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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8151 del 15 giugno 2001
«In tema di servitù altius non tollendi, il contenuto del diritto si concreta nel dovere del proprietario del fondo servente di astenersi da qualunque attività edificatoria che muti l'altezza del proprio edificio, quale che sia in concreto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 476 del 7 febbraio 1975
«Siffatto obbligo, quanto meno nell'ipotesi in cui i fatti che danno luogo alla sua violazione ingenerano una permanente riduzione dell'esercizio della servitù, per essere validamente rimosso richiede una modifica della servitù, la quale, a norma...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1930 del 24 aprile 1978
«Le innovazioni eseguite nel fondo servente con la riduzione dello spazio disponibile per l'esercizio di una servitù di passaggio pedonale e la modificazione del relativo tracciato originario non costituiscono fatti di spoglio del possesso della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3110 del 23 maggio 1985
«L' actio confessoria, come azione reale a difesa della servitù, trova il suo fondamento solo se vi siano contestazioni sulla legittimità dell'esercizio del diritto di servitù, laddove se si è in presenza di turbative o minacce che non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1383 del 11 febbraio 1994
«Gli autori materiali della lesione del diritto di servita possono, invece, essere eventualmente chiamati in giudizio quali destinatari dell'azione ex art. 1079 c.c., soltanto se la loro condotta si sia posta a titolo di concorso con quella di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1214 del 26 febbraio 1986
«Peraltro nel mentre la domanda di riduzione dei luoghi in pristino stato, ove si tratti di violazione posta in essere dal proprietario del fondo servente, può essere proposta, per il carattere reale della relativa azione, dall'attuale titolare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5117 del 26 maggio 1999
«È illegittima la deliberazione dell'assemblea del condominio di un edificio adottata a maggioranza delle quote millesimali (anziché con il consenso unanime di tutti i condomini richiesto dall'art. 1120, secondo comma c.c.) con la quale si prevede...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12491 del 28 maggio 2007
«In tema di condominio negli edifici, l'art. 1122 c.c. vieta al condomino di eseguire, nel piano o nella porzione di piano di sua proprietà, quelle opere che elidano o riducano in modo apprezzabile le utilità conseguibili dalla cosa comune. (Nella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 129 del 9 gennaio 1999
«Autorizzato dall'assemblea dei condomini il distacco delle diramazioni di alcune unità immobiliari dall'impianto centrale di riscaldamento - sulla base della valutazione che dal distacco sarebbe derivata un'effettiva riduzione delle spese di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22224 del 17 ottobre 2006
«La sopraelevazione dell'ultimo piano dell'edifico, da parte del condomino che ne sia proprietario, non conferisce agli altri condomini il diritto alla riduzione in pristino nel caso in cui la relativa domanda sia sorretta dalla mera deduzione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10334 del 19 ottobre 1998
«I condomini possono opporsi alla sopraelevazione eseguita dal condomino dell'ultimo piano sul suo terrazzo a livello, o lastrico solare, che pregiudica le caratteristiche architettoniche dell'edificio e, se eseguita, ne possono chiedere la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2988 del 21 ottobre 1974
«Ove, invece, il condomino occupi il suolo comune di risulta con parte di un edificio diverso, da lui costruito su un'area attigua di sua proprietà esclusiva, non è configurabile l'ipotesi della ricostruzione, e gli altri condomini possono...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 535 del 6 febbraio 1978
«La riduzione a due sole unità del numero dei partecipanti al condominio di edificio non comporta il venir meno del condominio medesimo, ma determina soltanto l'inapplicabilità della disciplina dettata dall'art. 1136 c.c., in tema di costituzione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10819 del 6 agosto 2001
«In tema di tutela possessoria, non ogni modifica apportata da un terzo alla situazione oggettiva in cui si sostanzia il possesso costituisce, spoglio o turbativa, essendo sempre necessario che tale modifica comprometta in modo giuridicamente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16496 del 5 agosto 2005
«Qualora uno dei condomini, senza il consenso degli altri ed in loro pregiudizio, abbia alterato o violato, lo stato di fatto o la destinazione della cosa comune impedendo o restringendo il godimento spettante a ciascun possessore pro indiviso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7691 del 13 luglio 1993
«In caso di condominio negli edifici, la modificazione di una parte comune e della sua destinazione, ad opera di taluno dei condomini, sottraendo la cosa alla sua specifica funzione e quindi al compossesso di tutti i condomini, legittima gli altri...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15322 del 4 dicembre 2001
«L'eccezione feci, sed iure feci, pertanto, è ammessa in sede possessoria se investe non già lo ius possidendi , ma lo ius possessionis , dovendo consistere nella deduzione non di un diritto, ma di un altro possesso, incompatibile con quello...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 599 del 6 marzo 1974
«...effettuata. Pertanto, ai fini di tale liquidazione si deve tener conto anche di tutti gli eventuali fattori, sopravvenuti durante il corso del giudizio di appello, i quali abbiano comportato un aggravio, ovvero una riduzione del danno originario.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3491 del 12 giugno 1984
«Ai fini della liquidazione del danno da lucro cessante, subito da un soggetto che godeva di un reddito saltuario per la discontinuità dell'occupazione, o incerto per i rischi inerenti all'esercizio di un'impresa, non può farsi ricorso ad un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15676 del 27 luglio 2005
«Pertanto, per la risarcibilità del danno futuro è necessario un elevato grado di probabilità che esso si verifichi in base ad un criterio di regolarità ( id quod plerumque accidit ); ne consegue che per ottenere il riconoscimento del diritto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1484 del 15 febbraio 1994
«Nella liquidazione dei danni per spese future della parte lesa da un fatto illecito extracontrattuale, il giudice deve prima procedere alla rivalutazione delle somme dal momento in cui il danno è stato stimato alla data della sentenza e poi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6658 del 19 marzo 2009
«La sussistenza di un danno patrimoniale da riduzione della capacità di lavoro e di guadagno, in conseguenza di lesioni personali, non può essere esclusa per il solo fatto che i redditi del danneggiato dopo il sinistro non si siano ridotti, in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11616 del 26 ottobre 1992
«Il danno per inabilità permanente non coincide automaticamente con la proporzionale riduzione del reddito di lavoro percepito dal danneggiato ma deve essere in concreto accertato, anche per via presuntiva, sulla base della differenza tra i redditi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6403 del 28 novembre 1988
«L'incidenza dell'invalidità sul reddito deve essere valutata in relazione alle peculiari circostanze del caso concreto, di tal che un determinato coefficiente di riduzione della capacità lavorativa non importa senz'altro una proporzionale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3619 del 28 ottobre 1975
«Il danno patrimoniale che deve essere risarcito, quale conseguenza di una lesione personale che riduce la capacità di lavoro e di guadagno del danneggiato, si identifica nel lucro cessante e nel mancato guadagno, e questo non può mai confondersi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19445 del 15 luglio 2008
«In tema di risarcimento del danno alla persona, posto che le lesioni non irrilevanti della integrità personale di un minore di età, non svolgente attività lavorativa, sono presumibilmente destinate a produrre un danno patrimoniale futuro, in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13634 del 22 luglio 2004
«In tema di risarcimento del danno alla persona subito da un minore (nel caso di specie, trattavasi di danno verificatosi al momento del parto), la determinazione dell'ammontare del danno da lucro cessante va effettuata mediante una previsione di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2335 del 16 febbraio 2001
«In materia di rapporto di causalità nella responsabilità extracontrattuale, in base ai principi di cui agli artt. 40 e 41 c.p., qualora le condizioni ambientali od i fattori naturali che caratterizzano la realtà fisica su cui incide il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6247 del 21 giugno 1999
«L'accertamento di postumi permanenti non comporta l'automatico obbligo del danneggiante di risarcire il danno patrimoniale in conseguenza della riduzione della capacità di guadagno con riferimento all'art. 4 della legge 39/1977 che non comporta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2203 del 7 marzo 1994
«In materia di danni derivanti dalla circolazione di veicoli, l'art. 4, L. 26 febbraio 1977, n. 39, stabilendo che per valutare l'incidenza dell'inabilità temporanea e dell'invalidità permanente su un reddito di lavoro si debba avere riguardo a...»