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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10553 del 7 maggio 2013
«Il rifiuto di adempimento della prestazione da parte del lavoratore, può ritenersi conforme a buona fede - in applicazione del principio "inademplenti non est adimplendum" ex art. 1460, secondo comma, cod. civ. - e trovare giustificazione nella...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4732 del 23 marzo 2012
«Costituisce capo autonomo della sentenza, come tale suscettibile di formare oggetto di giudicato anche interno, quello che risolve una questione controversa, avente una propria individualità ed autonomia, sì da integrare astrattamente una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26317 del 6 luglio 2007
«In sede di riesame è possibile confermare una misura cautelare per esigenze cautelari diverse da quelle poste a base della sua applicazione, in quanto l'art. 309, comma nono, c.p.p. consente al tribunale di annullare o riformare in senso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 51 del 4 marzo 2000
«In sede di riesame è possibile confermare una misura cautelare per esigenze diverse da quelle poste a base della sua applicazione, in quanto le esigenze cautelari rappresentano un tutto unico che rientra nella previsione dell'art. 309, nono comma,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2056 del 12 luglio 1999
«In sede di riesame è possibile confermare una misura cautelare per esigenze diverse da quelle poste alla base della sua applicazione, in quanto le esigenze cautelari rappresentano un tutto unico che rientra nella previsione dell'art. 309, comma 9...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 506 del 4 maggio 1999
«Per i provvedimenti in materia cautelare, diversi da quelli genetici e soggetti, come tali ad appello ex articolo 310 c.p.p., la preclusione del c.d. giudicato cautelare vale, relativamente alle censure che ne potevano formare oggetto, anche in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1732 del 11 agosto 1993
«Il tribunale che giudica in sede di appello proposto contro ordinanza in materia di misure cautelari personali ha cognizione limitata ai punti della decisione ai quali si riferiscono i motivi proposti. Peraltro, come qualsiasi giudice di appello,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2623 del 31 gennaio 1994
«In tema di riesame di misure cautelari, deve essere disatteso l'assunto secondo cui la collocazione sistematica dell'art. 324 c.p.p. nel capo terzo del libro quarto del codice di procedura penale, riguardante le impugnazioni, dovrebbe comportare...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2159 del 7 settembre 1993
«L'ordinanza che dispone il sequestro preventivo non deve essere motivata sulla sussistenza degli indizi di colpevolezza, non essendo i detti indizi richiesti fra i presupposti applicativi; e ciò in quanto è sufficiente per l'adozione della detta...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1725 del 22 aprile 1994
«Gli atti di individuazione fotografica effettuati dalla polizia giudiziaria su delega del P.M. non sono compresi tra gli atti del P.M. ai quali il difensore e l'indagato abbiano diritto di assistere. La mancata partecipazione del difensore e della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5265 del 6 maggio 1998
«La testimonianza indiretta può avere ad oggetto anche una avvenuta individuazione fotografica: quest'ultima, invero, costituisce pur sempre una dichiarazione resa da un teste per l'identificazione di persone e cose, sicché i risultati della stessa...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 215 del 15 marzo 1993
«La persona che rende dichiarazioni al giudice o al pubblico ministero ha l'obbligo di rispondere secondo verità alle domande che gli sono rivolte, ai sensi degli artt. 198, primo comma e 362 c.p.p. e di quest'obbligo dev'essere avvertita sia...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3324 del 7 aprile 1993
«L'art. 386 c.p.p. fa obbligo agli ufficiali e agli agenti di polizia giudiziaria che hanno eseguito l'arresto o il fermo di avvertire l'arrestato o il fermato della facoltà di nominare un difensore di fiducia e di informare immediatamente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 736 del 22 marzo 1999
«In tema di inutilizzabilità degli atti conseguenti ad indagini espletate prima che sia intervenuta la formale autorizzazione del Gip alla riapertura delle indagini, deve essere precisato che tale sanzione non colpisce quegli atti che, sia pure...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26750 del 19 giugno 2003
«In costanza di rituale opposizione alla richiesta di archiviazione, formulata dal P.M., è obbligo del giudice decidente effettuare una corretta ed esaustiva valutazione d'insieme dei dati emergenti dagli atti ed a sua disposizione, ivi compresi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10795 del 22 settembre 1999
«Ai fini dell'individuazione dell'ambito di cognizione attribuito al giudice di secondo grado dall'art. 597, primo comma, c.p.p., per punto della decisione deve ritenersi quella statuizione della sentenza che può essere considerata in modo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19678 del 28 aprile 2003
«La richiesta di procedimento di cui agli artt. 9, terzo comma, c.p. e 342 c.p.p. - al pari del rifiuto di dar corso ad una rogatoria dall'estero o per l'estero e del decreto di estradizione - seppure connotata da una larga discrezionalità, riveste...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1851 del 21 gennaio 2011
«La facoltà di riproporre, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, la richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionato, già rigettata presuppone necessariamente che essa non sia mutata nel contenuto, restando...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7506 del 2 luglio 1994
«L'ordine di demolizione dei manufatti abusivi deve essere emanato dal giudice penale, anche a seguito di sentenza emessa ai sensi dell'art. 444 c.p.p. per illeciti edilizi ancorché la demolizione non costituisca oggetto di accordo delle parti;...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4086 del 19 aprile 1996
«Il giudice è tenuto a disporre con la sentenza di applicazione della pena la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida, a nulla rilevando che di questa non sia stata fatta menzione nella richiesta di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10048 del 8 novembre 1993
«Ai fini della prevenzione degli infortuni sul lavoro sono da rispettare non soltanto le norme specifiche contenute nelle speciali leggi antinfortunistiche ma anche quelle che, se pure stabilite da leggi generali, sono ugualmente dirette a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 29115 del 19 luglio 2007
«Nel caso di innesto di riti alternativi nel giudizio immediato, il Gup può rigettare la richiesta senza fissare l'udienza prevista dall'art. 458, comma 2, c.p.p. ogni qual volta la ritenga infondata, in quanto non risulta in alcun modo lesa la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1582 del 11 febbraio 1998
«Il sopralluogo, specie se eseguito a distanza di tempo dai fatti, differisce radicalmente dall'esperimento giudiziario. Mentre infatti il secondo costituisce un mezzo di prova, il sopralluogo tardivo altro non è che una modalità di interpretazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1303 del 11 febbraio 1993
«Il regime della non utilizzabilità in dibattimento delle dichiarazioni rese spontaneamente dall'indagato, senza l'assistenza del difensore, alla polizia giudiziaria evidenzia la specifica finalità di tutela del diritto di difesa dell'indagato...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 11021 del 22 ottobre 1998
«Poiché la contestazione del reato permanente, per l'intrinseca natura del fatto che enuncia, contiene già l'elemento del perdurare della condotta antigiuridica, qualora il pubblico ministero si sia limitato ad indicare esclusivamente la data...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 21383 del 25 maggio 2001
«Nel caso in cui il giudice riporti nella motivazione della propria decisione la massima della Corte di cassazione relativa al precedente giurisprudenziale, con enunciazione del principio giuridico formulato e con la esposizione delle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5070 del 7 maggio 1991
«Il principio secondo cui è il dispositivo l'atto nel quale viene estrinsecata la volontà del giudice in ordine all'applicazione della legge al caso concreto, sicché esso non può subire modifiche, integrazioni o sostituzioni con la motivazione, non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8868 del 8 agosto 2000
«Allorché le sentenze di primo e secondo grado concordino nell'analisi e nella valutazione degli elementi di prova posti a fondamento delle rispettive decisioni, la struttura motivazionale della sentenza di appello si salda con quella precedente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5398 del 12 aprile 1990
«L'impugnazione contro le ordinanze emesse nel corso degli atti preliminari al dibattimento può essere proposta, a pena di inammissibilità, soltanto con l'impugnazione contro le sentenze; ciò la conseguenza che le ordinanze dibattimentali — salve...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16965 del 10 aprile 2003
«In tema di concordato in appello, allorché le parti abbiano, ex art. 599, comma 4, c.p.p., patteggiato sulla determinazione dell'entità della pena, previa rinuncia a tutti gli altri motivi di appello, il giudice dell'appello non ha alcun obbligo...»