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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3349 del 5 aprile 1996
«L'ipotesi prevista dal comma 2 dell'art. 116 c.p. non è applicabile all'omicidio preterintenzionale, in quanto trattasi di una forma attenuata di concorso configurabile solo nell'ipotesi in cui il concorrente che si vuole anomalo abbia voluto un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6329 del 28 novembre 1996
«In caso di pluralità di delitti tentati, tutti volti alla produzione del medesimo evento, la configurabilità del vincolo della continuazione non è, in linea di principio, esclusa, dovendosi però verificare, al fine della sua riconoscibilità in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1908 del 27 febbraio 1997
«La situazione di necessità prevista dall'art. 384 c.p. — che in tema di reati contro l'amministrazione della giustizia sancisce la non possibilità di chi ha commesso il fatto costretto dalla necessità di salvare sè o un prossimo congiunto da un...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11847 del 16 novembre 1998
«A differenza dell'art. 323 previgente che configurava l'abuso di ufficio come reato a consumazione anticipata, incentrato sul dolo specifico, sulla finalità di procurare a sè o ad altri un ingiusto vantaggio, o di arrecare ad altri un danno...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1192 del 29 gennaio 1998
«In tema di abuso di ufficio, a seguito della nuova fattispecie di cui all'art. 323 c.p. introdotta con la legge 16 luglio 1997, n. 234, trova applicazione l'art. 2, comma terzo, c.p., secondo cui il giudice, nella valutazione comparativa della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5966 del 20 maggio 1998
«In tema di abuso di ufficio, poiché, secondo la nuova formulazione recata dalla legge n. 234 del 1997, tale reato è strutturato come fattispecie di evento, essendo necessario che la condotta dell'agente, concretantesi in violazione di legge o di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6561 del 4 giugno 1998
«La nuova formulazione dell'art. 323 c.p., introdotta con la L. 17 luglio 1997, n. 234, ha meglio definito la condotta tipica del pubblico ufficiale, sostituendo la generica formula «abusa del suo ufficio» con la descrizione di un comportamento non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9728 del 11 settembre 1998
«Nell'ipotesi prevista dall'art. 659, comma secondo, c.p. (esercizio di una attività rumorosa contro le disposizioni di legge) l'evento perturbante è presunto juris et de jure, sulla base del solo esercizio irregolare della professione o del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1687 del 11 febbraio 1999
«In tema di abuso di ufficio (art. 323 c.p.) l'evento deve essere ingiusto in sé, e non come riflesso della violazione di norme o dell'omessa astensione da parte del pubblico ufficiale. Tale ingiustizia intrinseca va ravvisata quando la persona...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2133 del 4 giugno 1999
«Il reato di cui all'art. 323 c.p., così come modificato dalla legge 16 luglio 1997 n. 234, è un reato di evento, che consiste nel vantaggio del pubblico ufficiale o di altri oppure nel danno ingiusto arrecato ad altri. Ciò significa che l'abuso è...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2877 del 3 marzo 1999
«Chi si sia impossessato, mediante furto, di una carta di credito o analogo documento, non può rispondere, per il solo fatto dell'acquisito possesso, anche del reato di cui all'art. 12 del D.L. 3 maggio 1991, n. 143, conv. con modif. in legge 5...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2925 del 20 maggio 1999
«L'inosservanza del termine di cinque giorni previsto dall'art. 309, comma quinto, c.p.p., e decorrente dal giorno di presentazione dell'istanza di riesame al tribunale, comporta la perdita di efficacia dell'ordinanza che dispone la misura...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5755 del 7 maggio 1999
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 650 c.p. è necessario che: a) l'inosservanza riguardi un ordine specifico impartito ad un soggetto determinato, in occasione di eventi o circostanze tali da far ritenere necessario che...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1126 del 1 febbraio 2000
«In tema di responsabilità per colpa professionale del medico, nella ricerca del nesso di causalità tra la condotta dell'imputato e l'evento, al criterio della certezza degli effetti della condotta, si può sostituire quello della probabilità di...»
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Cassazione penale, Sez. II, ordinanza n. 1217 del 4 luglio 2000
«Le cause di estinzione del reato che possono essere dichiarate in sede esecutiva sono esclusivamente quelle che operano successivamente al passaggio in giudicato della condanna, sicché dal novero di esse va esclusa la prescrizione del reato i cui...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2480 del 27 giugno 2000
«In tema di violenza privata, l'elemento oggettivo del reato di cui all'art. 610 c.p. è costituito da una violenza o da una minaccia che abbiano l'effetto di costringere taluno a fare, tollerare od omettere una determinata cosa. L'azione o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8745 del 2 agosto 2000
«In tema di abuso d'ufficio, nella formulazione dell'art. 323 c.p. introdotta dall'art. 1 della legge 16 luglio 1997, n. 234, il legislatore, con l'utilizzazione dell'avverbio «intenzionalmente», ha voluto escludere la rilevanza penale non solo di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11638 del 23 marzo 2001
«In tema di sequestro di persona, la norma incriminatrice sanziona qualsiasi condotta che produca l'effetto di escludere o limitare la libertà di movimento della persona offesa, anche se tale evento costrittivo sia solo indirettamente voluto. Ne...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 18130 del 4 maggio 2001
«In tema di rinvio in prosecuzione del processo ad altra udienza, l'omesso formale avviso all'imputato contumace della celebrazione della successiva udienza in altro edificio non è equiparabile all'omessa citazione e non integra nullità assoluta ed...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8164 del 27 febbraio 2001
«L'istituto della continuazione non è applicabile tra reati dolosi e reati colposi, in quanto l'unicità del disegno criminoso attiene ad un momento psicologico (dolo) che non può sussistere nei reati colposi nei quali l'evento non è voluto.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23248 del 17 maggio 2003
«Il delitto di corruzione è reato di evento, caratterizzato dalla particolarità di perfezionarsi, alternativamente, con l'accettazione della promessa ovvero con il ricevimento dell'utilità da parte del pubblico ufficiale; quando entrambi questi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33068 del 5 agosto 2003
«In tema di abuso di ufficio, nella formulazione dell'art. 323 c.p.p. introdotta dalla legge 16 luglio 1997, n. 234, l'uso dell'avverbio «intenzionalmente» per qualificare il dolo ha voluto limitare il sindacato del giudice penale a quelle condotte...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3381 del 23 gennaio 2003
«L'art. 323 c.p. delinea un reato di evento e non dà rilievo alla mera esposizione a pericolo dell'interesse garantito, sicché deve escludersi la configurazione del reato allorché non vi sia la prova che sia stato raggiunto un risultato contra ius...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 62 del 8 gennaio 2003
«Ai fini dell'integrazione del reato di abuso d'ufficio (art. 323 c.p.) è necessario che sussista la c.d. doppia ingiustizia, nel senso che ingiusta deve essere la condotta, in quanto connotata da violazione di legge, ed ingiusto deve essere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21091 del 5 maggio 2004
«Ai fini della sussistenza dell'elemento soggettivo nel delitto di abuso di ufficio di cui all'art. 323 c.p., non è sufficiente nè il dolo eventuale — e cioè l'accettazione del rischio del verificarsi dell'evento nè quello diretto — e cioè la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 26848 del 15 giugno 2004
«In tema di violazione dei sigilli, il soggetto nominato custode giudiziario è obbligato ad esercitare sulla cosa sottoposta a sequestro una custodia continua ed attenta e nel caso di mancato impedimento dell'evento può essere giustificato solo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4945 del 6 febbraio 2004
«In tema di abuso di ufficio, realizza l'evento del danno ingiusto ogni comportamento che determini un'aggressione ingiusta alla sfera della personalità, per come tutelata dai principi costituzionali. (Fattispecie in cui il pubblico ufficiale aveva...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 729 del 15 gennaio 2004
«In tema di reato di abuso d'ufficio, l'attuale configurazione del delitto di abuso d'ufficio (art. 323 c.p.) come reato di danno richiede che venga procurato a sè o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecato un danno ingiusto,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 15989 del 28 aprile 2005
«È configurabile il delitto tentato e non quello consumato di violenza privata (artt. 56 e 610 c.p.) allorché, pur sussistendo l'idoneità dell'azione a limitare la libertà del soggetto passivo, quest'ultimo non adotti la condotta che la violenza e...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16693 del 4 maggio 2005
«L'unicità del disegno criminoso non è ravvisabile con riferimento a reati colposi nei quali l'imputato non abbia agito nonostante la previsione dell'evento: ne consegue che non è configurabile l'ipotesi della continuazione tra il delitto di...»