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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4008 del 3 aprile 2000
«Nelle cause in materia civile in cui è parte la pubblica amministrazione il giudice di pace incontra i limiti posti al giudice ordinario dall'articolo 4 della legge sul contenzioso amministrativo (R.D. 20 marzo 1865, n. 2248 all. E); tra questi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5131 del 19 aprile 2000
«Il potere decisionale equitativo del giudice di pace - esprimente un'equità formativa (o sostitutiva) della norma da applicare e non correttiva (o integrativa) di una norma giuridica preventivamente individuata - attiene al solo piano delle regole...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8717 del 7 maggio 2004
«Nel giudizio innanzi al giudice di pace la indisponibilità del diritto in questione preclude la pronuncia secondo equità, dovendo la disposizione dell'art. 113, secondo comma, c.p.c. essere letta in correlazione con quella dell'art. 114 del codice...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11701 del 6 giugno 2005
«Nel caso in cui siano proposte al giudice di pace domanda principale di valore non eccedente i limiti (millecento euro) previsti per la decisione secondo equità e domanda riconvenzionale, connessa con quella principale a norma dell'art. 36 c.p.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26528 del 12 dicembre 2006
«Per le sentenze dei giudici di pace in controversie di valore non superiore ai millecento euro, la decisione della causa è solo secondo equità, essendo questo l'unico metro di giudizio adottabile dal giudice; ne consegue che le regole di equità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10238 del 18 aprile 2008
«Nel caso in cui dinanzi al giudice di pace, in una controversia soggetta a regola di decisione secondo equità, venga proposta una domanda riconvenzionale soggetta a regola di decisione secondo diritto e connessa alla domanda principale, il fatto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19291 del 14 settembre 2007
«Allorquando si sia verificato un cumulo di domande avanti al giudice di pace e tra le cause cumulate vi sia una connessione che impone o, comunque, consente l'accertamento comune e la conseguente decisione su uno stesso fatto per tutte le cause...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 25943 del 11 dicembre 2007
«Il potere del giudice di merito di valutare il danno in via equitativa, ai sensi dell'art. 1226 c.c., non è riconducibile nell'ambito della decisione della causa secondo equità, prevista dall'art. 114 c.p.c., che importa, appunto, la decisione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3070 del 18 maggio 1982
«Nel mandato speciale conferito al difensore per la transazione della lite non può ritenersi compresa anche la facoltà di richiedere la decisione secondo equità, ai sensi dell'art. 114 c.p.c., poiché mentre la transazione definisce la lite con un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3001 del 13 novembre 1973
«Intrinsecamente contraddittoria la sentenza la quale, dopo avere ricordato la richiesta delle parti diretta ad ottenere una pronuncia secondo equità, procede alla ricerca di una soluzione transattiva nella quale si realizzi l'accordo delle parti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 801 del 29 gennaio 1983
«In sede di interrogatorio non formale ex art. 117 c.p.c., la parte può, ma non deve farsi assistere dal proprio difensore, configurandosi al riguardo una mera facoltà della parte stessa.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 22205 del 3 giugno 2008
«L'inevitabilità dell'errore sulla legge penale non si configura quando l'agente svolge una attività in uno specifico settore rispetto alla quale ha il dovere di informarsi con diligenza sulla normativa esistente. (In applicazione di questo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3959 del 5 aprile 1994
«L'ignoranza inevitabile della legge penale è configurabile solo se emerga che nessun rimprovero, neppure di leggerezza, possa essere mosso all'imputato per avere egli fatto tutto il possibile per uniformarsi alla legge. (Fattispecie relativa ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31123 del 23 luglio 2003
«In tema di estradizione per l'estero, la nozione di reato politico a fini estradizionali trova fondamento non nell'art. 8 c.p., nel quale il reato politico è definito in funzione repressiva, bensì nelle norme costituzionali, che lo assumono in una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21251 del 14 maggio 2003
«In tema di estradizione per l'estero, la condizione di reciprocità, prevista dall'art. 7 della Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, nel caso in cui il reato motivante la domanda d'estradizione sia stato commesso fuori del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12953 del 17 marzo 2004
«Poiché nell'ordinamento italiano non vige il principio del ne bis in idem internazionale, la sentenza penale emessa in un Paese extra-europeo nei confronti di un cittadino italiano non impedisce la rinnovazione del giudizio in Italia per lo stesso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3957 del 26 luglio 1995
«Il condono previsto dal D.P.R. 16 dicembre 1986 n. 865 è applicabile anche alla pena accessoria della pubblicazione della condanna, prevista dall'art. 36 c.p. Quando tuttavia il giudice abbia negato la concessione del beneficio ritenendo che la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 37992 del 1 ottobre 2012
«In tema di omicidio colposo, allorquando l'obbligo di impedire l'evento ricada su più persone che debbano intervenire o intervengano in tempi diversi, il nesso di causalità tra la condotta omissiva o commissiva del titolare di una posizione di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 25233 del 12 luglio 2005
«In tema di responsabilità professionale del sanitario, in linea con quanto puntualizzato dalle Sezioni unite (sentenza 10 luglio 2002, Franzese), nella ricostruzione del nesso eziologico tra la condotta omissiva del sanitario e l'evento lesivo non...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1585 del 16 gennaio 2002
«Ai fini dell'affermazione della penale responsabilità dell'imputato, il fatto a questi addebitato dev'essere ricostruito dal giudice in termini di assoluta certezza, intendendosi, tuttavia, per tale, anche una probabilità vicina alla certezza,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46710 del 22 novembre 2013
«In tema di disciplina penale dei prodotti alimentari, la delega di funzioni può operare quale limite della responsabilità penale del legale rappresentante della impresa solo laddove le dimensioni aziendali siano tali da giustificare la necessità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9386 del 9 marzo 2005
«È configurabile il delitto di omicidio colposo nella condotta del figlio, anche temporaneamente convivente con il padre, che per negligenza ometta di adottare tempestivamente ogni adeguata iniziativa volta ad assicurare la necessaria assistenza...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7483 del 24 giugno 2000
«In tema di responsabilità dei medici ospedalieri ai sensi dell'art. 7 del D.P.R. 27 marzo 1969, n.128, il primario può, in relazione ai periodi di legittima assenza dal servizio, imporre all'aiuto l'obbligo di informarlo ed ha diritto di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36595 del 22 settembre 2009
«In tema di reati fallimentari e societari, ai fini della affermazione della responsabilità penale degli amministratori senza delega e dei sindaci è necessaria la prova che gli stessi siano stati debitamente informati oppure che vi sia stata la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 580 del 18 aprile 1996
«Adempie all'obbligo della motivazione il giudice che, applicando l'art. 444 c.p.p., si limita a rilevare che non deve essere pronunciata sentenza di proscioglimento ai sensi dell'art. 129 c.p.p.; questo basta a dimostrare che «non è mancata»...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 4460 del 19 aprile 1994
«Ai fini dell'applicazione del disposto dell'art. 545 c.p.p. del 1930, concernente l'annullamento parziale della impugnata sentenza da parte della Cassazione, per «parti non annullate della sentenza» devono intendersi quelle in ordine alle quali si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2937 del 18 giugno 1997
«L'eventuale scioglimento del cumulo delle pene in esecuzione, se ed in quanto finalizzato a distinguere — ammesso che ciò sia possibile — la parte di pena riferibile a reati ostativi all'applicazione di benefici penitenziari, ai sensi dell'art. 4...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 967 del 27 gennaio 1998
«Gli stati emotivi o passionali, per loro stessa natura, sono tali da incidere, in modo più o meno massiccio, sulla lucidità mentale del soggetto agente senza che ciò, tuttavia, per espressa disposizione di legge, possa escludere o diminuire...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 10 del 24 novembre 1987
«Il giudice chiamato a pronunciarsi sull'applicabilità dell'indulto non può sospendere la decisione in attesa che l'autorità giudiziaria competente si pronunci su una dichiarazione di abitualità nel delitto ai sensi dell'art. 102 c.p. che...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 881 del 10 maggio 1967
«Ai fini della dichiarazione di professionalità nel reato non è sufficiente la contestazione della recidiva sia pure nella forma più grave, perché, a norma dell'art. 105 c.p., essa deve fondarsi sulla valutazione di una serie di altre circostanze...»