleghi all'esercizio, atipico, della potestà disciplinare del datore di lavoro ma a ragioni tecniche ed organizzative,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6462 del 17 marzo 2009
«Il trasferimento del lavoratore ad altra sede o reparto ha natura ontologicamente disciplinare ove sia ricollegabile ad una mancanza del lavoratore e non sia conseguente all'esercizio del potere organizzatorio e gestionale del datore di lavoro....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24658 del 6 ottobre 2008
«In caso di trasferimento del lavoratore da una unità produttiva all'altra, si realizza un mutamento definitivo e non temporaneo del luogo di lavoro, in ciò differenziandosi dall'istituto della trasferta, che resta caratterizzato dalla temporaneità...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16801 del 27 novembre 2002
«In tema di trasferimento del dipendente, le disposizioni collettive possono integrare la disciplina dell'art. 2103 c.c. (avente riguardo soltanto
anno ragioni tecniche, organizzative e produttive) attribuendo rilievo anche alle esigenze di ordine...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15889 del 14 agosto 2004
«L'istituto della trasferta presuppone che lo spostamento del lavoratore sia determinato da fatti occasionali e contingenti, implicanti di volta in volta singole decisioni del datore di lavoro, mentre la prolungata permanenza in varie sedi di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1761 del 7 febbraio 2001
«Nel caso di distacco di lavoratori subordinati attuato mediante sospensione del precedente rapporto di lavoro e costituzione di un nuovo rapporto, ancorché temporaneo, in capo all'impresa distaccataria, quest'ultima è tenuta, in corrispettivo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3822 del 16 febbraio 2011
«In tema di licenziamento per violazione dell'obbligo di fedeltà, il principio secondo cui il carattere extralavorativo di un comportamento non ne preclude la sanzionabilità in sede disciplinare, quando la natura della prestazione dovuta dal...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14176 del 18 giugno 2009
«L'obbligo di fedeltà a carico del lavoratore subordinato ha un contenuto più ampio di quello risultante dall'art. 2105 c.c., dovendo integrarsi con gli arti. 1175 e 1375 c.c., che impongono correttezza e buona fede anche nei comportamenti...»