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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5153 del 2 febbraio 2018
«In tema di procedimento di esecuzione, nel caso in cui la sentenza di appello, confermativa della decisione di primo grado, sia stata annullata senza rinvio dalla Corte di cassazione in relazione ad un solo capo, il giudice dell'esecuzione, in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5146 del 2 febbraio 2018
«Il giudice dell'esecuzione competente, nel caso di annullamento con rinvio disposto dalla Corte di cassazione solo nei confronti di alcuni coimputati, si individua, anche per i coimputati per i quali la sentenza di appello sia divenuta definitiva,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16960 del 16 aprile 2018
«In tema di procedimento di esecuzione, ai fini della determinazione del giudice competente in rapporto al titolo di condanna divenuto definitivo per ultimo, deve aversi riguardo esclusivamente al momento in cui la domanda dell'interessato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9547 del 2 marzo 2018
«In caso di esecuzione di una pluralità di provvedimenti emessi da giudici diversi, la competenza appartiene al giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo, anche quando questo è costituito da una sentenza di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6980 del 13 febbraio 2018
«In tema di casellario giudiziale e dei carichi pendenti, spetta al giudice dell'esecuzione e non al giudice di cui all'art. 40, comma 1, del d.P.R. 14 novembre 2002, n. 313, la competenza a decidere sulla domanda di cancellazione di un titolo di...»
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Cassazione civile, Sez. VI, ordinanza n. 1631 del 28 gennaio 2016
«Il giudice competente per l'apertura della tutela di chi si trovi in stato di interdizione legale per essere stato definitivamente condannato alla pena dell'ergastolo, va individuato in quello del luogo in cui, alla data dell'apertura, coincidente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 127 del 8 gennaio 2016
«L'esercizio del potere discrezionale di liquidare il danno in via equitativa, conferito al giudice dagli artt. 1226 e 2056 c.c., presuppone che sia provata l'esistenza di danni risarcibili e che risulti obiettivamente impossibile o particolarmente...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 5090 del 21 febbraio 2019
«L'esercizio, in concreto, del potere discrezionale conferito al giudice di liquidare il danno in via equitativa non è suscettibile di sindacato in sede di legittimità quando la motivazione della decisione dia adeguatamente conto dell'uso di tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2129 del 27 maggio 1975
«Il generale divieto di divulgazione del ritratto di una persona, senza il suo consenso, può essere derogato solo quando la notorietà della persona effigiata spieghi o giustifichi un effettivo pubblico interesse ad una maggiore conoscenza di quella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 694 del 22 gennaio 2000
«Il potere del giudice di determinare discrezionalmente il compenso del professionista, incontra il duplice limite della richiesta obbligatoria del parere non vincolante dell'associazione professionale cui il professionista appartiene e della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12681 del 29 agosto 2003
«Ai fini della liquidazione in via equitativa del compenso dovuto ad un professionista ex artt. 1709 e 2225, il giudice di merito deve far riferimento ai criteri della natura, quantità, qualità dell'attività svolta, nonché al risultato utile...»
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Cassazione civile, Sez. I, ordinanza n. 11080 del 11 giugno 2004
«In tema di compensi spettanti ai prestatori d'opera intellettuale, il mancato esercizio del potere-dovere del giudice di determinare il compenso ai sensi dell'art. 2233 c.c. non può essere censurato, ove al tempo stesso non venga dedotto di aver...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 21934 del 21 ottobre 2011
«Ai sensi dell'art. 2233 c.c., la determinazione del compenso per le prestazioni professionali va effettuata, in assenza di disciplina convenzionale, alla stregua delle norme di natura regolamentare trasfuse nella tariffa approvata nelle forme di...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 29837 del 29 dicembre 2011
«I criteri di determinazione del compenso spettante ai prestatori d'opera intellettuale sono dettati dall'art. 2233 c.c. secondo una scala preferenziale che indica al primo posto l'accordo delle parti, in subordine le tariffe professionali ovvero...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 30590 del 30 dicembre 2011
«I criteri di determinazione del compenso spettante ai prestatori d'opera intellettuale sono dettati dall'art. 2233 c.c. secondo una scala preferenziale che indica al primo posto l'accordo delle parti, in subordine le tariffe professionali ovvero...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11232 del 10 maggio 2013
«In materia di liquidazione degli oneri degli avvocati, nel vigore della disciplina dettata dal d.l. 4 luglio 2006, n. 223 (convertito dalla legge 4 agosto 2006, n. 248) e prima della abrogazione delle tariffe professionali ad opera del d.l. 24...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6199 del 22 giugno 1998
«Attesa l'applicabilità al rapporto di lavoro domestico della tutela della maternità prevista dall'art. 2110 c.c., anche per tale rapporto di lavoro, in occasione della maternità, deve ritenersi sussistente il divieto di licenziamento per un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17095 del 8 agosto 2011
«In tema di mansioni del lavoratore, le limitazioni dello "ius variandi" introdotte dall'art. 2103 c.c., nel testo di cui all'art. 13 della legge n. 300 del 1970, sono dirette ad incidere su quei provvedimenti unilaterali del datore di lavoro o su...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 26150 del 6 dicembre 2011
«Al divieto di patti contrari all'adibizione del lavoratore a mansioni di livello inferiore a quelle svolte, previsto dall'art. 2103, secondo comma, c.c., si sottrae il c.d. riclassamento, in quanto esso implica un riassetto delle qualifiche e dei...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17624 del 5 agosto 2014
«Il divieto per il datore di lavoro di variazione in "pejus" ex art. 2103 cod. civ., opera anche quando al lavoratore, nella formale equivalenza delle precedenti e nuove mansioni, siano assegnate di fatto mansioni sostanzialmente inferiori, dovendo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13188 del 25 ottobre 2001
«La sottrazione di documenti aziendali costituisce per il lavoratore violazione dei doveri di lealtà e correttezza imposti dall'articolo 2105 c.c., senza che rilevi in contrario l'intento dello stesso lavoratore di fare della documentazione un uso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1947 del 23 novembre 1998
«Con riguardo alla malattia del lavoratore subordinato insorta durante il periodo di godimento delle ferie, il principio dell'effetto sospensivo di detto periodo, enunciato dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 616 del 1987 e chiarito dalla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9521 del 19 maggio 2004
«Il lavoratore turnista che presti la propria opera per sette o più giorni consecutivi, pur godendo complessivamente di riposi in ragione di uno per settimana, ha diritto, oltre che ad un compenso per la penosità del lavoro domenicale, ad un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21626 del 20 settembre 2013
«Il lavoro prestato nella giornata di domenica, anche nell'ipotesi di differimento del riposo settimanale in un giorno diverso, deve essere in ogni caso compensato con un "quid pluris" che, ove non previsto dalla contrattazione collettiva, può...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24899 del 25 novembre 2011
«In tema di licenziamento per superamento del periodo di comporto per malattia del lavoratore, fermo restando il potere datoriale di recedere non appena terminato il periodo suddetto, e quindi anche prima del rientro del prestatore, nondimeno il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19400 del 15 settembre 2014
«Nel licenziamento per superamento del periodo di comporto il requisito della tempestività non può risolversi in un dato cronologico fisso e predeterminato, ma costituisce oggetto di una valutazione di congruità, non sindacabile in cassazione ove...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7120 del 16 maggio 2002
«In tema di trasferimento d'azienda, l'art. 47, comma quinto, della legge n. 428 del 1990 che l'art. 2 del D.L.vo n. 18 del 2001 ha lasciato inalterato e che la Corte di giustizia, nella sentenza 7 dicembre 1995, in causa C472/1993, ha ritenuto in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16283 del 19 agosto 2004
«In forza dell'ultimo comma dell'art. 2113 c.c., che richiama gli artt. 410 e 411 c.p.c., il negozio transattivo stipulato in sede conciliativa, giudiziale o stragiudiziale, è assoggettato ad un regime giuridico derogatorio della regola generale –...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9116 del 6 maggio 2015
«Nel contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, il recesso senza preavviso di ciascun contraente forma oggetto di un diritto potestativo, il cui legittimo esercizio è esclusivamente condizionato all'esistenza di una giusta causa, senza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13353 del 17 giugno 2011
«In materia di licenziamenti disciplinari, deve escludersi che, ove un determinato comportamento del lavoratore, invocato dal datore di lavoro come giusta causa di licenziamento, sia contemplato dal contratto collettivo come integrante una...»