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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24858 del 25 novembre 2005
«In tema di obbligazioni pecuniarie, gli interessi corrispettivi o compensativi avendo fondamento autonomo rispetto al debito al quale accedono, possono essere attribuiti solo su espressa domanda della parte interessata, e ciò contrariamente a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5908 del 12 giugno 1998
«Le obbligazioni di valore si trasformano in obbligazioni di valuta solo in seguito al passaggio in giudicato della sentenza che decide sulla loro liquidazione, e pertanto solo da tale momento restano assoggettate alla disciplina dettata dall'art....»
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Cassazione civile, sentenza n. 4642 del 18 agosto 1982
«Funzione primaria degli interessi è, nelle obbligazioni pecuniarie, quella corrispettiva, quali frutti civili della somma dovuta, e nei contratti di scambio, caratterizzati dalla contemporaneità delle reciproche prestazioni, quella compensativa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2314 del 19 giugno 1976
«La mancata impugnazione, da parte dell'attore, della sentenza che, riconoscendo in suo favore una determinata somma di denaro, abbia omesso di pronunciare sulla richiesta accessoria di corresponsione degli interessi sulla somma medesima, preclude...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1161 del 4 febbraio 1994
«Il risarcimento dei danni da fatto illecito non ha contenuto diverso o più ampio di quello dovuto per la inadempienza contrattuale, per cui — in entrambi i casi, solo quando il danno da risarcire si riferisca a cosa diversa dal denaro, il dovuto...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 19499 del 16 luglio 2008
«Nel caso di ritardato adempimento di una obbligazione di valuta, il maggior danno di cui all'art. 1224, secondo comma, cod. civ può ritenersi esistente in via presuntiva in tutti i casi in cui, durante la mora, il saggio medio di rendimento netto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10569 del 2 agosto 2001
«Il risarcimento del danno derivante dalla svalutazione monetaria verificatasi durante la mora del debitore non costituisce una conseguenza automatica del fatto notorio della perdita del potere di acquisto della moneta, ma comporta l'onere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15059 del 22 novembre 2000
«La prova del maggior danno subito dal creditore in conseguenza della svalutazione monetaria può essere desunta, in via presuntiva, dalla sua appartenenza ad una delle categorie sociali giuridicamente determinate, quale quella degli imprenditori...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9518 del 8 settembre 1999
«In tema di giudizio sul danno ulteriore ex art. 1224, secondo comma, c.c., con riguardo al creditore che eserciti attività imprenditoriale (come nel caso dell'attività del farmacista) ben possono essere fatte valere presunzioni connesse con il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2762 del 28 marzo 1997
«Ai fini del riconoscimento in favore del creditore del maggior danno derivante dalla sopravvenuta svalutazione monetaria, ai sensi dell'art. 1224, secondo comma, c.c., il giudice può utilizzare il fatto notorio acquisito alla comune esperienza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5548 del 17 giugno 1996
«Al fine del riconoscimento del «maggior danno» di cui al secondo comma dell'art. 1224 codice civile, è consentito far ricorso alla presunzione di impiego della somma di denaro dovuta nella forma (quanto meno) del deposito bancario riguardo a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7854 del 24 settembre 1994
«Il creditore di somma di denaro che abbia qualità di modesto artigiano — e del quale possa quindi presumersi l'abitudine a spendere il proprio denaro per bisogni personali e familiari — in caso di inadempimento, non è tenuto a fornire alcuna...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 26403 del 30 dicembre 2010
«In tema di obbligazioni pecuniarie costituite dai crediti di imposta, cui non sono applicabili gli artt. 1224, primo comma, e 1284 c.c., stante la speciale disciplina dell'art. 44 del d.p.r. 29 settembre 1973, n. 602 - relativa a tutti gli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12828 del 3 giugno 2009
«In caso di inadempimento o di ritardato adempimento di un'obbligazione avente ad oggetto una somma di denaro - assoggettata, in quanto tale, alla disciplina dell'art. 1277 c.c. - la rivalutazione monetaria del credito può essere riconosciuta solo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18450 del 31 agosto 2007
«Ai fini del riconoscimento del maggior danno di cui all'art. 1224 cpv c.c., l'interessato deve fornire dei dati personalizzati, alla luce dei quali valutare, secondo criteri di probabilità e normalità, le modalità di utilizzazione del denaro e...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 16871 del 31 luglio 2007
«Nel caso di ritardato adempimento di una obbligazione pecuniaria il danno da svalutazione monetaria non è in re ipsa ma può essere liquidato soltanto ove il creditore deduca e dimostri che un tempestivo adempimento gli avrebbe consentito di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14202 del 28 luglio 2004
«Nelle obbligazioni pecuniarie, il fenomeno inflattivo non consente un automatico adeguamento dell'ammontare del debito, né costituisce di per sé un danno risarcibile, ma può implicare, in applicazione dell'art. 1224, secondo comma, c.c., solo il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9660 del 3 ottobre 1997
«In caso di inadempimento di obbligazioni pecuniarie la prova del maggior danno, a norma dell'art. 1224 c.c., non è implicita nel fatto stesso della svalutazione monetaria, occorrendo invece la prova da parte del creditore dell'effettivo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2538 del 17 marzo 1994
«Gli interessi legali sulle somme dovute, siano essi corrispettivi o moratori, sono pur sempre strumentali alla reintegrazione del patrimonio del creditore della perdita connessa alla mancata disponibilità tempestiva delle somme medesime in base...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3794 del 15 febbraio 2008
«Il pegno di un libretto di deposito bancario al portatore, costituito a favore della banca depositaria che lo ha emesso, si configura come pegno irregolare soltanto allorché sia conferita espressamente alla banca la facoltà di disporre del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13546 del 12 giugno 2006
«Il danno c.d. esistenziale da uccisione del congiunto, quale tipico danno-conseguenza che si proietta nel futuro, privo (come il danno morale ed il danno biologico) del carattere della patrimonialità, ben può, in ragione di tale sua natura e della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3101 del 22 marzo 1991
«Il diritto del creditore di una somma di denaro al risarcimento del maggior danno subito durante la mora debendi , a norma dell'art. 1224, comma secondo, c.c., non può essere escluso o limitato, ai sensi dell'art. 1227, comma secondo, c.c., in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4071 del 7 aprile 1995
«Ha natura di deposito regolare e non è suscettibile di compensazione, ex art. 1246, n. 2, c.c., il deposito di una somma di denaro presso un notaio, effettuato dal venditore di un immobile a garanzia dell'adempimento dell'obbligo, dallo stesso...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 15123 del 30 giugno 2006
«In tema di riscossione delle imposte sui redditi, l'art. 54, quinto comma, del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, introdotto dall'art. 14, primo comma, lettera b) , della legge 29 dicembre 1990, n. 408, collegando il beneficio dell'applicazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2691 del 16 marzo 1987
«Il debitore di somma determinata in valuta estera, se inadempiente, nel caso di sopravvenuta svalutazione della moneta italiana rispetto a quella straniera, deve la differenza tra il cambio della data della scadenza e quello della data del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2775 del 26 ottobre 1973
«Il credito di una somma di denaro liquida o comunque agevolmente determinabile, in base ad elementi o criteri prestabiliti dal contratto o dalla legge, non perde tale carattere per le eventuali contestazioni da parte del debitore. La pronuncia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 861 del 20 marzo 1969
«A norma dell'art. 1277 c.c., obbligazioni pecuniarie, soggette come tali al principio nominalistico, sono quelle originariamente costituite in valuta e non quelle che si traducono in espressione monetaria per sopravvenute vicende del rapporto,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 555 del 22 gennaio 1998
«In tema di adempimento di obbligazioni pecuniarie determinate in valuta estera, l'art. 1278 c.c., nel limitarsi ad attribuire al debitore la facoltà alternativa di pagare in moneta avente corso legale, non indica anche le specifiche modalità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10428 del 18 luglio 2002
«Gli interessi corrispettivi su di una somma di denaro decorrono dalla data in cui il relativo credito abbia acquistato carattere di liquidità ed esigibilità, a nulla rilevando ogni eventuale indagine sulla colpevolezza dei ritardo nell'adempimento...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9653 del 17 luglio 2001
«A tutte le obbligazioni aventi ad oggetto originario il pagamento di una somma di denaro sulla quale spettino interessi di qualsiasi natura, compresi quelli di cui agli artt. 35 e 36 del Capitolato generale d'appalto per le opere pubbliche,...»