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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21455 del 22 maggio 2009
«In tema di ingiuria, la causa di non punibilità della provocazione sussiste non solo quando il fatto ingiusto altrui integra gli estremi dell'illecito civile o penale, ma anche quando esso sia lesivo di regole comunemente accettate nella civile...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40256 del 28 ottobre 2008
«In tema di ingiuria, il fatto ingiusto altrui idoneo ad integrare la causa di non punibilità della provocazione di cui all'art. 599, comma secondo, c.p. può essere costituito anche dall'esercizio di un diritto che si svolga con modalità ,le quali,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31470 del 2 agosto 2007
«In tema di ingiuria, sussiste l'esimente della provocazione di cui all'art. 599, comma secondo, c.p., nel caso in cui lo stato d'ira che ha provocato la reazione ingiuriosa sia stato determinato dalla richiesta di un pagamento non dovuto e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13735 del 19 aprile 2006
«Nei delitti di ingiuria e di diffamazione la scriminante costituita dalla provocazione postula che la risposta reattiva sia pronta e immediata, nel perdurare dello stato d'ira; tuttavia il concetto di immediatezza, ai fini della predetta esimente,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 33643 del 14 settembre 2005
«In tema di ingiuria (art. 594 c.p.), sussiste l'esimente della provocazione di cui all'art. 599, comma secondo, c.p., nel caso in cui lo stato d'ira che ha provocato la reazione ingiuriosa sia stato determinato — nel contesto di una banale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5111 del 19 maggio 1993
«Ai fini della provocazione quale esimente speciale del reato di ingiuria, fatto ingiusto è quello intrinsecamente illegittimo, ossia contrario alle norme del vivere civile, in antitesi con i principi dell'ordinamento o del diritto naturale. In tal...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13942 del 9 dicembre 1986
«Per l'applicabilità dell'esimente della provocazione, prevista per i reati di ingiuria e di diffamazione del secondo comma dell'art. 599 c.p., occorre che la reazione sia conseguenza di un fatto che per la sua intrinseca illegittimità o per la sua...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 21257 del 26 maggio 2014
«La Corte di appello, qualora riqualifica un fatto giudicato dal tribunale, riconducendo lo stesso ad una fattispecie di reato di competenza del giudice di pace, può decidere nel merito l'impugnazione ex art. 24, comma secondo, c.p.p. senza dover...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11090 del 16 marzo 2015
«La previsione di cui all'art. 542 cod. proc. pen. - che prevede la condanna del querelante al pagamento delle spese nel caso di assoluzione perché il fatto non sussiste o perché l'imputato non lo ha commesso - non si applica nel caso in cui...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22013 del 31 ottobre 2016
«L'ingiuria grave richiesta, ex art. 801 c.c., quale presupposto necessario per la revocabilità di una donazione per ingratitudine, pur mutuando dal diritto penale la sua natura di offesa all'onore ed al decoro della persona, si caratterizza per la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1786 del 16 gennaio 2017
«Ai fini dell'integrazione del delitto di violenza privata (art. 610 cod. pen.) è necessario che la violenza o la minaccia costitutive della fattispecie incriminatrice comportino la perdita o, comunque, la significativa riduzione della libertà di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1803 del 10 aprile 2000
«L'art. 18 della legge 25 giugno 1999, n. 205, abrogando l'art. 341 c.p., ha dato luogo ad una vera e propria “abolitio criminis”, nel senso che il fatto costituente il reato di oltraggio non è più previsto dalla legge come reato, dovendosi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 32787 del 23 luglio 2014
«Il delitto di atti persecutori è procedibile d'ufficio se ricorre l'ipotesi di connessione prevista nell'ultimo comma dell'art. 612 bis cod. pen., la quale si verifica non solo quando vi è connessione in senso processuale (art. 12 cod. proc. pen),...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6334 del 27 maggio 1992
«In sede civile l'autorità del giudicato penale è limitata alla sussistenza dei fatti materiali intesi nella loro realtà fenomenica ed oggettiva, ma non preclude una diversa valutazione dei fatti emersi dal procedimento stesso ai fini propri del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8695 del 9 ottobre 1981
«La contravvenzione di molestia o disturbo alle persone non può ritenersi elemento costitutivo del reato di ingiuria, in quanto per la realizzazione di tale fattispecie criminosa non è richiesto un comportamento pressante e tale da interferire...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12521 del 19 dicembre 1994
«In tema di ingiuria non si profila la scriminante dello ius corrigendi quando il tenore dell'espressione offensiva pronunciata, perentorio e rancoroso, oltre che di inusitata e brutale volgarità, sia tale da escludere ogni possibilità di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5198 del 4 maggio 1994
«In tema di ingiuria, l'esimente della provocazione di cui all'art. 599, comma 2, c.p., si configura in presenza di un comportamento contrario alle norme giuridiche ovvero all'insieme delle regole sociali vigenti in un contesto di civile...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6603 del 9 luglio 1997
«In tema di ingiuria in ambito lavorativo, il potere gerarchico, disciplinare e di sovraordinazione padronale consente di richiamare, ma non di ingiuriare il dipendente lavoratore, legittimando anche richiami duri e perentori, non sanzionabili...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 185 del 10 gennaio 1998
«In tema di ingiuria, affinché una doverosa critica da parte di un soggetto in posizione di superiorità gerarchica ad un errato o colpevole comportamento, in atti di ufficio, di un suo subordinato, non sconfini nell'insulto a quest'ultimo, occorre...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3540 del 1 settembre 1999
«È consentita l'acquisizione delle sentenze non definitive, quando esse debbano essere utilizzate non per recepirne valutazioni, ma per trarne informazioni, sulla base dei fatti obiettivi dalle stesse desumibili. (Fattispecie in tema di ingiuria,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9968 del 5 agosto 1999
«Poiché l'art. 18 della L. 25 giugno 1999 n. 205 ha abrogato, tra gli altri, il delitto di cui all'art. 341 c.p., il comportamento di chi offenda l'onore o il prestigio di un pubblico ufficiale in sua presenza ed a causa o nell'esercizio delle sue...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2480 del 27 giugno 2000
«In tema di violenza privata, l'elemento oggettivo del reato di cui all'art. 610 c.p. è costituito da una violenza o da una minaccia che abbiano l'effetto di costringere taluno a fare, tollerare od omettere una determinata cosa. L'azione o...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 36297 del 8 ottobre 2001
«Integra il reato di ingiuria di cui all'art. 594 c.p. in quanto fatto oggettivamente idoneo a ledere l'onere e il prestigio del dipendente, il comportamento del superiore gerarchico (nel caso di specie il primario di un ospedale pubblico) che, in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 17664 del 16 aprile 2004
«In tema di delitti contro l'onore, non integra il reato di ingiuria (art. 594 c.p.) l'espressione «sei un ladro di strade» pronunciata nel contesto di una controversia sorta per l'uso di una strada e volta a sottolineare lo ius excludendi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19378 del 20 maggio 2005
«Integra il reato di ingiuria l'apostrofare la persona offesa con riferimento alla sua nazionalità di origine attraverso la sostantivizzazione dell'aggettivo che tale origine indica (nella specie: «marocchino»), soprattutto laddove lo scherno che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36095 del 31 ottobre 2006
«Non integra il delitto di ingiuria (art. 594, comma secondo, c.p.) la condotta di colui che pronuncia, a mezzo telefono, espressioni offensive nei confronti di una terza persona, senza dare all'interlocutore l'incarico di riferirle al destinatario.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28539 del 18 luglio 2007
«Il termine di prescrizione dei delitti di competenza del giudice di pace è quello ordinario e non quello di tre anni previsto dall'art. 157, comma quinto, c.p. in relazione ai reati per i quali la legge stabilisce pene diverse da quella detentiva...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 29413 del 20 luglio 2007
«Non integra il delitto di ingiuria la condotta di colui che comunica — nella specie a mezzo fax, raccomandata r.r. e telegramma — al proprio avvocato la volontà di recedere dal rapporto fiduciario attribuendogli la responsabilità di un grave e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3233 del 29 gennaio 2007
«Costituisce ingiuria l'espressione «lei si crede un padreterno» rivolta ad un pubblico ufficiale con riferimento a comportamenti da lui posti in essere in tale sua qualità, atteso che detta espressione vale ad attribuire al pubblico ufficiale,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10420 del 6 marzo 2008
«Non integra gli estremi del reato di ingiuria, la condotta di colui che, in qualità di condomino, rivolga all'amministratore nel corso di un'assemblea condominiale, la seguente espressione: «Lei è un bugiardo, dice il falso e mente» considerato...»