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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10042 del 29 aprile 2006
«Nel giudizio avente ad oggetto l'accertamento della responsabilità del danno da fatto illecito imputabile a più persone, il giudice del merito adito dal danneggiato può e deve pronunciarsi sulla graduazione delle colpe solo se uno dei condebitori...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8052 del 22 maggio 2003
«Nel caso di successione a titolo particolare nel diritto sostanziale controverso, il processo prosegue tra le parti originarie, e il successore a titolo particolare può intervenire nel processo per tutelare le sue ragioni in considerazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20684 del 25 settembre 2009
«Ai fini del risarcimento del danno non patrimoniale, ai sensi dell'art. 2059 c.c., l'inesistenza di una pronuncia del giudice penale, nei termini in cui ha efficacia di giudicato nel processo civile in virtù degli artt. 651 e 652 c.p.p.,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 28423 del 28 novembre 2008
«Il danno non patrimoniale derivante dalla perdita di un prossimo congiunto non si identifica con la sofferenza psichica transeunte, ma comprende tutti i pregiudizi non patrimoniali derivati dal fatto illecito. Ne consegue che la liquidazione di un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25010 del 10 ottobre 2008
«Poiché l'ambiente naturale costituisce un bene pubblico di rango costituzionale, la lesione di esso fa sorgere in capo alle pubbliche amministrazioni preposte alla sua tutela il diritto al risarcimento del danno non patrimoniale derivatone. Tale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3357 del 11 febbraio 2009
«Il vizio di omessa pronuncia che determina la nullità della sentenza per violazione dell'art. 112 c.p.c., rilevante ai fini di cui all'art. 360, n. 4 dello stesso codice, si configura esclusivamente con riferimento a domande, eccezioni o assunti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 28407 del 28 novembre 2008
«Nella liquidazione del danno morale provocato dalla morte di un prossimo congiunto il giudice di merito deve procedere con valutazione equitativa, tenendo conto delle perdite affettive e della compromissione dell'integrità familiare. Alla luce di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 28276 del 26 novembre 2008
«In tema di reggenza, allorché il dirigente dell'ufficio sia provvisoriamente sostituito da personale in possesso, a sua volta, di qualifica dirigenziale, non sorge il diritto alla tutela prevista dall'art. 2103 cod. civ. - espressamente esclusa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12518 del 21 settembre 2000
«La regola della normale coincidenza del riposo settimanale con la domenica e della sua decorrenza da una mezzanotte all'altra può subire deroghe in considerazione delle particolari esigenze di determinate attività produttive, purché non sia...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3345 del 21 marzo 2000
«La mera accettazione del trattamento di fine rapporto ancorché non accompagnata da alcuna riserva non può essere interpretata, per assoluto difetto di concludenza, come tacita dichiarazione di rinuncia ai diritti derivanti dall'illegittimità del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7459 del 21 maggio 2002
«Ove il lavoratore abbia dato comunicazione dell'omissione contributiva del datore di lavoro al competente ente previdenziale e quest'ultimo non abbia provveduto a conseguire i contributi omessi, lo stesso ente, in quanto obbligato, nell'ambito del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 26990 del 7 dicembre 2005
«L'omissione della contribuzione produce un pregiudizio patrimoniale a carico del prestatore di lavoro, distinguendosi due tipi di danno: l'uno, dato dalla perdita, totale o parziale, della prestazione previdenziale pensionistica, che si verifica...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10945 del 2 novembre 1998
«Nel caso di omissione contributiva sussiste l'interesse del lavoratore ad agire per il risarcimento del danno ( ex art. 2116 c.c.) ancor prima del verificarsi degli eventi condizionanti l'erogazione delle prestazioni previdenziali, avvalendosi, a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6092 del 29 maggio 1991
«Ai fini del risarcimento del danno da omissione contributiva ex art. 2116 c.c. l'inerzia dell'assicurato che non abbia provveduto per lungo tempo a chiedere all'istituto previdenziale il controllo sulla propria posizione assicurativa non può...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12484 del 4 dicembre 1995
«Con riguardo all'obbligo di valutazione delle proporzionalità — rispetto alla gravità della mancanza del lavoratore — della sanzione del licenziamento, la negazione, da parte del giudice del merito, dello stato di necessità (reale o putativo)...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13622 del 24 giugno 2005
«La comunicazione di malattia al datore di lavoro prescritta dall'art. 2 del D.L. n. 563 del 1979, convertito in legge n. 33 del 1980, rileva sulla possibilità di prosecuzione del rapporto nella misura in cui la sua omissione impedisca al datore di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1035 del 2 febbraio 1991
«In ipotesi di assenza di lavoro per malattia, l'inosservanza, da parte del lavoratore, della disciplina dettata dall'art. 2 del D.L. 30 dicembre 1979 n. 663 (cony., con modifiche, dalla L. n. 33 del 1980), in tema d'invio della documentazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9290 del 13 luglio 2000
«Le annotazioni e le dichiarazioni contenute nel libretto di lavoro (istituito con finalità meramente burocratiche dalla legge 10 gennaio 1935 n. 112), aventi natura di scrittura privata e consistenti in dichiarazioni unilaterali del datore di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5945 del 10 maggio 2000
«La controeccezione (nella specie, di interruzione della prescrizione) è assimilabile ad una eccezione in senso stretto e va pertanto proposta nel rispetto dei prescritti termini processuali; tuttavia la disciplina codicistica non prevede anche un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6194 del 16 marzo 2011
«La violazione amministrativa consistente nell'omessa indicazione negli atti e nella corrispondenza delle società di capitali, dell'ammontare del capitale sociale effettivamente versato, prevista dagli artt. 2250, secondo comma, e 2627 (nel testo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1274 del 7 febbraio 1991
«Il principio stabilito dall'art. 2271 c.c. che esclude la compensazione fra il debito che un terzo ha verso la società ed il credito che egli ha verso un socio, trova applicazione pure con riguardo all'impresa familiare coltivatrice, di cui...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1781 del 9 maggio 1977
«L'opposizione del socio di una società di persone, avverso la delibera di esclusione (art. 2287 c.c.), va proposta nei confronti della società, in persona del legale rappresentante, ovvero, in via equipollente, nei confronti di tutti gli altri...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12094 del 27 settembre 2001
«La configurabilità del controllo esterno di una società su di un'altra (quale disciplinata dal primo comma, n. 3, dell'art. 2359 c.c. nella formulazione risultante a seguito della modifica apportata dal D.L.vo n. 127 del 1991 e consistente nella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11643 del 13 maggio 2010
«L'art. 2392 c.c. (nell'originaria formulazione) impone a tutti gli amministratori un generale dovere di vigilanza sul complessivo andamento della gestione, che non viene meno - come si evince dall'espressione "in ogni caso" di cui al secondo comma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3110 del 24 marzo 1998
«In materia societaria, alla violazione dell'obbligo di vigilanza gravante sull'organo amministrativo dell'ente, giusto disposto dell'art. 2392 c.c., consegue la responsabilità solidale di tutti i componenti del consiglio di amministrazione e,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2624 del 8 marzo 2000
«La responsabilità concorrente dei sindaci di una società per azioni per i comportamenti illegittimi degli amministratori ex art. 2407, secondo comma, c.c., è modellata su quella degli amministratori medesimi. Pertanto, essi possono essere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23599 del 3 novembre 2006
«In tema di aumento del capitale sociale nelle società a responsabilità limitata (nella disciplina anteriore alle innovazioni introdotte dal D.L.vo 17 gennaio 2003, n. 6), nonostante il silenzio dell'art. 2495 c.c. in ordine al termine minimo da...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21067 del 5 maggio 2004
«Sussiste successione di leggi meramente modificativa, ex art. 2, comma terzo, c.p., tra la fattispecie di cui all'art. 134 D.L.vo n. 385 del 1993 e quella contenuta nell'art. 2638 c.c., introdotta dal D.L.vo n. 61 del 2002, in quanto la nuova...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7515 del 15 dicembre 1986
«L'art. 2659, primo comma, n. 2, c.c., secondo cui nella nota di trascrizione devono essere indicati il titolo di cui si richiede la trascrizione e la data del medesimo, va interpretato in collegamento con il successivo art. 2665 il quale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1942 del 23 febbraio 1998
«... Non è inficiata da alcun vizio di validità la nota che, tra l'altro, contenga una erronea indicazione della sede della persona giuridica acquirente, poiché, a mente dell'art. 2665 c.c., è da ritenersi causa di invalidità della nota de qua non...»