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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 48525 del 18 dicembre 2003
«Il delitto di calunnia si configura come reato di pericolo e, quindi, è sufficiente ad integrare l'elemento oggettivo una falsa accusa che, essendo astrattamente configurabile come notitia criminis in quanto a prima vista non manifestamente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 809 del 21 gennaio 1999
«In tema di questioni preliminari, le espressioni “subito dopo compiuto per la prima volta l'accertamento della costituzione delle parti” e “sono decise immediatamente” di cui all'art. 491 c.p.p. hanno il significato di imporre alle parti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3746 del 7 gennaio 1999
«Non è abnorme la sentenza che dichiari l'incompetenza territoriale del giudice per essere stata adottata la decisione oltre il termine di cui all'art. 491 c.p.p. dopo che la relativa eccezione sia stata già sollevata e disattesa dal collegio in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2027 del 17 gennaio 2003
«Il decreto di citazione - emesso dopo l'entrata in vigore della legge n. 479 del 1999 e contenente l'indicazione del termine di 15 giorni dalla notificazione per la richiesta di ammissione ai riti alternativi anziché quello previsto dal nuovo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28607 del 13 luglio 2001
«In tema di risoluzione delle questioni preliminari, l'ordinanza con la quale il giudice abbia omesso di provvedere su alcune delle eccezioni sollevate dalle parti in ordine alla formazione del fascicolo del dibattimento non è atto abnorme (e,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7153 del 22 luglio 1993
«La norma dell'art. 491, quinto comma, c.p.p., la quale prescrive che sulle questioni preliminari il giudice decide con ordinanza, non è sanzionata da nullità, cosicché ove il giudice del dibattimento decida la questione preliminare insieme al...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 43837 del 25 novembre 2008
«Il divieto di porre domande suggestive di cui all'art. 499 c.p.p. non si applica alle dichiarazioni rese dalla persona offesa al P.M. durante le indagini preliminari in quanto la norma riguarda il dibattimento e non le indagini preliminari.»
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Corte costituzionale, ordinanza n. 473 del 22 novembre 2002
«Sono manifestamente infondate la q.l.c. dell'art. 500, comma 2, c.p.p., in riferimento agli artt. 2, 3, 24, comma 1, 25, comma 2, e 101, comma 2, Cost., nella parte in cui non prevede che le dichiarazioni lette al dibattimento al teste per le...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 166 del 25 febbraio 1995
«A norma dell'art. 350, comma settimo, c.p.p., le dichiarazioni spontanee rese alla polizia giudiziaria da persona indagata, senza assistenza del difensore, possono essere utilizzate nel dibattimento ai sensi dell'art. 503, comma terzo, c.p.p.; le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1303 del 11 febbraio 1993
«Il regime della non utilizzabilità in dibattimento delle dichiarazioni rese spontaneamente dall'indagato, senza l'assistenza del difensore, alla polizia giudiziaria evidenzia la specifica finalità di tutela del diritto di difesa dell'indagato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9822 del 13 ottobre 1992
«Invero, le prove utilizzabili ai fini della deliberazione sono quelle acquisite nel dibattimento ai sensi dell'art. 526 c.p.p. e sono tali non solo quelle formate in dibattimento, ma anche quelle formate nella fase delle indagini preliminari e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8542 del 17 settembre 1993
«In conseguenza delle modifiche apportate all'art. 500 c.p.p. con la L. 7 agosto 1992, n. 359 in tema di esame testimoniale, debbono ritenersi acquisibili, anche in grado di appello, le dichiarazioni rese dai testi nella fase delle indagini...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7937 del 18 luglio 1995
«Qualora le trascrizioni relative ad intercettazioni telefoniche siano state ritualmente acquisite nel corso del dibattimento e prima dell'inizio della discussione, l'interruzione di quest'ultima operata al fine di acquisire - su istanza del P.M....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21088 del 5 maggio 2004
«Ai fini della legittimità della lettura e acquisizione al fascicolo del dibattimento delle sommarie dichiarazioni rese alla polizia giudiziaria nel corso delle indagini preliminari da persone che non siano poi comparse al dibattimento in quanto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3315 del 31 gennaio 2011
«Nel dibattimento possono essere acquisite mediante la lettura e legittimamente utilizzate ai fini di prova, ricorrendo un'ipotesi di sopravvenuta impossibilità di ripetizione dell'atto, le dichiarazioni rese nel corso delle indagini preliminari da...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 33785 del 3 settembre 2007
«La deposizione di un ufficiale di polizia giudiziaria sul contenuto di dichiarazioni di testimoni, avvenuta prima dell'entrata in vigore della legge n. 63 del 2001, è legittimamente acquisita al fascicolo del dibattimento ed è pienamente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7231 del 17 giugno 1998
«In tema di lettura di atti, l'art. 512 si riferisce genericamente alla sopravvenuta impossibilità, per fatti e circostanze imprevedibili, della ripetizione degli atti assunti nel corso delle indagini preliminari. La sopravvenuta impossibilità di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5495 del 31 maggio 1996
«La sopravvenuta impossibilità di rintracciare il testimone la quale, ove ricollegabile a fatti o circostanze imprevedibili, consente di dare lettura nel dibattimento delle dichiarazioni da questi rese alla polizia giudiziaria, al pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8004 del 18 luglio 1995
«Sono utilizzabili le dichiarazioni rese nella fase delle indagini preliminari da soggetti poi divenuti irreperibili al dibattimento e, quindi, non escussi in giudizio, in quanto, a norma dell'art. 512 c.p.p., sono acquisibili mediante lettura gli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10955 del 29 novembre 1993
«Poiché la lettura degli atti in dibattimento costituisce una deroga al principio generale della formazione della prova in dibattimento, gli artt. 511, 512 e 513 non sono suscettibili di applicazione analogica. Ne consegue che la lettura degli atti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25898 del 8 luglio 2002
«In tema di «giusto processo», la disciplina transitoria dettata dall'art. 1, comma 2, del decreto legge 7 gennaio 2000 n. 2, convertito dalla legge 25 febbraio 2000 n. 35, e dall'art. 26, comma 4, della legge 1 marzo 2001 n. 63, secondo cui le...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16859 del 9 aprile 2004
«Nel giudizio di appello, le dichiarazioni rese, in fase di indagini preliminari, da coimputati o imputati di reato connesso ed inserite nel fascicolo del dibattimento nel giudizio di primo grado (celebratosi, come nel caso di specie, anteriormente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6585 del 2 giugno 2000
«Nel giudizio di appello, la richiesta di rinnovazione del dibattimento ai sensi dell'art. 6, comma terzo, della L. 7 agosto 1997, n. 267, per l'esame delle persone indicate nell'art. 513 c.p.p. che abbiano reso dichiarazioni al pubblico ministero,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 13090 del 14 dicembre 1998
«Nel giudizio di legittimità non è più consentito di richiedere il recupero dell'oralità e del contraddittorio sulle dichiarazioni accusatorie rilasciate nel corso delle indagini preliminari o nell'udienza preliminare, di cui sia stata data lettura...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 4265 del 7 aprile 1998
«In tema di istruzione dibattimentale, le disposizioni di cui all'art. 6, L. 7 agosto 1997, n. 267, che contengono la disciplina transitoria della nuova normativa posta dall'art. 513, c.p.p., in ordine alla lettura delle dichiarazioni rese...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2127 del 16 gennaio 1995
«Al fascicolo d'ufficio del dibattimento non possono essere allegate dichiarazioni raccolte dal P.M. nel corso delle indagini preliminari se non utilizzate per le contestazioni e ciò anche a seguito delle modifiche normative apportate all'art. 500...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10820 del 20 marzo 2012
«È ammissibile la richiesta di applicazione della pena, proposta a seguito di modifica dell'imputazione, ex art. 516 cod. proc. pen. - nella specie da tentata estorsione aggravata in esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 24537 del 28 maggio 2004
«In tema di contestazione dibattimentale di reato concorrente o circostanze aggravanti, benchè l'art. 517 c.p.p. preveda testualmente che l'uno e le altre devono emergere nel corso della istruttoria innanzi al giudice del dibattimento, non è...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 44709 del 18 novembre 2004
«La contestazione suppletiva prevista dall'art. 517 c.p.p., effettuabile tanto prima quanto nel corso della istruzione dibattimentale, può avere ad oggetto anche fatti già acquisiti dal pubblico ministero nel corso delle indagini preliminari, fermo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1431 del 15 gennaio 2002
«La contestazione in dibattimento di un reato connesso a norma dell'art. 12, comma 1, lett. b), c.p.p., o di una circostanza aggravante di cui non vi sia menzione nel decreto che dispone il giudizio, è ammessa solo quando si fondi su elementi...»