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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9116 del 16 luglio 1999
«In materia di reati fiscali assume efficacia interruttiva della prescrizione dei reati, ex art. 160 c.p., qualunque attività nel corso della quale gli uffici finanziari o la guardia di finanza prendono formalmente cognizione del reato,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13278 del 17 dicembre 1998
«Non può dolersi dell'impossibilità di addivenire ad oblazione, in caso di derubricazione in reato oblabile di una contestazione in origine preclusiva di detta causa estintiva, l'imputato che non abbia tempestivamente invocato la più favorevole...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 442 del 19 gennaio 1994
«L'oblazione non può essere applicata ad un reato in corso di consumazione al momento della contestazione, in quanto non si può dichiarare estinto un reato permanente che continua e ciò non solo per ragioni soggettive, ma per una intrinseca...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42578 del 6 novembre 2009
«Ai fini della sussistenza del delitto di cui all'art. 485 c.p., nella nozione di scrittura privata devono essere ricompresi non solo quegli atti che contengono dichiarazioni o manifestazioni di volontà idonee a costituire ovvero modificare diritti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5335 del 28 maggio 1996
«...derivare all'imputato uno svantaggio giuridicamente apprezzabile. Invero essendo la recidiva una circostanza aggravante del reato, essa non può produrre l'effetto dell'inasprimento della pena se non quando risulti contestato il correlativo tipo.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38625 del 3 novembre 2010
«La recidiva non è configurabile nel caso in cui il delitto, per il quale sia già intervenuta sentenza di condanna, rappresenti elemento costitutivo del reato successivamente contestato. (In applicazione di tale principio la Corte ha ritenuto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 27846 del 3 agosto 2006
«In tema di misure alternative alla detenzione, la previsione di cui all'art. 47-ter, comma primo bis, L. n. 354 del 1975, come sostituita dall'art. 7, comma quarto, L. n. 251 del 2005 — che preclude la detenzione domiciliare ai condannati cui sia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3791 del 31 marzo 1994
«Tale modifica, infatti, non comporta una trasformazione essenziale del fatto addebitato, né può provocare menomazione del diritto di difesa, poiché l'accusa di partecipazione materiale al reato necessariamente implica, a differenza di quanto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43006 del 28 novembre 2005
«La prescrizione del reato continuato inizia a decorrere dalla consumazione dell'ultimo dei reati uniti dal vincolo della continuazione, fermo restando il tempo di prescrizione proprio di ciascun reato, anche nell'ipotesi in cui il vincolo della...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 21454 del 21 giugno 2006
«In tema di oblazione, i precedenti penali — indipendentemente dalla circostanza che essi siano ostativi o meno all'ammissione all'oblazione (art. 162 bis, comma terzo, c.p.) — possono essere considerati ai fini della gravità del reato, anche in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 739 del 21 gennaio 1998
«Ed invero il discrimine tra una condotta lecita ed una illecita, ai fini della configurabilità del reato in esame, è il superamento di tale limite, in riferimento al disposto dell'art. 844 c.c.: superamento che sarebbe penalmente rilevante anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14811 del 10 aprile 2015
«Ai fini della configurabilità del reato di rifiuto di fornire le proprie generalità, il presupposto dell'"esercizio delle funzioni", nel cui contesto deve essere formulata la richiesta di dare le indicazioni, non può ritenersi sussistente solo...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 32787 del 27 luglio 2015
«In tema di sospensione con messa alla prova, ai fini dell'individuazione dei reati per i quali essa è ammessa ai sensi degli artt. 168 bis e seguenti cod. pen., occorre avere riguardo esclusivamente alla pena massima prevista per la fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8647 del 24 settembre 1996
«Il reato di peculato, di cui all'art. 314 c.p., sussiste anche se il pubblico ufficiale non abbia la materiale consegna del bene e la sua diretta disponibilità, essendo in ogni caso sufficiente la disponibilità giuridica. (Nella fattispecie si...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10140 del 10 marzo 2015
«Il principio di correlazione tra contestazione e sentenza è funzionale alla salvaguardia del diritto di difesa dell'imputato; ne consegue che la violazione di tale principio è ravvisabile quando il fatto ritenuto nella decisione si trova, rispetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11752 del 16 novembre 2000
«Il coadiutore tecnico-contabile del curatore del fallimento, autorizzato a prestare la propria attività professionale, in rappresentanza della curatela, presso l'Ufficio IVA in ordine ad una vertenza tributaria, svolge una qualificata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15928 del 5 aprile 2013
«In tema di calunnia, non esorbita dai limiti del diritto di difesa l'imputato che attribuisce un determinato fatto di reato ad altra persona, che pure sa innocente, soltanto per negare la propria responsabilità e ciò faccia nell'immediatezza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23176 del 17 maggio 2004
«In caso di concorso di reati, la dichiarazione di estinzione di uno di essi per prescrizione non preclude al giudice la possibilità di esaminare i fatti ritenuti costitutivi del reato prescritto ai fini della dichiarazione di responsabilità per...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 29 del 3 gennaio 2005
«In tema di circostanze aggravanti comuni, ai fini della contestazione dell'ipotesi di cui all'art. 61, n. 7 c.p. (l'avere cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità) non è sufficiente la mera indicazione nel capo d'imputazione (nella...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 20039 del 20 maggio 2011
«La circostanza aggravante dell'essere il fatto commesso con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio è configurabile nel caso di reato ascrivibile a un dipendente dell'amministrazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 24011 del 23 giugno 2010
«Ai fini della configurabilità della circostanza aggravante di cui all'art. 61, n. 11- bis, c.p. (ossia, " l'avere il colpevole commesso il fatto mentre si trova illegalmente sul territorio nazionale"), introdotta dall'art. 1, comma primo, lett....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2218 del 29 luglio 1997
«Nell'affermare tale principio la Corte ha ritenuto utilizzabili le intercettazioni disposte per un reato contro la personalità dello Stato (nel caso di specie quelle sulla strage di piazza Fontana) nei confronti di un soggetto non indagato né per...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2100 del 21 gennaio 1997
«Il delitto di concorso nel reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e quello di favoreggiamento aggravato dal fine di agevolare l'attività dell'associazione stessa, ai sensi dell'art. 7 del D.L. 13 maggio 1991, n. 152, convertito con...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44606 del 6 dicembre 2005
«Il problema della configurabilità della continuazione tra reato associativo e reati-fine non va impostato in termini di compatibilità strutturale, in quanto nulla si oppone a che, sin dall'inizio, nel programma criminoso dell'associazione, si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1799 del 27 maggio 1986
«Un tale effetto può essere riconosciuto solo alla sentenza di primo grado, posto che la cristallizzazione dell'imputazione nel decreto di citazione a giudizio e la possibilità della contestazione suppletiva al dibattimento con la precisazione sino...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7655 del 14 giugno 1999
«Pertanto, l'attestazione, contraria al vero, che tale risultato è conseguito sulla base di elementi rispondenti a protocollo o a prassi consolidata, ed in quanto tali adeguati all'applicazione del parametro, integra gli estremi del reato di falso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10524 del 7 settembre 1999
«Le false dichiarazioni rese da un privato nella domanda di condono non integrano il reato di cui all'art. 483 c.p. (falsità ideologica del privato in atto pubblico) atteso che la concessione edilizia in sanatoria, al pari della concessione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1577 del 11 febbraio 1998
«L'azione di un dipendente che strappi e disperda una lettera di contestazione di addebiti disciplinari, precedentemente sottoscritta per ricevuta, e della quale ottenga la disponibilità precaria con una scusa, integra il reato di falso per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12753 del 3 dicembre 1998
«L'esibizione di una paletta della Polizia di Stato da parte di un soggetto estraneo a tale amministrazione allo scopo di evitare la contestazione di sosta del proprio veicolo in zona vietata, integra il reato di cui all'art. 494 c.p. e non quello...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10938 del 16 marzo 2011
«In tema di false attestazioni di generalità, una volta che l'indicazione di generalità false risulti accertata quanto meno per taluna delle occasioni oggetto di contestazione, l'incertezza sul "tempus commissi delicti" rileva solo ai fini della...»