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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36412 del 9 ottobre 2001
«In tema di opposizione alla richiesta di archiviazione, disciplinata in modo unitario dal combinato disposto degli articoli 410, comma 3, e 409, commi 2-5 del codice di rito, la disciplina applicabile - qualora la richiesta di archiviazione sia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13682 del 28 dicembre 1998
«Atteso il disposto di cui all'art. 162 c.p.p., secondo cui la dichiarazione e l'elezione di domicilio, come pure ogni loro successivo mutamento, debbono essere comunicati dall'imputato all'autorità procedente «con dichiarazione raccolta a verbale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 910 del 5 febbraio 1997
«Ed invero, la Corte costituzionale, con la sentenza n. 211 del 13 maggio 1991, nel riconoscere la legittimità della normativa che prevede tale forma di notifica, ha affermato che il giudice in detta ipotesi — anche in relazione a particolari...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1079 del 1 febbraio 1995
«Eventuali irregolarità nella conduzione dell'interrogatorio dell'imputato devono essere immediatamente eccepite, al fine di fare valere nullità a norma dell'art. 182, comma secondo, c.p.p. (Nella fattispecie, è stato dedotto nel ricorso per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12081 del 23 novembre 2000
«Il prossimo congiunto dell'imputato ha sempre la possibilità di avvalersi della facoltà di non deporre prevista dall'art. 199 c.p.p., nulla rilevando che in precedenza egli vi abbia rinunciato. Detta possibilità sussiste quindi anche nel caso in...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 17 del 21 settembre 2000
«Il vizio di motivazione di un'ordinanza dibattimentale diversa da quella dichiarativa della contumacia non può mai tradursi in una ragione di nullità del giudizio, specie quando il giudice abbia ribadito la decisione dibattimentale con la sentenza...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7931 del 1 marzo 2011
«In tema di misure cautelari, qualora il pubblico ministero, nelle more della decisione su una impugnazione incidentale "de libertate", intenda utilizzare, nei confronti dello stesso indagato e per lo stesso fatto, elementi probatori "nuovi" può...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 760 del 22 aprile 1995
«Nell'ipotesi in cui gli effetti di un provvedimento, emesso in vigenza di diversa regolamentazione, siano tutt'ora pendenti al sopravvenire di una diversa normativa processuale, la situazione deve trovare regolamentazione nella nuova normativa...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2442 del 24 novembre 1995
«La modifica del comma 3 dell'art. 275 c.p.p., ad opera dell'art. 4, L. 8 agosto 1995, n. 332, che ha eliminato la presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari per alcuni reati, non comporta alcuna conseguenza in ordine alla decisione del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4385 del 26 settembre 1995
«Poiché il comma 2 bis dell'art. 275 c.p.p. nella sua nuova formulazione, a seguito della L. 8 agosto 1995, n. 332, sancisce che la misura della custodia cautelare non può essere disposta ove con la sentenza possa essere concessa la sospensione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2136 del 11 giugno 1999
«Tale precisazione va tuttavia intesa nel senso che la retrodatazione della misura cautelare opera soltanto con riferimento ad episodi (desumibili dagli atti) che avrebbero giustificato l'adozione del provvedimento di rigore prima del rinvio a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3311 del 13 dicembre 1991
«In presenza della perdita di efficacia di una misura cautelare per effetto di un fenomeno estintivo della privazione della libertà, quale la revoca di cui all'art. 299, comma primo, c.p.p. (che implica una nuova valutazione delle condizioni di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 921 del 28 marzo 1996
«Conseguentemente, il termine di novanta giorni, previsto come limite di operatività della proroga dal comma 2 ter è condizionato alla sussistenza dei due presupposti specificati nel comma precedente, ossia che non si proceda per i reati previsti...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 28110 del 16 luglio 2007
«Ai fini del ripristino della misura coercitiva della custodia cautelare divenuta inefficace per omesso interrogatorio nei termini di legge, l'art. 302 c.p.p. esige unicamente che il titolo originario caducato non sia più operante al momento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3245 del 1 febbraio 2000
«Il principio di cui all'art. 302 c.p.p., secondo cui la custodia cautelare perde immediatamente efficacia se il giudice non procede all'interrogatorio entro il termine previsto dall'art. 294 c.p.p., e secondo cui non è consentito disporre...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3719 del 12 settembre 1994
«Ai fini del ripristino della custodia cautelare, l'art. 302 c.p.p. non esige che l'interrogatorio avvenga a piede libero, ma che il titolo caducato non sia più operante, neppure di fatto, al momento dell'interrogatorio stesso e che il giudice,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4517 del 23 novembre 1995
«La disposizione di cui all'art. 303, comma 2, c.p.p. è operante in ogni caso di translatio judicii da un giudice all'altro, sicché il termine massimo della custodia cautelare comincia nuovamente a decorrere ogni volta che il processo sia...»
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Cassazione civile, Sez. I, ordinanza n. 4946 del 27 febbraio 2013
«...sebbene in linea di principio retroattiva, è pur sempre regolata dalla legge ed operante nei soli limiti da essa sanciti, tanto rivelandosi affatto coerente con le esigenze di certezza e stabilità sottese alla disciplina delle società commerciali.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6459 del 17 febbraio 2012
«Il giudice della misura cautelare, nell'emettere una nuova misura per gli stessi fatti che fondavano la misura precedente, deve indicare specificamente i nuovi elementi indizianti, mentre quello del riesame deve motivatamente spiegare perché non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3910 del 29 settembre 1999
«In tema di misure cautelari personali, nel caso in cui l'indagato, internato o detenuto fuori dalla circoscrizione del giudice, abbia fatto richiesta di esser sentito, si verifica sospensione dei termini previsti dal comma decimo dell'art. 309...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3391 del 26 giugno 1996
«...ad operare il principio di devoluzione, con la conseguenza che il suddetto fattore deve essere preso in esame dal giudice d'appello non in ogni caso ma solo se ad esso si è fatto espresso riferimento nei motivi posti a sostegno del gravame.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6808 del 8 marzo 1999
«In tema di perizia assunta con incidente probatorio, non è prevista alcuna nullità per il caso di diniego di fissazione di una nuova udienza da parte del Gip per l'esame orale del perito. Ed invero, l'assunzione anticipata dalla perizia in sede...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3658 del 15 dicembre 1998
«Il principio che si desume dall'art. 546 c.p.p. secondo cui, in caso di difformità, il dispositivo prevale sulla motivazione opera soltanto per la sentenza e non trova applicazione nei confronti dell'ordinanza e del decreto, non essendo prevista...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 41281 del 18 dicembre 2006
«Il potere del giudice di disporre d'ufficio l'assunzione di nuovi mezzi di prova, ai sensi dell'articolo 507 c.p.p., può essere esercitato pur quando non vi sia stata precedente acquisizione di prove, e anche con riferimento a prove che le parti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12306 del 12 dicembre 1995
«Non osta alla configurabilità della aggravante della premeditazione il fatto di avere il soggetto agente condizionato l'attuazione del proposito criminoso al mancato verificarsi di un evento ad opera della vittima, quando la condizione risolutiva...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1585 del 22 febbraio 1993
«...quello impartito dalla P.A. (art. 15 L. 29 giugno 1939, n. 1497), la quale, nella sede paesistica ha facoltà o di imporre soltanto la demolizione (e quindi nessun'altra opera alternativa) ovvero di chiedere il semplice pagamento di una indennità.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 29389 del 20 luglio 2007
«...le risultanze della attività del c.t. sono documentate nell'elaborato — nella specie già acquisito unitamente all'audizione del c.t. di parte — nel quale si concreta, in forma scritta, l'opera di assistenza tecnica svolta a favore della parte.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1759 del 12 febbraio 1999
«L'ordinanza del giudice che interrompa la discussione ex art. 507 e 523, comma 6, c.p.p. e disponga l'acquisizione dei verbali di constatazione del reato (nella specie utilizzazione di fatture emesse per operazioni inesistenti) al fine di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7937 del 18 luglio 1995
«In tema di delitto tentato la desistenza volontaria ha natura di esimente; pertanto la riconducibilità alla volontà dell'agente e non a fattori esterni del mancato compimento dell'azione o del mancato avverarsi dell'evento, qualora non risulti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9003 del 3 ottobre 1997
«La disciplina transitoria prevista dall'art. 6 di detta legge deve, invero, ritenersi limitata ai soli giudizi di merito, in quanto, non essendo la Corte di cassazione giudice del fatto, non esistono strutturalmente e funzionalmente spazi per...»