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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 304 del 14 gennaio 1998
«L'accettazione del licenziamento da parte del lavoratore, ossia la manifestazione di volontà di quest'ultimo di non contestare l'avvenuto esercizio della facoltà di recesso del datore di lavoro non rientra nella previsione dell'art. 2113 c.c., non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6723 del 19 luglio 1994
«L'accettazione, da parte del lavoratore, del provvedimento datoriale di sospensione del lavoro, quale alternativa al licenziamento, per temporanea mancanza o insufficienza di commesse, comporta la perdita del diritto alla retribuzione, attesi il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1194 del 3 febbraio 2000
«Le quietanze a saldo o liberatorie che il lavoratore sottoscriva a seguito della risoluzione del rapporto, accettando senza esprimere riserve la liquidazione e le altre somme dovutegli alla cessazione del rapporto, non implicano di per sé, anche...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12942 del 22 novembre 1999
«Il recesso dal rapporto di lavoro a tempo indeterminato può attuarsi unicamente nella duplice forma del licenziamento intimato dal datore di lavoro ovvero delle dimissioni rassegnate dal lavoratore; pertanto, mentre è possibile che le parti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8256 del 29 luglio 1999
«Il preavviso di licenziamento comporta la prosecuzione del rapporto di lavoro e di tutte le connesse obbligazioni fino alla scadenza del termine di preavviso solo nell'ipotesi in cui il lavoratore continui nella prestazione della sua attività,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5786 del 11 giugno 1999
«Qualora il datore di lavoro sia soggetto munito di personalità giuridica di diritto privato, la volontà di recedere dal rapporto di lavoro, mediante il licenziamento (atto unilaterale recettizio), deve essere manifestata dalla persona o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2986 del 20 marzo 1998
«Al di fuori dell'ipotesi in cui la contrattazione collettiva contenga una clausola di stabilità relativa prevedente la risoluzione automatica (senza preavviso) del rapporto di lavoro al raggiungimento di una certa età del lavoratore, il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11577 del 20 novembre 1997
«Dato che il rapporto di lavoro può risolversi, oltre che mediante gli atti unilaterali di recesso di cui agli artt. 2118 e 2119 c.c., per mezzo di negozi bilaterali riconducibili alla previsione di cui all'art. 1372, primo comma, c.c....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9027 del 16 ottobre 1996
«Il principio di buona fede di cui all'art. 1375 c.c. riguarda l'esecuzione del contratto e non anche la sua risoluzione, anche quando è ammissibile il licenziamento ad nutum ai sensi dell'art. 2118 c.c. (Nella specie, perfezionatasi anteriormente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4391 del 26 febbraio 2007
«Le dimissioni del lavoratore costituiscono un atto unilaterale recettizio idoneo a determinare la risoluzione del rapporto nel momento in cui pervengono a conoscenza del datore di lavoro, indipendentemente dalla volontà di quest'ultimo, con la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7839 del 8 giugno 2000
«Qualora il lavoratore deduca di essere stato licenziato oralmente e faccia valere in giudizio la inefficacia o invalidità di tale licenziamento, chiedendo la condanna del datore di lavoro al pagamento delle retribuzioni fino alla riammissione in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22443 del 4 novembre 2010
«Alla stregua di una interpretazione letterale e logico-sistematica dell'art. 2118 c.c., nel contratto di lavoro a tempo indeterminato il preavviso non ha efficacia reale - che comporta, in mancanza di accordo tra le parti circa la cessazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23235 del 3 novembre 2009
«In materia di recesso dal rapporto di lavoro, è valida la clausola del contratto individuale che preveda un termine di preavviso per le dimissioni più lungo rispetto a quello stabilito per il licenziamento, ove tale facoltà di deroga sia prevista...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13732 del 14 giugno 2006
«La violazione dell'obbligo di preavviso del licenziamento, stabilito dall'art. 2118 c.c., comporta l'attribuzione della relativa indennità sostitutiva in tutti i casi in cui il licenziamento abbia determinato l'estinzione del rapporto,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17334 del 30 agosto 2004
«Dal principio secondo cui il preavviso, cui è da attribuire efficacia reale, costituisce un termine legale sospensivo dell'efficacia del negozio di recesso, si desume che, in mancanza di accordo tra le parti circa la cessazione immediata del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8797 del 8 maggio 2004
«Il principio in base al quale il preavviso di licenziamento, nel rapporto di lavoro a tempo indeterminato, comporta la prosecuzione del rapporto medesimo e di tutte le connesse obbligazioni fino alla scadenza del termine è derogabile per accordo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10272 del 27 giugno 2003
«Il preavviso di licenziamento - anche se intimato per giustificato motivo oggettivo rappresentato da sopravvenuta inidoneità fisica del lavoratore - è soggetto a sospensione per sopravvenuta malattia del prestatore fino al termine dell'ultima...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13839 del 8 novembre 2001
«A differenza dell'esonero del datore di lavoro dal pagamento dell'indennità supplementare, generalmente prevista per i dirigenti di azienda dalla contrattazione collettiva, che presuppone la giustificatezza del licenziamento, l'esonero...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13580 del 2 novembre 2001
«Il preavviso di licenziamento comporta la prosecuzione del rapporto di lavoro e di tutte le connesse obbligazioni fino alla scadenza del termine di preavviso previsto dal contratto solo nell'ipotesi in cui ii lavoratore continui nella prestazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6367 del 21 marzo 2011
«In materia di rapporto di lavoro dei dirigenti d'azienda, le garanzie procedimentali di cui all'art. 7, secondo e terzo comma, legge n. 300 del 1970 pur compatibili anche con il licenziamento di un dirigente, senza che rilevi la specificità del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 897 del 17 gennaio 2011
«Le garanzie procedimentali dettate dall'art. 7, secondo e terzo comma, legge n. 300 del 1970, devono trovare applicazione nell'ipotesi di licenziamento di un dirigente - a prescindere dalla specifica collocazione che lo stesso assume nell'impresa,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10058 del 13 maggio 2005
«In tema di licenziamento individuale, solo al dirigente di azienda che si trovi in posizione apicale nell'ambito dell'impresa, e non anche nei confronti del personale riconducibile alla «media» o «bassa» dirigenza, appartenente alla categoria del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10113 del 11 luglio 2002
«Pur non essendo equiparabili il giustificato motivo (art. 3 della legge n. 604 del 1966) e la nozione contrattuale di "giustificatezza" del licenziamento del dirigente, anche al rapporto di lavoro dirigenziale si applica il principio relativo alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 25145 del 13 dicembre 2010
«La disciplina limitativa del potere di licenziamento di cui alle leggi n. 604 del 1966 e n. 300 del 1970 non è applicabile, ai sensi dell'art. 10 della legge n. 604 del 1966, ai dirigenti convenzionali, quelli cioè da ritenere tali alla stregua...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21748 del 22 ottobre 2010
«Per stabilire se sia giustificato il licenziamento di un dirigente intimato per ragioni di ristrutturazione aziendale, non è dirimente la circostanza che le mansioni da questi precedentemente svolte vengano affidate ad altro dirigente in aggiunta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15496 del 11 giugno 2008
«Il licenziamento di un dirigente (non soggetto alla disciplina delle leggi nn. 604 del 1966 e 300 del 1970), per dar luogo ad un danno risarcibile secondo il diritto comune deve concretarsi per la forma o per le modalità del suo esercizio e per le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24246 del 21 novembre 2007
«In tema di licenziamento ingiustificato, non sussiste un interesse all'affermazione dell'esistenza di una forma di illiceità piuttosto che di un'altra, sotto il profilo della non giustificatezza, ove la distinzione non produca rilevanti effetti in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 27197 del 20 dicembre 2006
«Il dirigente che, in conseguenza della risoluzione del rapporto con il suo datore di lavoro causata dal recesso ingiustificato di quest'ultimo, rivendica il risarcimento del danno biologico riconducibile alla condotta datoriale è tenuto a provare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17013 del 26 luglio 2006
«Ove vengano dedotte esigenze di riassetto organizzativo finalizzato ad una più economica gestione dell'azienda la cui scelta imprenditoriale è insindacabile nei suoi profili di congruità e opportunità può considerarsi licenziamento ingiustificato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7838 del 15 aprile 2005
«La specialità della posizione assunta dal dirigente nell'ambito dell'organizzazione aziendale impedisce una identificazione della nozione di «giustificatezza» del suo licenziamento — sottratto al regime della tutela obbligatoria di cui all'art. 3...»